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l'inchiesta

I sospetti su Onlyfans e lo strano silenzio occidentale

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I sospetti sulla piattaforma Onlyfans sono aumentati dopo l'inchiesta della Reuters, che ha messo in luce un traffico di violenze e pedofilia. Ma nonostante questo vige uno strano silenzio sul social a differenza di altri. Sarà perché ha base in Ucraina?  

Attualità 03_01_2025 English

Considerate le grandi polemiche politiche riguardo i social – X, Facebook, Tik Tok – e le preoccupazioni espresse sugli effetti negativi del loro uso, risulta alquanto sospetto il silenzio della politica e delle istituzioni occidentali attorno alla piattaforma “OnlyFans”, malgrado ci sia ampia evidenza di un remunerativo quanto illecito traffico di pornografia e pedopornografia. Il sospetto è che tale silenzio sia legato al fatto che la proprietà di questa piattaforma punta all’Ucraina, dove peraltro già prima dell’invasione della Russia, fioriva l’incivile mercato della maternità surrogata a vantaggio di magnati e altolocate coppie etero e omosessuali occidentali.

A rendere ancora più incomprensibile il silenzio su “OnlyFans” è la documentazione delle violenze e dei traffici illeciti che girano attorno a questa piattaforma, offerta da una accurata indagine giornalistica della agenzia di stampa internazionale Reuters, che riguarda il periodo che va dal 13 marzo al 28 dicembre 2024.

Il sito web per soli adulti, malgrado siano aperte diverse indagini sulla verifica dell'età degli utenti, ha reso ricche molte aspiranti pornostar, ma la Reuters ha scoperto che almeno 120 persone hanno denunciato alle agenzie di polizia statunitensi di essere state inserite in contenuti sessualmente espliciti del sito senza il loro consenso, inclusi stupri. “OnlyFans” fa promesse rassicuranti al pubblico, soprattutto sul fatto di essere rigorosamente per soli adulti, con misure sofisticate per monitorare ogni utente, esaminare tutti i contenuti e rimuovere e segnalare rapidamente qualsiasi materiale pedopornografico. 

I fascicoli esaminati dall'agenzia giornalistica citano più di 200 video e immagini esplicite di bambini, tra cui alcuni adulti che fanno sesso orale con bambini piccoli. In un caso, diversi video di un minore sono rimasti sulla piattaforma per più di un anno. Ovviamente la Reuters ha dovuto mettere in evidenza le molteplici esperienze e storie di rovina finanziaria, traumi familiari e comportamenti estremi di diverse migliaia di utenti che sono caduti nella rete di “OnlyFans”, nonostante l'amministratore delegato Keily Blair abbia descritto la piattaforma come una «vera comunità» in cui i creatori e gli abbonati hanno «conversazioni più piacevoli, più gentili e più solidali» rispetto ad altre. “OnlyFans” afferma di consentire ai creatori di contenuti, in particolare alle donne, di monetizzare immagini e video sessualmente espliciti in un ambiente online sicuro. 

Le indagini della Reuters hanno individuato donne che hanno dichiarato di essere state ingannate, drogate, terrorizzate e rese sessualmente schiave per puro guadagno. I risultati si basano su denunce redatte dalla polizia statunitense e su fascicoli di tribunali internazionali, cause legali e interviste con pubblici ministeri, investigatori di traffico sessuale e donne che dicono di essere state “cosificate e commerciate”. 

Poca attenzione hanno suscitato i casi individuati da Reuters negli Stati Uniti, dove alcune donne hanno subito settimane o mesi di presunta schiavitù sessuale in case dall'aspetto ordinario in comunità tranquille. La vittima a volte era un fidanzato o una fidanzata, abusata per rimpinguare il bilancio familiare, finanziare la pensione della coppia o coprire le spese dei figli, secondo i resoconti della polizia o dei tribunali. Le immagini sessualmente esplicite di minori sono vietate nella maggior parte dei paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Canada e sono contrarie alle regole di “OnlyFans” che afferma di proibire contenuti che mostrano lo sfruttamento o l'abuso di chiunque abbia meno di 18 anni, anche se si tratta di adulti che fanno finta di essere minorenni. A metà dicembre, Reuters ha documentato più di 150 casi in cui post di account diversi utilizzavano un linguaggio identico o quasi identico, presentando sospetti abusi sessuali su minori. Molti di quei post, distribuiti su 25 dei 49 account esaminati da Reuters, condividevano anche le stesse combinazioni di emoji.

Con un fatturato di 1,3 miliardi di dollari e oltre 300 milioni di utenti, l'azienda ha solo poche decine di dipendenti, anche se la sua base di utenti è quasi quadruplicata negli ultimi anni. Il suo proprietario miliardario, l’ucraino Leonid Radvinsky, è raramente visto in pubblico o persino menzionato nei discorsi della sua CEO, la 42enne avvocatessa irlandese Keily Blair, autodefinitasi «femminista e nerd della sicurezza», promossa alla massima carica nel 2023. Gli affari vanno a gonfie vele. Nel 2023, i creatori di contenuti hanno generato 6,6 miliardi di dollari sulla piattaforma. Il dividendo di 472 milioni di dollari distribuito a Radvinsky è stato superiore a quanto Ralph Lauren ha guadagnato con l'azienda di moda da lui fondata e Phil Knight, co-fondatore di Nike, con il gigante dell'abbigliamento sportivo, messi insieme.

Non c'è alcun cartello aziendale fuori dalla sede di Londra e una parte significativa, ma segreta delle sue operazioni, inclusa la moderazione dei contenuti, ha sede in Ucraina, un paese in guerra che l’Occidente cospicuamente finanzia, senza alcun controllo reale sulla tracciabilità dei fondi, nella pavida complicità verso i traffici, abusi e commerci umani che lì fioriscono impunemente. 

A fronte di tutto ciò, pensiamo veramente che il problema principale del mondo occidentale e delle democrazie sia la libertà della piattaforma “X” e le opinioni politiche di Elon Musk?