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CRISI ECONOMICA

Grecia, senza pane e senza notizie

Il governo chiude la radio e Tv di stato licenziando in tronco i 2800 giornalisti dipendenti:colpa della crisi economica. Ma l'opposizione protesta e giudica la crisi un pretesto per non far vedere la realtà di un paese alla fame. 

Esteri 13_06_2013
Grecia in crisi

“Non è stata la Commissione Ue a chiedere la chiusura della tv pubblica greca ERT, è stata una  decisione pienamente autonoma del Governo greco nel contesto di modernizzazione dell'economia greca per rendere efficiente il settore pubblico". Così in un comunicato ufficiale dell’11 giugno, la Commissione Europea cerca di rimandare al mittente l’accusa di essere il mandante del licenziamento in tronco dei 2800 giornalisti dell’emittente pubblica greca e aggiunge: “La UE sostiene il ruolo delle emittenti pubbliche come elemento essenziale di democrazia”.

La notizia della chiusura della ERT, la tv pubblica greca, è caduta come un fulmine a ciel sereno direttamente nelle case dei greci, martedì sera alle 23,30, riportata dagli stessi giornalisti dell’emittente pubblica. A mezzanotte si sono spente le luci sulla TV di Stato greca.

Elleniki Radiofonia Tileorasi, la TV pubblica greca, aveva aperto i battenti nel febbraio 1966 con un primo canale generalista, come la nostra RAI 1, che si chiamava ET 1. Negli anni si erano aggiunti un canale per le news (NET), un canale regionale (ET3) e infine, in tempi recenti, il satellite che aveva portato nelle case dei greci le notizie internazionali con ERT World. La radio pubblica aveva una variegata programmazione: emittenti di notizie, di musica classica, di musica tradizionale greca, di musica moderna e la seguitissima Era Sport, la quarta emittente, con dirette continue di informazione sportiva, soprattutto dai campi da calcio.

La Grecia non ha molte reti televisive private, soprattutto che possono coprire il vuoto lasciato da un’emittente pubblica.

“La ERT è stata una televisione indipendente”, ci racconta un ex-ambasciatore greco, che ora vive vicino alla capitale “e i suoi giornalisti non avevano stipendi favolosi: la chiusura per ragioni di economia nazionale non convince. Rimanere senza una voce indipendente che riferisca quanto accade nel paese in questi tempi difficilissimi, è un danno gravissimo per la gente”.
Il governo greco promette che rilancerà una versione ridotta della ERT nel giro di poche settimane: “Non abbiamo chiuso la ERT - ha detto ieri il portavoce governativo, Simos Kedikoglou - abbiamo sospeso le trasmissioni per qualche tempo”. Ma già circolano voci che fino ad ottobre non si parla di riaprire nessuna rete televisiva e radiofonica pubblica, anche se in forma ridottissima.

“Privatizzare per risparmiare soldi pubblici che non ci sono più”: il governo greco va avanti per la sua strada senza ascoltare gli altri interlocutori. E siccome non è riuscito a privatizzare la società statale del gas, la Depa, allora a sorpresa ha colpito la TV pubblica.
Chiuse le sedi della ERT, le principali ad Atene e a Salonicco, e le locali, per le trasmissioni regionali, sparse per tutto il territorio greco comprese le isole.

“Certo la ERT avrà avuto debiti, e non credo potesse contare neppure sul canone. Ormai pochissimi greci potevano permettersi il pagamento del canone - continua l’ex-ambasciatore -, molte tasse in Grecia, comprese quelle sulla proprietà della casa si pagano sulla base della bolletta della luce, così anche il canone della televisione. Per limitare il pagamento delle imposte, che ormai ha raggiunto livelli improponibili per molte famiglie greche, ci si è rimessi ad usare le candele e vanno a ruba alcune lampade a gas, così si nascondono proprietà e possesso di tv”.

Ma se c’è qualcuno che lo fa per non sperperare denaro, molte famiglie greche comprano candele per l’illuminazione, perché non si possono più permettere né luce né riscaldamento delle abitazioni in inverno. “La povertà diffusa è un fatto nella Grecia di questi giorni e per contro i prezzi aumentano, specialmente quelli di alcuni generi alimentari. Del resto ci sono sempre maggiori tasse sulla proprietà dei terreni e a seconda di cosa si produce. E’ sempre più facile trovare gente che cerca cibo nell’immondizia appena cala la sera, è certo che la Grecia non può andare avanti così”, conclude il nostro interlocutore.