L'EDITORIALE
"Glielo diciamo a Gesù?"
Diciamo al Bambino di Betlemme che tutte quelle luminarie presenti sulle strade delle nostre città sono per Lui...
- Per Natale "regalate" La Bussola
di Andrea Tornielli
Editoriali
23_12_2010
Caro Direttore, Glielo diciamo a Gesù? Gli diciamo a Gesù che tutte quelle luminarie nel Corso della città e lungo le strade di periferia sono per Lui ? In paragone con Betlemme prima e dopo la sua nascita, vedrà che noi gli facciamo una grande festa! Anche le botteghe e i supermercati traboccanti di ogni ‘ben di Dio’, e i programmi delle gite e delle vacanza invernali si riaccendono.
Tutto è per il suo Natale. Sarà felice, proprio come un bambino che si vede girare il mondo attorno. Gli diciamo anche di Babbo Natale? Diciamoglielo bene, spiegandogli che si tratta della figura di un Santo, quel san Nicola al quale la pubblicità ha dovuto per forza togliere l’aureola. Sarà felice di tutti quei doni e delle caramelle. Gli diremo anche che attorno al Natale fioriscono tanti gesti di carità, bancarelle in piazza e alle porte delle chiese, iniziative di aiuto ai bambini lontani o malati, tanto bene negli ospedali e nelle case, la Chiarastella nelle strade con le chitarre.
Nella notte di Natale le chiese si riempiono e i cori cantano. Gesù Bambino si stupirà a vedere come è cambiato il mondo da quella notte, quando nessuno si sarebbe accorto di Lui se non scendevano gli angeli dal cielo. Adesso gli uomini si danno il loro bel da fare. Il mondo è cresciuto da quel primo Natale, ha costruito una gran bella cornice attorno a quell’avvenimento, con addobbi e luccichii, perfino con il rischio di nascondere Gesù Bambino. Il quale ci farà un bel sorriso.
Penserà che allora i pastori non si sono resi conto di quale Bambino avevano davanti, e forse nemmeno i magi; la Mamma, Maria, continuava a pensare e a guardare, trattenendo in cuore una meraviglia che la superava; Giuseppe non sapeva cosa dire, e spesso si ritirava in un angolo della grotta, come lo dipingono i pittori.
Caro Gesù! Dovrai riprenderti ancora tutto questo mondo. Dovrai abbracciarlo tutto intero, anima e core, per mostrargli che tutte le strade portano a te, tutti i cori cantano te, tutti i lustrini illuminano te, tutti i desideri domandano te, tutti gli amori trovano compimento in te. Dovrai avere pazienza e aprire un nuovo sentiero nel deserto della città, accendere una nuova luce nei bagliori delle nostre notti, scaldare un nuovo fuoco nelle aridità e solitudini delle nostre famiglie. Vieni a edificare una nuova grotta tra le case sperse della nostra città.
* parroco della cattedrale di Chioggia