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Gli sciami di locuste sono arrivati in Uganda

I primi avvistamenti sono avvenuti tra il 10 e il 13 febbraio. Il piano di disinfestazione aerea incontra l’opposizione dei veterinari preoccupati per gli effetti sul bestiame e sugli uomini

Svipop 17_02_2020

 

Il 10 febbraio, a poche ore dalla fine di un “summit di emergenza” indetto alla notizia che sciami di locuste erano state avvistate in tre aree del Kenya confinanti l’Uganda, il governo ugandese ha annunciato un primo avvistamento di locuste nella regione nord orientale della Karamoja, in due distretti. Che gli sciami arrivassero in Uganda era solo questione di tempo e il governo si è detto pronto ad affrontare l’emergenza. Ma il modo più efficace per combattere una invasione di locuste è la disinfestazione aerea e l’Uganda non dispone né di aerei dotati di erogatori né di insetticidi. Il piano governativo prevede quindi il noleggio di due apparecchi dal Kenya che però ne ha a sua volta pochi e li sta usando per tentare di mettere sotto controllo la situazione sul proprio territorio invaso ormai da settimane. Nell’attesa di poter impiegare degli aeroplani, il governo ha deciso di mettere in campo l’esercito. I militari, opportunamente addestrati, provvederanno alla disinfestazione spargendo insetticidi con bombole spray montate su pickup e trattori. È prevista anche la distribuzione di centinaia di bombolette spray manuali. Il governo ha detto inoltre che sono in corso colloqui con il vicino Kenya per un accordo che consenta interventi transfrontalieri. Nella notte dell’11 febbraio uno sciame è entrato nel distretto di Katakwi dove il giorno successivo è stato inviato un contingente di 100 soldati. Alle 15.00 circa del 12 febbraio dalla regione kenyana del Kasai un altro grosso sciame, si ritiene composto da oltre 40 milioni di insetti, ha raggiunto il villaggio di Nakasepan, nel distretto di Amudat. Due ore dopo ne è stato avvistato un secondo a Komoret, nello stesso distretto. Nel frattempo i veterinari ugandesi hanno espresso preoccupazione per le disinfestazioni aeree temendo che abbiano effetti gravissimi sul bestiame e sulla popolazione. Il dottor Michael Kaziro, ufficiale veterinario dell’Amudat, sostiene che non sono stati eseguiti test per assicurarsi che gli insetticidi impiegati siano sicuri: “si stanno contaminando i pascoli a vari livelli. Se anche gli animali non ne moriranno, i pesticidi saranno nella carne e nel latte che mangeremo. Tutti poi si preoccupano dei raccolti, ma questa regione è pastorale al 90% e ci vorrebbero degli insetticidi mirati. Anche l’apicoltura è una attività economica importante e la produzione di miele crollerà perché moriranno le api. Teniamo conto che il miele è fondamentale nella nostra alimentazione. Per questo non abbiamo molti casi di malnutrizione infantile come invece in altri distretti”.