Hong Kong più vicina alle "nozze" gay
L'Alta Corte di Hong Kong ha riconosciuto i diritti abitativi ed ereditari delle coppie omosessuali “sposate” all’estero.
Hong Kong finora non ha legittimato le nozze gay. Nonostante questo l’Alta Corte di Hong Kong ha riconosciuto i diritti abitativi ed ereditari delle coppie omosessuali “sposate” all’estero. Il presidente della Corte Andrew Cheung ha affermato che i ricorsi del governo a difesa delle coppie eterosessuali sono ingiustificati perché riconoscere questi diritti alle coppie gay non andrebbe a detrimento delle coppie eterosessuali. Nostro commento: questi diritti afferiscono solo al matrimonio, vincolo che può riguardare solo un uomo e una donna. Ciò detto, riconoscerli anche alle coppie gay, significa falsificare la natura del matrimonio e questo va a danneggiare anche le coppie etero sposate. Si sa: la moneta cattiva scaccia quella buona.
In merito poi ai diritti ereditari i giudici Roberto Ribeiro e Joseph Fok hanno affermato che non riconoscerli alle coppie omosessuali sarebbe stato discriminatorio e incostituzionale.
Nel 2023 la stessa Corte aveva chiesto al Parlamento di legiferare sulle unioni civili.
Il caso di Hong Kong conferma come la vetta dei matrimoni cosiddetti egualitari si conquista non solo per gradi, ma attraverso un percorso che spesso è il medesimo: riconoscere alcuni diritti acquisiti all’estero, legiferare sulle unioni civili o perlomeno sulle coppie di fatto etero o omo che siano e infine legittimare il “matrimonio” omosessuale.