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IPOCRISIE

Hollande al fianco dei cristiani siriani Defunti

Dopo anni di sostegno ai ribelli siriani, gli stessi che massacrano i cristiani, il presidente francese François Hollande incontra il neo presidente della Conferenza Episcopale. E gli assicura che la Francia è "al fianco" dei cristiani in Siria. Equilibrismo lessicale della diplomazia?

Editoriali 09_10_2013
persecuzione

Ci sono notizie che lasciano stupefatti e impongono di chiedersi se stiamo sognando o se ci stanno prendendo per i fondelli. Lunedì il presidente francese, François Hollande, ha «espresso preoccupazione per la sorte dei cristiani d'Oriente, in particolare in Siria, e ha dichiarato la volontà della Francia di stare al loro fianco». È quanto si legge in una nota diffusa dall'Eliseo al termine dell'incontro con il neo presidente della Conferenza episcopale francese, Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia.

Parole che destano sconcerto se si considera il supporto totale e incondizionato che Hollande ha fornito e continua a fornire ai ribelli siriani, per lo più gruppi salafiti, jihadisti, qaedisti ma anche “moderati” (ammesso che si possa essere islamisti e moderati) con qualche piccolo movimento di ispirazione laica ma ininfluente e che in ogni caso non si sono mai distinti nel preoccuparsi per la sorte dei cristiani. C’è da chiedersi se l’inquilino dell’Eliseo abbia avuto un momento di confusione mentale durante l’incontro con l’arcivescovo o se abbia deciso di prendere in giro tutti. Più probabile che le sue affermazioni siano frutto di quell’opportunismo dialettico che da semplice strumento sembra essere diventato l’unico contenuto della politica estera, non solo francese ma di tutta l’Europa.

Come si può essere preoccupati per la sorte dei cristiani d’Oriente ed essere a tempo stesso in prima linea a chiedere un’azione militare internazionale contro il regime di Bashar Assad? Certo il presidente siriano non è un santo ma ha sempre garantito e tutelato la multi confessionalità e i diritti di tutte le comunità etniche e religiose del suo Paese. Non è un caso che i cristiani lo sostengano, consapevoli che ogni alternativa all’attuale regime è uno Stato islamico nel quale non c’è posto non solo per i cristiani ma neppure per gli sciiti o i non-sunniti. Come può Hollande affermare di voler stare al fianco dei cristiani quando la Francia si fa dettare la politica estera da Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti ? Non certo esempi di democrazia o di rispetto dei diritti umani che con qualche decina di miliardi di euro di investimenti a Parigi e dintorni (anche in armi) si sono comprati l’appoggio militare e diplomatico, rilevante soprattutto all’Onu dove Parigi ha il diritto di veto, della Francia.

A dire il vero in questo scivolone vergognoso per la patria di “Liberté, Egalité, Fraternité” il presidente Hollande ha solo la colpa di aver continuato la politica del suo predecessore, quel Nicolas Sarkozy protagonista ed esecutore (per conto delle monarchie petrolifere del Golfo) della farsesca “rivoluzione” libica che ha portato jihadisti, criminali e terroristi a dividersi il Paese dominato da 42 anni dal regime di Muammar Gheddafi, dittatore certo ma che aveva sempre combattuto gli islamisti tutelando nel Paese la libertà di culto.

Come dimenticare poi l’imbarazzo dei servizi segreti francesi, raccontato dal giornale satirico Canard Enchainée, che durante l’intervento militare in Mali cercavano di spiegare a Monsieur le President che i suoi amici dell’emirato del Qatar armavano e finanziavano i qaedisti che avevano occupato il nord del Mali e puntavano a mettere le mani sulle miniere di uranio del Niger gestite dai francesi.

Nella nota dell’Eliseo, al termine dell’incontro tra Hollande e Georges Pontier, si legge che «questo primo incontro è stata l'occasione per uno scambio sui grandi temi della società, i rapporti tra Stato e religioni e la situazione internazionale». Il presidente socialista ha anche sottolineato l'importanza che attribuisce al «dialogo costante tra poteri pubblici e rappresentanti religiosi», ma probabilmente gli è sfuggito il fatto che buona parte dei civili in fuga dalla Siria e in rotta verso l’Europa sono cristiani accomunati ai copti egiziani e ai cristiani d’Iraq da una diaspora determinata, non dalla miseria e non tanto dalla guerra, ma dalle persecuzioni religiose. Una vera e propria pulizia etnica attuata dalle milizie sunnite di cui la Francia è complice consapevole.

L’Onu prevede che l’anno prossimo oltre quattro milioni di persone, tra sfollati e rifugiati, fuggiranno dalla guerra in Siria. circa 2 milioni diverranno profughi mentre 2,25 milioni saranno sfollati all'interno del Paese. Tra questi vi saranno altri cristiani perseguitati nelle zone “liberate” dai ribelli tanto cari a Hollande, fautore dell’iniziativa di armare i ribelli siriani senza armare i terroristi.

Peccato che i reporter dell’agenzia Reuters abbiano mostrato foto e video nei quali i ribelli “moderati” dell’Esercito Siriano Libero (Esl) rivendono per cifre considerevoli (10/15 mila dollari al pezzo) ai terroristi islamici legati ad Al Qaeda di Jabhat Al Nusra missili anticarro, antiaerei e armi di ogni tipo consegnate con il “placet” degli Occidentali, francesi in testa. Un traffico raccontato dal quotidiano libanese Daily Star citando fonti dell’Esl e giordane, certo ben informate considerato che molte armi sono giunte ai ribelli proprio attraverso Amman dove la Cia addestra i combattenti dell’Esl. In altri casi i qaedisti hanno sconfitto in battaglia i “moderati” strappando loro le armi più sofisticate ma in altri ancora intere brigate dell’Esl sono passate con armi e bagagli dalla parte degli islamisti nel neo costituito Esercito di Allah sponsorizzato da Riad.

Come ha ricordato ieri un articolo di Italia Oggi il 19 settembre Hollande aveva annunciato che «è giunto il momento di armare i ribelli in Siria, sarà un processo controllato perché non possiamo accettare che le armi finiscano nelle mani di jihadisti contro i quali combattiamo». Di questo passo, Monsieur le President, l’unico modo che avrà per stare vicino ai cristiani d’Oriente sarà andare al loro funerale.