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NAPOLI

Guerriglia fra ultras a Napoli, chi sono i veri responsabili

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I disordini di Napoli, la guerriglia fra gli ultras dell'Eintracht (appoggiati da quelli dell'Atalanta) contro i rivali del Napoli, è stata una nuova occasione per le opposizioni per far polemica contro il governo. Ma il prefetto di Napoli aveva cercato di scongiurare per tempo questo rischio. È stato il Tar della Campania a revocare l'ordine. 

Politica 17_03_2023
Gli scontri fra ultras a Napoli

I disordini di Napoli non potevano più di tanto essere previsti. Gettare la croce addosso al governo è un grave atto di disonestà intellettuale di chi lo compie. Tuttavia, molteplici indizi lasciano intravvedere una regia di quegli episodi e alimentano più di qualche sospetto sugli ultras di alcune tifoserie e sui loro complici.

L’antefatto, in questo senso, è rilevante. Il prefetto di Napoli Claudio Palomba per ben due volte aveva vietato la vendita dei biglietti ai residenti a Francoforte per l’alta probabilità di incidenti (come del resto era accaduto all’andata in Germania, con 49 arresti). Una settimana fa, però, il Tar della Campania ha sospeso il provvedimento accogliendo il ricorso dell’Eintracht, la squadra poi sconfitta ed eliminata dal Napoli agli ottavi di Champions League. La decisione del giudice amministrativo campano era in linea con il pensiero del presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin, che aveva definito “intollerabile” il divieto di far partire i tifosi tedeschi, sostenendo che “il pericolo per la sicurezza pubblica è solo genericamente prospettato”.

Il divieto che il prefetto partenopeo avrebbe voluto imporre era in realtà pienamente giustificato dalla pericolosità di quei tifosi tedeschi e lo si è capito fin da subito, due sere fa, quando Napoli è stata messa a ferro e fuoco, con le strade del centro storico trasformate in un campo di battaglia, numerosi negozi danneggiati, una volante della polizia incendiata, autobus cittadini con i vetri fracassati. Una vera guerriglia scatenata dalle tifoserie di Napoli e Eintracht che è proseguita per tutta la notte, anche dopo la vittoria del Napoli, con incidenti avvenuti a ridosso dell'hotel dove erano ospitati i supporter tedeschi. L'albergo è stato oggetto di un tentativo di assalto da parte di ultras partenopei, respinto dalle forze dell'ordine. A terra sono state trovate anche tre molotov.

Ma a inquietare è anche la presenza di numerosi tifosi dell’Atalanta a supporto dei tedeschi nelle azioni di guerriglia, il che alimenta sospetti di un qualcosa di premeditato e di costruito, con il palese intento di provocare scontri e di arrecare danni alla città e alla popolazione di Napoli, magari per mettere in difficoltà il governo.

Non c’è nulla che somigli al tifo sportivo in questa triste vicenda, ma solo perniciosi legami tra frange estreme del tifo che vivono per commettere atti di violenza e non per sostenere la propria squadra. In un contesto così tanto degradato, in cui lo sport è utilizzato solo come pretesto per regolamenti di conti e azioni terroristiche, appare quanto meno inopportuno prendersela con il governo, visto che il prefetto aveva - come detto - fatto di tutto per segnalare per tempo i rischi e aveva altresì proposto dei correttivi rispetto alle prevedibili scorribande dei tifosi tedeschi (e dei loro alleati orobici).

Nonostante queste evidenti responsabilità, c’è chi mette nel mirino il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Il leader di Articolo 1 Roberto Speranza chiede chiarezza e che “il governo riferisca immediatamente”. Anche il Pd invita Piantedosi “in Parlamento per chiarire cosa non ha funzionato”, mentre il segretario di Più Europa Riccardo Magi ironizza: “Dov’è il ministro? A caccia di ravers?”. Carlo Calenda non è meno critico e attacca il responsabile del Viminale.

La Lega, invece chiede che sia il governo tedesco a pagare i danni, mentre il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi parla di "scene di devastazione inaccettabili". Da Berlino è arrivata la condanna delle violenze da parte del ministro dell'interno della Germania, Nancy Faeser, per la quale "i violenti e i teppisti distruggono lo sport". Parole dure anche dal quotidiano poplare Bild Zeitung, che titola "vergogna Champions League a Napoli", accusando i tifosi dell'Eintracht di aver "vandalizzato" la città "assieme agli hooligan dell'Atalanta". Di possibili legami fra la tifoseria di Francoforte e quella bergamasca parla anche la Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Per tutta la giornata di mercoledì più di un migliaio di uomini delle forze dell'ordine hanno lavorato per evitare la caccia all'uomo da parte dei napoletani. La polizia ha formato un cordone tra i due gruppi che si fronteggiavano per le strade cittadine ma a un certo punto è iniziato un lancio di petardi e pietre e gli ultrà hanno usato cassonetti e sedie dei bar per affrontarsi. Una violenza consumata tra i cittadini e turisti in lacrime che cercavano riparo.

La violenza tra i tifosi è stata giustamente condannata dalle autorità e dalla politica. Lo sport non dovrebbe mai diventare una scusa per la violenza e per mettere a rischio la sicurezza dei cittadini. È importante che le autorità italiane e tedesche collaborino per evitare che episodi simili possano accadere in futuro. Tuttavia, rimane la strumentalizzazione politica che è stata fatta anche di questo episodio, del quale sono responsabili esclusivamente le frange di tifosi in malafede e chi, sotto sotto, fomenta per fini politici le loro intemperanze.