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PODEMOS E SOCIALISTI

Il bolivarismo atterra in Spagna: governo da paura

Morales scappa in Messico, ma il bolivarismo si trasferisce in Spagna dove ieri si è consumato un ridicolo abbraccio tra i socialisti di Sanchez e Podemos di Iglesias. Un programma da paura con l'eutanasia in cima e una prospettiva nerissima per il tessuto imprenditoriale del Paese. Tempi duri per i cattolici. 

Esteri 13_11_2019
Sanchez e Iglesias

La Spagna svolta all’estrema sinistra. Con una impensabile accelerazione ieri, a due giorni dalla batosta elettorale che aveva penalizzato sia i Socialiasti che Podemos, Sanchez ha stretto un pre-accordo di legislatura con l’estrema sinistra populista e ‘bolivariana’ (amica stretta oltreché sostenuta dai leaders dei governi di Bolivia e Venezuela)

I due partiti sono ben distanti dalla maggioranza necessaria per ottenere la fiducia alla prima votazione della Camera dei deputati, ma con o senza l’alleanza dei partiti indipendentisti (catalani, baschi e navarri) potranno comunque ottenere la fiducia ad un seconda votazione parlamentare, con l’astensione di questi ultimi. Fatto il primo passo per Sanchez non c’è ritorno, o proseguire con la schiacciamento a sinistra o aprire a concessioni ed ulteriori ambiguità con gli indipendentisti, dunque rinfocolare ulteriormente la polarizzazione tra tutti coloro che vogliono l’unità della Spagna e i ‘separatisti’. Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo l’annuncio e l’imprevedibile, quanto ridicolo abbraccio in diretta televisiva tra Sanchez e Iglesias, l’intero arco dei partiti di centro destra hanno duramente criticato l’intesa sinistra e, per dirla con le parole simbolicamente chiare di Abascal (VOX), “i Socialisti abbracciano il comunismo bolivariano”

I leaders delle confederazioni imprenditoriali spagnole, nella mattinata, avevano proprio chiesto il contrario a Sanchez: evitare ogni accordo con l’estrema sinistra di Podemos. Le reazioni della Borsa Spagnola, indice IBEX, è caduto di circa 1%  nei pochi minuti successivi all’annuncio dell’accordo politico di estrema sinistra che presumibilmente governerà il paese iberico, la principale banca spagnola Bankia del 4%.

L’accordo, lo chiamano pre-accordo solo nel tentativo di attrarre voti indipendentisti, prevede non solo la Vice Presidenza del Governo di Iglesias ma anche cinque ministeri alla sinistra di Podemos. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere per il destino degli spagnoli. E’ una presa in giro degli elettori spagnoli da parte di Sanchez e dei Socialisti aver sottoscritto ieri un accordo che solo nel maggio scorso aveva rifiutato negli stessi termini. I Socialisti ha chiesto elezioni in Novembre, dopo quelle tenutesi lo scorso 28 Aprile, proprio per non sottostare alle richieste di Podemos. Sanchez stesso lo ha ripetuto sino a qualche settimana fa, ‘non dormirei sonni tranquilli in un Governo con Podemos’.

Ora sembrano sono compagni di ‘merenda’, in una parola: ‘potere e poltrone’. Il documento programmatico è da paura: “più scuola di infanzia sino a tre anni” (indottrinamento); “diritto alla alimentazione” (panieri di Stato), “lotta al cambio climatico” (nuova dottrina”); “garanzia dignità animali” (“gretismo assolutista”); “nuovi diritti per la dignità delle persone: come la morte degna ed etanasia, salvaguardia delle identità (identità gender) e ‘memoria dignitosa’ (revisionismo storico); “politiche femministe” con permessi di paternità/maternità intrasferibili (vietata libertà di scelta famigliare); “garantire la convivenza in Catalonia, normalizzazione vita pubblica, formule di accordo e rafforzamento autonomie”; “politiche sociali e nuovi diritti”. 

Tempi durissimi per i cattolici spagnoli ma anche per chiunque non si adeguerà presto alla nuova dottrina del manifesto ibero-bolivariano firmato da Sanchez e Iglesias.

Pensavamo che Morales dalla Bolivia fosse scappato in Messico, questo programma SocialComunista ci ha lasciato il dubbio che invece fosse atterrato nel pomeriggio di ieri alla Moncloa, sede del Governo di Spagna. Una gran vergogna per la importante storia del Socialismo spagnolo, una gran felicità per Zapatero che rivedrà in questo accordo rivivere il suo disegno di ingegneria sociale e civile della Spagna. Peccato i partiti di centro destra non abbiano prima delle elezioni stretto una coalizione intelligente, con tanto di patti di desistenza e abbiano preferito, per colpa di Ciudadanos, presentarsi in ordine sparso. Peccato, rimane il rammarico forte, perché i dati elettorali dimostrano con chiarezza che un coalizione di Popolari, Vox e Ciudadanos avrebbe vinto le elezioni e avuto una importante maggioranza sia alla Camera che al Senato. Errori di ‘gioventù politica’ dei tre leaders che la Spagna e i cattolici pagheranno cari nei prossimi anni

Chiunque adombrava fantasmi franchisti, ora sia leale, denunci il pericolo gravissimo per l’Europa di avere al suo interno un paese (la Spagna) governato da castristi e  bolivariani.