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India

Il cardinale Gracias ha incontrato il ministro dell’interno Singh dopo le polemiche per la lettera parstolare di monsignor Coutu

La Chiesa e le organizzazioni cattoliche denunciano in India la crescente violenza di casta e contro le minoranze religiose, il governo replica negando discriminazioni e intolleranza

Il 24 maggio il cardinale Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana, ha incontrato il ministro dell’Interno indiano Rajnath Singh: una visita definita “di cortesia” dopo le polemiche suscitate l’8 maggio dalla lettera pastorale di Monsignor Anil JT Couto con la quale l’arcivescovo di Delhi ha invitato i cattolici della sua diocesi a pregare, digiunare, praticare l’adorazione eucaristica in vista delle prossime elezioni politiche, denunciando “un turbolento clima politico che pone una minaccia ai principi democratici racchiusi nella nostra costituzione e al tessuto laico della nostra nazione”. Il riferimento è alla crescente violenza che si registra in India nei confronti delle minoranze religiose e dei dalit, i fuori casta. La All India Catholic Union, la più grande organizzazione di cattolici laici del paese, ha espresso solidarietà con l’iniziativa di monsignor Couto manifestando profonda preoccupazione “per il fallimento del governo nel condannare e contenere le minacce alla libertà di culto”. La lettera pastorale invece è stata criticata seccamente dal partito nazionalista indù, il Bharatiya Janata Party, che guida il governo e le assemblee legislative di 21 stati della federazione indiana su 29. Il partito ha definito la lettera “politicamente motivata” e ha invitato monsignor Couto ad “astenersi dall’istigare le caste e le comunità”. Inoltre, contro ogni evidenza, il ministro Singh durante una conferenza stampa ha dichiarato che in India non esiste l’intolleranza: “l’India – ha detto – è un paese in cui le minoranze sono al sicuro e a nessuno è concesso discriminare in base alla casta o alla religione”.