Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
CONVENTION E ABORTO

I pro life emarginati nel Partito Democratico

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I pro life nel Partito Democratico ci sono ancora e denunciano lo strapotere di Planned Parenthood all'interno del partito dell'asinello. Dalla parte dell'aborto è schierato un blocco di potere politico ed economico dominante.

Vita e bioetica 24_08_2024
Kamala Harris per i "diritti riproduttivi" (La Presse)

La clinica mobile Planned Parenthood, lo abbiamo descritto, ha offerto aborti gratuiti a pochi isolati dalla Convention nazionale democratica del 2024 a Chicago, che si è conclusa ieri. Il DNC non era ufficialmente coinvolto, ma questo è un dettaglio minore, dato che l'aborto ha lo status di un principio non negoziabile nelle alte sfere del Partito Democratico.

Il programma del partito Democratico è chiaro su questo punto, aborto sino alla nascita per tutti ed in tutti gli Stati del paese, esattamente secondo la volontà e gli interessi della multinazionale dell’aborto Planned Parenthood e delle sue terribili ed omicidi “consorelle”. Tuttavia ci sono problemi ben più profondi nell'ostentazione dell'aborto fatto a Chicago: il passaggio dall'essere venduto al pubblico come "sicuro, legale e raro" all'essere celebrato come un “bene sociale necessario” è rivelatore anche dell’aver imposto una dipendenza finanziaria totale dei leader Democratici dall’industria abortiva ed LGBTI, ormai strettamente legate al punto che Planned Parenthood è anche una delle maggiori dispensatrici di farmaci per la transizione sessuale.

Solo a partire da questo asservimento, descritto nell’antico adagio del “chi paga comanda”, si può comprendere la ragione che ha indotto i leaders Dems a far intervenire sul palco della convention le ultime due amministratrici delegate del colosso abortista, l’attuale Ceo Alexis McGill Johnson e Cecile Richards, il predecessore. Entrambe, in rapida successione con Mini Timmaraju, che guida il gruppo di difesa dell'aborto “Reproductive Freedom for All”, precedentemente noto come “NARAL Pro-Choice America”, mercoledì sera, hanno ribadito il loro massimo impegno.

Nella stessa serata di Clinton e della nomination di Tim Walz, alla presenza di altri pesi massimi del partito sono intervenute le leader delle industrie abortiste e della transizione di genere per bimbi e adolescenti, hanno mostrato la massima determinazione nel sostenere il programma del partito Democratico, i due candidati alla presidenza e vice presidenza Harris e Walz e tutti i candidati a Camera e Senato, così come si sono dette prontissime a sostenere una riforma della Corte Suprema che possa permettere a giudici pro aborto di divenirne maggioranza. Ironia della sorte, in questi stessi giorni di esaltazione abortista nella Convention dei Democratici, venivano pubblicati i dati sulla popolazione USA.

Un rapporto  pubblicato dal “National Center for Health Statistics dei Centers for Disease Control and Prevention” ha registrato 3.596.017 bambini nati nel 2023, si tratta del 2% in meno rispetto ai 3.667.758 bambini nati nel 2022 e ai 3.664.292 del 2021.  Lo stesso CDC rileva che i tassi di aborto sono aumentati del 5% nel 2021, l'anno prima che la SCOTUS ribaltasse la Roe vs Wade, anche se questi numeri potrebbero non riflettere il numero totale di aborti poiché alcuni stati hanno una rendicontazione incompleta o assente. Dati inquietanti che le politiche dei Democratici, in caso di vittoria, renderebbero ancor più disastrosi per la società e la economia USA. Lo schiacciamento dei Dems sulle richieste delle multinazionali abortiste si dimostra anche dalla denuncia di Kristen Day, direttore esecutivo di “Democrats for Life of America”, la componente pro life del partito, ormai esclusa dalle candidature e ai margini di ogni organismo interno, che non ha solo denunciato la presenza del "furgone dell'aborto" di Planned Parenthood e annunciato una nuova iniziativa di raccolta di pannolini per le famiglie bisognose e migranti, ma anche ammesso pubblicamente come "il partito ha lasciato i democratici pro-vita".

Tuttavia, proprio i pro-life Democratici non intendono lasciar il campo allo strapotere abortista, così Kristen Day ha ribadito: "Non vogliamo andarcene… Noi siamo i veri democratici". La stessa Day ha detto di aver ricevuto un diluvio di storie da donne di tutto il paese che sono state danneggiate dall'aborto e hanno espresso shock e orrore per il fatto che l'aborto sia stato celebrato come un bene morale positivo alla Convention dei Democratici. Ancor più dopo queste ennesime evidenze, la presenza e benedizione del Cardinale Blaise Cupich stride con la ragione e la dottrina e impone una chiara, ferma e urgente presa di distanza da parte del Vaticano.