I nuovi diritti e gli irriducibili desideri dei nostri ragazzi
Nel mondo ridiventato pagano, il cristianesimo è sempre all’inizio, con l’unica differenza che mentre gli antichi romani ai vizi attribuivano il nome di un dio, ora i moderni li chiamano “diritti civili”. Come scrive una ragazza: «Veniamo presi in giro in ogni cosa, ingannati sulla sessualità, sull’amore, sulla speranza, su tutto…».
Il cristianesimo è sempre all’inizio. Per almeno due motivi. Il primo riguarda l’ambiente in cui viviamo: in un mondo ridiventato pagano, il cristianesimo è sempre agli inizi, con l’unica differenza che mentre gli antichi romani ai vizi attribuivano il nome di un dio, ora i moderni li chiamano “diritti civili”. Il secondo motivo è che nessuno nasce cristiano; cristiani si diventa e non lo si è mai compiutamente. La “milizia cristiana” si svolge dunque contemporaneamente su due fronti, l’uno rivolto all’esterno, nel paragone con un ambiente svuotato di senso o addirittura corrosivo, l’altro all’interno, per la riconquista della propria anima a Dio.
La questione riguarda tutti i cristiani, ma ha un impatto sorprendente sui giovani che cercano il senso della vita. Lo esprime in maniera significativa la lettera di una ragazza, la quale ringrazia un prete per gli interventi in un sito da cui si sente particolarmente accompagnata. Scrive la ragazza che la scuola ruba i suoi desideri, e la società la imbroglia nelle sue attese: «Veniamo presi in giro in ogni cosa, ci viene fatto credere in ogni modo che la verità sia fuori da Cristo. Veniamo ingannati sulla sessualità, sull’amore, sul dolore, sulla tristezza, sulla speranza, su tutto… Si parla della violenza sulla donna, ma si tace sulla violenza inaudita della pornografia e dell’utero in affitto. Si incitano le ragazze ed i ragazzi a perdere qualsiasi forma di pudore e dignità e ci viene fatto credere che l’amore equivalga ad un breve godimento fisico…». Certamente in un mondo cosiffatto il cristianesimo, o ricomincia sempre da capo, o muore.
La ragazza prosegue: «Sono una normalissima ragazza, frequento il liceo classico, amo le belle cose… ma soprattutto amo la mia fede, la mia Chiesa. Mi sono resa conto che Dio con la Sua Chiesa ci guarisce. Ho una stima profondissima per i sacerdoti: voi siete gli unici capaci di avvicinarci a quella Verità di cui parlavo prima, con il vostro instancabile servizio». Ricominciamo, dunque, per noi e per gli altri. Ricominciamo a vivere, a credere e a sperare. Ricominciamo a guardare ogni giorno Gesù, fidandoci di Lui che vive, parla e opera nella sua Chiesa, nei preti e nelle famiglie cristiane. Cristo vivo nel desiderio, nella domanda, nella gratitudine di una ragazza di sedici anni che domanda la verità e la vita e proclama al mondo di averla trovata nella Chiesa.
Ripartiamo dal disagio e dal desiderio di tanti giovani che vogliono vivere e non si rassegnano alla desolazione della famiglia, alla distruzione dell’amore, alla perdita della fede. Non hanno nessuna voglia di inoltrarsi nel deserto di solitudine imposta dalla rivendicazione dei “nuovi diritti” e dalla pretesa di un’uguaglianza che distrugge l’origine della vita e la fecondità dell’amore. Non si rassegnano – e noi con loro – a venire omologati da un pensiero unico che appiattisce differenze e ideali. Insieme rinasce la speranza, secondo quello che scriveva il beato Toniolo all'inizio del secolo XX: «Quando l'ideologia marx-leninista sarà tramontata per sempre, a salvare l'Europa non saranno i santi, ma le comunità di santi».