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IL VOLTO UMANO DI GESU'

I "diversamente credenti" e il Dio in cui credo

Si è tanto "diversamente credenti"
che non ci s'incontra più in una fede comune. Ma noi crediamo nel Dio del Vangelo, sperimentato nella Chiesa...

Attualità 07_02_2011
Gesù

‘Diversamente credenti’. Non avevo mai sentito questa espressione, presa in prestito dal moderno linguaggio psico-medico e spuntata in bocca al direttore di un mensile cattolico. I cristiani sono così tanto ‘diversamente credenti’ che non si incontrano più in una fede comune. Mi trovo a dire davanti a una piccola platea di uditori: “Io non credo in Dio”. Non credo nel vostro Dio lontano e invisibile, unico come il dio solitario dei cieli infiniti, fabbricatore di universi che ha dimenticato la sua opera.

Il Dio in cui credo è un altro, e non è saltato fuori dal cappello della fantasia. L’ho incontrato nel Vangelo e sperimentato nella Chiesa. Ha il volto sincero di Gesù, volto di uomo. Frequentandolo, guardandolo, ascoltandolo, i suoi amici si sono accorti del Dio vero. Un Dio proteso in un incessante movimento di vita: pensante e pensato, amante e amato. Gli amici hanno visto Gesù pregare e rivolgersi intensamente al Padre, e persino patirne la lontananza nella desolazione dell’orto degli ulivi e nell’abisso della croce, chinarsi sugli uomini con potenza umile e misericordiosa; l’hanno visto avvolto dalla nube misteriosa dello Spirito Santo, risorto e in cammino verso il Padre.

Dio è un fiume che scorre, un sole che gira e illumina e riscalda, un fiore che sboccia negli splendidi colori, un bimbo che nasce, un amore senza limiti. Che cosa può produrre una goccia d’acqua che – dal cuore di questo Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, Trinità di persone e unità di natura - scenda nel cuore di un uomo attraverso una parola, un gesto, un volto? Chi si sente chiamare per nome si volta a guardarlo come Matteo dal banco delle tasse.

Diremo come il centurione sotto la croce: “Veramente quest’uomo è figlio di Dio”. Come Tommaso credente: “Mio Signore e Mio Dio”. Si potrà annunciarlo a tutti come l’unico Dio che esiste, l’unico che basta alla vita. Mi sorprendo che il Dio Trinità svelato in Cristo, ai miei quattro uditori di teologia risulti così nuovo e sorprendente e provochi commozione.

Il catechismo non è più parola desueta, abolita dal vocabolario della pastorale per grandi e piccini. La teologia non è linguaggio da iniziati che scrivono libri e organizzano convegni deserti. Una sapienza nuova e antica illumina la mente e avvolge il cuore. La vita acquista un nuovo spazio in cui muoversi e pensare, amare e inventare. Che cosa accade quando gli uomini si accorgono di Dio? Che cosa accade quando un uomo o una donna, un giovane o bambino cominciano la giornata e la vivono lasciandosi toccare e invadere dalla Sua Presenza?