Guida per smascherare le “leggender” metropolitane
Si intitola LegGendeR metropolitane e si rivela subito essere un'utilissima enciclopedia a uso quotidiano, Scientificamente documentato e basato sui fatti e non sulle opinioni di matrice ideologica. L’autore è Renzo Puccetti, medico, bioetici sta e collaboratore della Nuova Bussola Quotidiana.
Scientificamente documentato e basato sui fatti e non sulle opinioni di matrice ideologica; stimolante, accattivante e incalzante nei ragionamenti proposti; dal tono divulgativo, ma minimamente scontato; ampio per i temi trattati e gli esempi riportati: si presenta così LegGendeR metropolitane (Edizioni Studio Domenicano, 2016, 15 euro), il nuovo libro del medico e bioeticista Renzo Puccetti.
«C'era bisogno di un altro libro incentrato sul tema dell'ideologia del gender, dell'omosessualità e della famiglia?», si domanderanno alcuni. Dopo aver letto il testo di Puccetti la risposta viene da sé, e non può che essere affermativa. LegGendeR metropolitane si rivela, infatti, essere un'utilissima enciclopedia a uso quotidiano: un libro che trasuda la competenza dell'autore, ma ancora più la sua passione nei confronti dell'uomo, il suo rispetto verso la legge naturale e la sua fede in Dio.
Tre aspetti, questi, che si sono fatti carne nei volti dei grandi protagonisti del mondo pro-life e pro-family italiano, ma soprattutto negli occhi di sua figlia, che un giorno lo interrogherà e lo chiamerà a rendere conto del suo operato. Una domanda cui Puccetti desidera poter rispondere, formulando quasi un intento programmatico: «Ho parlato, tesoro mio, ho detto tutto quello che sapevo, l'ho detto nel modo più chiaro e rispettoso che mi è riuscito e l'ho detto quando lo si doveva dire».
Con LegGender metropolitane Puccetti si rivolge ai "cercatori del vero", ossia a tutti coloro che non si accontentano del politically correct e dell'opinione dominante, ma che vogliono andare a fondo delle questioni. Gay si nasce o si diventa? Il matrimonio tra persone dello stesso sesso porta alla realizzazione o incrementa i tassi di suicidio? L'omofobia è veramente un problema, o forse la questione più grave è l'attacco mosso nei confronti di tutti coloro che non si adeguano alla cultura omosessualista, in primis i cattolici?
E poi, verso la metà del libro, ecco che fa capolino la questione che ha tenuto banco nei mesi scorsi: che cos'è la teoria gender? Esiste, o è uno spauracchio creato ad hoc da nonsisabenechi? Puccetti risponde a questi interrogativi con un'argomentazione scientificamente rigorosa, che lascia pochi margini al dubbio... sempre che qualcuno ancora ne avesse, dopo aver letto il titoletto del capitolo: "La teoria del gender non esiste. Già, come la mafia, il problema è il 'ciaffico'". Dall'ideologia gender, l'autore passa quindi a parlare del cervello sessuato e degli stereotipi di genere, ultimamente così avversati ma che in realtà non sono altro che uno strumento che – se usato correttamente – può avere una valenza positiva e aiuta a leggere la realtà, semplificandola.
Il vero nucleo della rivoluzione antropologica cui stiamo assistendo, a questo della trattazione emerge in maniera lampante: lo scopo è quello di arrivare all'imposizione della no difference, «nessuna differenza, tanto meno nessuna anomalia, nessuna anormalità, semplicemente perché la normalità non esiste». Ecco quello che Puccetti chiama il “centro della cipolla”: pretendere che tutte le persone siano uguali pur nell'evidenza della differenza, e così facendo non rendendo giustizia a nessuno.
Dulcis in fundo, una disamina sulla famiglia naturale e sui bambini. La famiglia, che si trova a vivere una sfida epocale, per cui la sua importanza e unicità non viene più riconosciuta a livello globale; e i bambini, sempre più spesso vittime innocenti dell'egoismo degli adulti. Per fondare una nuova famiglia e nel rapporto genitoriale – sostiene Puccetti – l'amore è certamente importante, ma non è di per sé sufficiente; e questo soprattutto perché si tratta di un sentimento non verificabile (lo Stato ha forse un "amorometro"?), soggetto a mutamenti e che apre alle forme più disparate di manifestazione (poligamia, incesto, pedofilia...).
Rispetto a questi temi, dunque, l'argomentazione – a suon di numeri, tabelle e statistiche – del medico e bioeticista si fa ancora più netta e rigorosa e non è ammessa disinformazione di sorta. La vita dei bambini e il futuro della società sono troppo importanti.