Governo Meloni, prime reazioni della Chiesa
Un accenno papale al termine dell'Angelus e una lettera del cardinale Matteo Zuppi. Sono i primissimi gesti con cui i vertici ecclesiali hanno salutato il nuovo esecutivo.
Al termine dell’Angelus il Santo Padre ha fatto un rapido accenno all’esecutivo appena entrato in carica: «oggi, all’inizio di un nuovo Governo, preghiamo per l’unità e la pace dell’Italia», subito rilanciato da Meloni sul suo profilo twitter. Il tempo dirà come saranno i rapporti tra Palazzo Chigi e Santa Marta e, più in generale, con i vescovi italiani che di certo non sono arrivati impreparati al cambio della guardia e che guarderebbero a Giorgia Meloni senza grandi pregiudizi, come scriveva Matteo Matzuzzi su Il Foglio molto prima che si aprissero le urne.
È stato più loquace il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, che al neo presidente del Consiglio ha indirizzato una lettera, che inizia sottolineando la «pagina storica per il nostro Paese: il nuovo Governo è il primo guidato da una donna nel ruolo di Presidente del Consiglio».
Zuppi riprende i temi già rivolti genericamente ai futuri eletti prima del voto («le povertà, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, il lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, lo snellimento delle procedure burocratiche, le riforme dell’organizzazione democratica dello Stato e della legge elettorale»).
A questi aggiunge «la tragedia della guerra in corso che richiede l’impegno di tutti, in piena sintonia con l’Europa, nella ricerca ineludibile e urgente di una via giusta che possa finalmente condurre alla pace».
La lettera si conclude assicurando «un’interlocuzione costruttiva ispirata unicamente dalla volontà di contribuire al perseguimento del bene comune del Paese e alla tutela dei diritti inviolabili della persona e della comunità».
Nel frattempo al neo premier non è sfuggita la coincidenza tra la data del giuramento, con cui sabato 22 ottobre il suo governo è entrato in carica, e la memoria liturgica di San Giovanni Paolo II: «Un Pontefice, uno statista, un santo. Ho avuto l'onore e il privilegio di conoscerlo e sono onorata che sia il Santo di questo giorno così particolare per me».