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NOTA POLITICA

Grillo attacca Napolitano per salvare il M5S

Malgrado «l'incidente» dei pesanti insulti del deputato grillino Giorgio Sorial al presidente Napolitano, i 5 stelle continuano l'attacco al Quirinale, obiettivo dimissioni. Il vero motivo? Far saltare tutto per non perdere le elezioni. E questo sarebbe il nuovo....

Editoriali 30_01_2014
Giorgio Girgis Sorial

Mentre l'accordo tra i principali partiti (Pd e Forza Italia) appare sempre più vicino, insidie del voto segreto a parte, il Movimento Cinque Stelle ha deciso di sferrare l'offensiva decisiva contro il Colle, sperando di costringere Napolitano a dimettersi. Il deputato grillino Giorgio Sorial è indagato dalla Procura di Roma per vilipendio nei confronti del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. 

Il guru del Movimento Cinque Stelle, Gianroberto Casaleggio, ha bocciato il “suo” deputato che ha dato del "boia" al Capo dello Stato, definendo inopportuni i toni da lui usati. Non un dietrofront sul merito delle critiche ma un dissenso marcato rispetto alle modalità dell'attacco. Infatti, il partito continua a sparare sul Colle, prima con un sondaggio online, poi comunicando che presenterà oggi la richiesta per avviare la procedura di messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica per attentato alla Costituzione (impeachment). Si tratta, secondo quanto si apprende in ambienti grillini, di un atto che dovrebbe istruire il complesso procedimento previsto dall’articolo 90 della Costituzione. 

«Qual è stato l’atto più grave che ha compiuto il Presidente Napolitano, che non potete perdonare e per il quale vorreste che si dimettesse?». È quanto scrivono i parlamentari del Movimento Cinque Stelle lanciando un sondaggio sul blog di Beppe Grillo. Secondo loro, il capo dello Stato «non è esente da errori, che non possono essere consentiti». Nel sondaggio si propongono quattro opzioni da votare contro il presidente Napolitano: «Il suo governo delle larghe intese»; «La distruzione delle intercettazioni tra lui e Nicola Mancino nell’ambito della cosiddetta trattativa Stato-Mafia»; «Il suo silenzio nel 1997, da Ministro degli Interni, sul disastro criminale e ambientale della Terra dei Fuochi»;«La marcia forzata, condotta al ritmo dell’austerity, verso gli Stati Uniti d’Europa, nel nome della religione delle banche e della spoliazione dei diritti politici». 

Il deputato Giorgio Sorial, ora indagato, si era scagliato contro il Capo dello Stato accusandolo di proteggere solo la maggioranza e di avallare «una tagliola contro l’opposizione», fino a definirlo un «boia» che «cuce la bocca e taglia la testa alle opposizioni». Un insulto che ha fatto saltare sulla sedia per la sua crudezza e che ha provocato l’immediata indignazione di tutte le forze politiche, Lega compresa. Anche il premier Enrico Letta è intervenuto in difesa del Presidente: «L’indegno attacco di Sorial è un punto di non ritorno di deriva estremista inaccettabile per chiunque pratichi i principi democratici».

Ma perché i grillini se la prendono con un signore di quasi novant'anni anziché fare vera opposizione politica contro Renzi, Letta, Berlusconi e gli altri avversari politici? Per due motivi: agli occhi del Movimento Cinque Stelle, Napolitano rappresenta il "tappo" da eliminare per far esplodere la crisi del sistema politico e avviare un percorso che rapidamente porti alla sua sostituzione e a nuove elezioni politiche. Il secondo motivo riguarda la legge elettorale, per la quale il Colle si è speso moltissimo, e che sembra fatta apposta per ridimensionare le forze anti-sistema e per bipolarizzare la contesa politica. Ed è chiaro che, in caso di approvazione delle nuove regole del voto, i margini di manovra dei grillini si ridurrebbero sensibilmente (andando al voto anticipato rischierebbero di perdere molti deputati, e senza voto anticipato dovrebbero comunque assistere alla prosecuzione dell'odiata esperienza di governo Letta).

Intanto, mentre il premier vola in Europa per rassicurare gli alleati, è praticamente fatta per l’accordo sulla nuova legge elettorale. Via libera al 37% per il premio di maggioranza (l'ipotesi iniziale era 35%), alla delega al governo sui collegi (45 giorni di tempo per ridisegnarli, altrimenti il pallino torna al Parlamento) e al "salva-Lega" (possibilità di rappresentanza parlamentare per quei partiti fortemente radicati nel territorio che non superano la soglia di sbarramento di ingresso del 4,5% su base nazionale, ma che, però, con il 9% dei voti in almeno tre regioni, potranno entrare in Parlamento).

Resta il nodo delle liste bloccate: Forza Italia non molla sul "no" alle preferenze e quindi i malumori interni al Pd sono destinati a rientrare perché alla fine Renzi dovrà rispettare il patto siglato con il Cavaliere. Se la nuova legge elettorale vedrà la luce in tempi brevi, si andrà a votare anticipatamente?Più probabile che si apra una fase Costituente, con la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie, l'abolizione delle Province e la riforma del titolo V della Costituzione. Le prossime ore saranno decisive per capire se la legislatura durerà e se sarà Letta a presiedere il semestre europeo di presidenza italiana.