I terrapiattisti non esistono. È tutto un complotto
I terrapiattisti si sono riuniti a Palermo il 12 maggio. Li dobbiamo ringraziare perché hanno smentito, involontariamente, la vecchia leggenda nera secondo cui è la Chiesa che crede nella terra piatta. Credono che tutte le nostre conoscenze siano imposte da un complotto. Ma i terrapiattisti esistono? O sono frutto di un complotto dei media?
I terrapiattisti si sono riuniti a Palermo il 12 maggio scorso nella prima convention nazionale. Li dobbiamo ringraziare perché hanno smentito, forse involontariamente, la vecchia leggenda nera secondo cui è la Chiesa che crede nella terra piatta. O per lo meno ci ha creduto e ha imposto questa sua visione fino a tutto il Medio Evo cristiano. Secondo un luogo comune molto ignorante, ma anche molto duro a morire, addirittura nessuno prima di Cristoforo Colombo avrebbe creduto che la terra è sferica. Quante volte lo avete sentito dire? I terrapiattisti, con la loro stessa presenza, sono invece la dimostrazione che la teoria della terra piatta è recentissima e sfida millenni di conoscenza scientifica sulla sfericità della terra.
I teorici della cospirazione della terra piatta sono infatti costretti a smentire una conoscenza che risale almeno al VI Secolo a.C., un’intuizione attribuita a Pitagora, nota già a Platone e Aristotele e poi assunta come un dato fisico da Eratostene, il primo che misurò le dimensioni del nostro pianeta (con buona, ottima, approssimazione) nel III Secolo a.C. Per i terrapiattisti, tutta questa storia è falsa, creata da non ben specificati “poteri forti” che vogliono tenerci nell’ignoranza sulla reale natura del nostro pianeta. Per motivi che probabilmente quegli stessi poteri forti e occulti non sanno spiegarsi. La teoria della terra piatta, in compenso, ha solo un secolo e mezzo di storia. Inizia con l’inglese William Carpenter, che nel 1885 pubblicò un opuscolo in cui metteva in dubbio la sfericità terrestre perché dalle mongolfiere non si vedeva alcuna curvatura. Le sue idee si diffusero abbastanza a lungo da essere raccolte dalla Flat Earth Society, nata nel 1956 in Gran Bretagna e poi attecchita maggiormente negli Usa, dove mise in dubbio la veridicità delle prime missioni nello spazio e soprattutto lo sbarco sulla Luna.
La teoria cospirativa della terra piatta riassume meglio di altre tutte le manie della cultura post-moderna. Prima di tutto è l’esempio più estremo del relativismo: se tutto è soggettivo, niente è reale e tutto è possibile. Anche il sapere più consolidato nell’uomo può essere messo in dubbio, perché l’importante è il confronto, non la conoscenza della realtà (che nella filosofia post-moderna non esiste, se non come proiezione della mente umana). In secondo luogo, è la summa delle teorie cospirative. Per i terrapiattisti, tutto, ma proprio tutto, quello che ci è stato detto è falso. E’ falsa la storia, le notizie diffuse dai media, i libri di scienza naturale. Anche la matematica mente. E’ tutta una gigantesca menzogna, insomma, che solo pochi coraggiosi (gli stessi che propugnano la teoria) hanno il coraggio di smascherare. Assieme alla terra piatta, il pacchetto include altre teorie del complotto, non solo quella del “falso allunaggio”, dell’inesistenza dei satelliti e della falsa astronomia, ma anche l’idea che i poteri forti ci nascondano l’esistenza di una civiltà di giganti, vissuta nel passato remoto, che ci avrebbe lasciato tutti i grandi monumenti (cattedrali incluse, per esempio il Duomo di Milano). Non si sa cosa c’entri con la terra piatta, ma si è parlato anche di quello a Palermo.
Come in tutte le teorie cospirative che si rispettino, i terrapiattisti vivono in un film di cui conoscono il finale. Dunque sanno già il colpo di scena finale: che quel che studiamo è tutto falso, è una “gabbia senza sbarre”. Ogni elemento nuovo che scoprono è interpretato come una conferma dell’esistenza di questa gigantesca cospirazione. E’ uno schema senza via di uscita. E alla fine è basato su un'intuizione di un empirismo estremo: esiste solo ciò che vedo e credo solo ciò che posso personalmente capire. Due forti limitazioni della conoscenza umana che ci mostrano cosa voglia dire l’assenza di fiducia, ultimo passo di una società che sta gradualmente perdendo la fede.
Vorremmo noi essere complottisti, però. E affermare che: i terrapiattisti non esistono. Non ne abbiamo mai sentito parlare fino a che non è stato trasmesso un servizio sulle Iene alla fine dell’anno scorso. Da quando il grande pubblico li ha conosciuti in Tv, sono diventati delle star e a Palermo, alla loro convention, erano presenti tutte le testate giornalistiche. Beppe Grillo aveva annunciato la sua presenza, anche se poi non è andato ha comunque contribuito ad amplificare la notizia. Quindi è sicuramente un complotto. I terrapiattisti non esistono, sono una creazione dei media.
Cui prodest? A tanti. Prova, adesso, a dire che non ti convince la teoria del cambiamento climatico, specie in un maggio così freddo: vieni subito paragonato a un terrapiattista. Sei pro-vita e pro famiglia, dunque contro la pianificazione familiare? Sei medievale e terrapiattista. Sei contro l’eutanasia, decisa dai medici per il “miglior interesse del paziente”? Stai alla bioetica come i terrapiattisti all’astronomia. Se credi nei miracoli: allora fai prima a credere anche alla terra piatta. La cospirazione della terra piatta ha contribuito ad ammazzare il dialogo e anche il rispetto. E’ diventato un paragone facile e fruibile per chiunque voglia tacitare l’avversario, soprattutto da parte di quei progressisti, ideologici, che ritengono di essere ormai i monopolisti della razionalità e della scienza (salvo poi non accorgersi di avere un pensiero millenarista-apocalittico, come quello del global warming). I terrapiattisti sono il pretesto per sdoganare la censura: vorrai mica far parlare un terrapiattista e tutti i suoi equivalenti? Per questo pensiamo che sia solo un complotto.