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AMMINISTRATIVE

I ballottaggi premiano la Lega. Sinistra a pezzi

Il secondo turno del voto amministrativo conferma che la Lega naviga col vento in poppa, mentre i Cinque Stelle arrancano. Salvini sta prendendo in mano il pallino dell'azione di governo. Il Pd perde città simbolo come quelle toscane e umbre, cioè perde in casa. 

Politica 25_06_2018
Matteo Salvini

Il secondo turno delle elezioni amministrative non partorisce verdetti eclatanti ma conferma le tendenze in atto nell’elettorato italiano. Alle urne 2 milioni 793 mila italiani in 75 comuni, tra cui 14 capoluoghi di provincia. Anzitutto l’affluenza alle urne cala vistosamente, complice il bel tempo, che ha spinto verso le spiagge assolate moltissimi aventi diritto, e la mancanza di candidati graditi agli elettori dei partiti rimasti fuori dal ballottaggio, in primo luogo quelli pentastellati. Urne aperte ieri dalle 7 fino alle 23: è stata del 47,61% l'affluenza definitiva, molto in discesa rispetto alle precedenti consultazioni. Successo della Lega a Terni, successo dei Cinque Stelle ad Avellino e Imola, il Pd frana a Pisa, Massa e Siena, da sempre governate dalla sinistra, mentre tiene ad Ancona.

Alcune indicazioni chiare ed esplicite dalle urne. L’agonia dei dem non si arresta e impone una riflessione approfondita in quella parte politica. Perdere città simbolo come quelle toscane e umbre, è un sintomo inequivocabile del declino del centrosinistra, che sembra aver perso il suo radicamento sociale anche nelle regioni del centro Italia nelle quali era stato sin qui storicamente egemone. Sul fronte governativo, il Carroccio raccoglie i frutti del decisionismo salviniano di queste settimane, i Cinque Stelle non sfondano ma tengono alcune posizioni e, pur perdendo Ragusa, conquistano Avellino. Quanto ad alleanze e dinamiche elettorali, non c’è stato il soccorso dei Cinque Stelle nei confronti del centrodestra, che ha vinto soprattutto per l’avanzata del Carroccio.

Denaro contante, vaccini, migranti: su tanti temi Salvini sta prendendo in mano il pallino dell’azione di governo e questo nelle urne delle elezioni amministrative di ieri ha premiato la leadership del Ministro dell’Interno per quanto riguarda la guida dell’esecutivo. Ragusa, primo capoluogo di provincia vinto dai Cinque Stelle cinque anni fa, finisce nelle mani di Pietro Cassì, candidato di Fratelli d’Italia e dell’intero centrodestra. Antonio Tringali, dei Cinque Stelle, presidente del consiglio comunale, non ce l’ha fatta e dunque la città siciliana va al centrodestra. Ma il test politico è importante anche per i Cinque Stelle, arrivati al secondo turno solo a Ragusa, Avellino, Imola e Terni. Tranne che ad Avellino e Imola, i pentastellati perdono ovunque. Ciò suggerisce qualche spunto di riflessione anche per quanto riguarda la volatilità dell’elettorato, che si traduce in rapidi capovolgimenti di fronte.

Ci sono anche sorprese di natura civica, come la vittoria, a Imperia, dell’ex ministro Claudio Scajola, che si era presentato con liste civiche in contrapposizione con il centrodestra di Luca Lanteri, candidato vicino a Giovanni Toti, governatore ligure. Ciò fa capire quanto l’ex ministro abbia ancora seguito nella sua terra e quanto il centrodestra sia a trazione leghista (i candidati di Forza Italia sfondano solo se supportati dai voti leghisti). Dunque il voto amministrativo conferma che la Lega naviga col vento in poppa, mentre i Cinque Stelle arrancano. Pd e Forza Italia sembrano in un declino irreversibile e tutto ciò pone le premesse per una lunga durata, su base nazionale, dell’esecutivo Conte, stante il non interesse dei partiti di opposizione a provocare uno showdown dalle incerte prospettive.