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SPAGNA

Gli oscuri legami fra Podemos e i regimi socialisti latini

Finanziamenti, scambi di favori, consulenze, contatti e tante affinità ideologiche: c'è ancora tanto da scoprire sul legame (che esiste e si vede) fra Podemos, partito di sinistra spagnolo al governo, e i regimi socialisti del Sud America, soprattutto con l'ex presidente Morales in Bolivia.

Esteri 17_01_2020 Español
Iglesias presta giuramento

Il Cardinale Canizares lo aveva detto più volte, l’ultima solo sei giorni orsono, la “nuova visione della realtà” di cui sarà portatore il Governo delle sinistre spagnole, “è un rischio per la Spagna” . Nulla sarà come prima, avevamo scritto , le prime decisioni lo confermano tragicamente, ma anche gli scandali non mancano. Tra le prime decisioni dei nuovi Ministri e dell’Esecutivo di coalizione e più di sinistra della storia spagnola, dobbiamo ricordarne due. La prima è stata presa dalla moglie del leader di Podemos e attuale Vice Presidente Iglesias, Irene Maria Montero è il Ministro per l’Eguaglianza ed ha nominato in questi giorni le due più influenti leaders del movimento LGBTI spagnolo, Bea e Boti, al secolo Beatriz Gimeno e Boti García Rodrigo alla guida di due cruciali incarichi istituzionali.

La Gimeno è ora alla guida dell’Istituto per le Donne, la Garcia Rodrigo invece è la nuova direttrice del Ministero della nuova area sulla ‘diversità sessuale e LGBTI’. Entrambe sono notissime in tutta la Spagna per considerare l’eterosessualità come “uno strumento politico per sottomettere le donne”, gli uomini come “oppressori” e si sono più volte augurate che gli uomini vengano “penetrati dalle donne” per raggiungere una reale uguaglianza. Non vado oltre, lascio a voi immaginare di quale uguaglianza potrà essere promotore il nuovo Ministro e le sue collaboratrici. Certo fà specie aver l’ennesima conferma, da questa nuova genìa di comunisti-populisti, di una uguaglianza che, dapprima sceglie le mogli dei capi per incarichi di prestigio, poi responsabilizza coloro che si ‘sentono diversi’ per omologare e reprimere i ‘normali’.

La seconda scelta è invece stata fatta dal Presidente Sanchez, confermata dal Consiglio dei Ministri, riguarda la nomina dell’ex Ministro della Giustizia, la socialista e delfina del Premier, Dolores Delgado alla carica di Fiscal General, ovvero una guida della Procura Generale del paese. Il timore e le proteste, sia dei partiti politici sia delle magistrature del paese, seguite a questa nomina politica, si fondano non solo sul rischio di ‘politicizzazione’ delle azioni giudiziarie, ma anche sui consolidati sospetti che con tale nomina Sanchez e Iglesias vogliano spegnere sul nascere ogni possibile indagine fastidiosa.

Il voto di ieri del Consiglio Generale del Potere Giudiziario (organo costituzionale di garanzia per l’indipendenza dei magistrati nell’esercizio delle proprie funzioni), seppur non vincolante, ha scelto di non considerare la ‘idoneità’ della candidata Delgado, limitandosi ad affermare che i termini di legge erano stati rispettati da parte del Governo. Orbene, in un Consiglio spaccato in due (7 contrari/12 a favore) ha dato il proprio favore, non sulla idoneità, ma sulla procedura che l’ha designata. La Delgado è stata, prima della sua entrata in politica, una strettissima collaboratrice del famoso giudice spagnolo Baltazar Garzon, noto per le sue indagini sui Popolari Spagnoli, sui crimini del ‘franchismo’ …sinchè nel 2012 venne espulso dalla magistratura spagnola per alcune gravi irregolarità e prevaricazioni commesse nel corso di alcune indagini. Da allora, qui veniamo al punto, Garzon ha collaborato con le procure di molti paesi latino americani e da qualche settimana è a capo del team di avvocati che difendono l’ex Presidente Morales dalle molte accuse mosse dal Governo boliviano.

Succede in questi giorni che, a seguito delle indagini in corso in Bolivia sulla gestione Morales, sia esploso anche in Spagna lo scandalo del finanziamento inviato da Morales e dal Governo boliviano ad associazioni legate a doppio filo con Podemos. Man mano che le indagini proseguono, avanzano particolari sconcertanti: Morales e la Banca centrale Boliviana pagarono negli anni 2017 e 2018, 1,3 milioni di dollari per 169 mini video per i social media (dai 30 secondi al minuto) forniti dalla Neurona Consulting, società legata a Iglesias e a Carlos Monedero. Monedero, scienziato della politica, è un esponente di spicco di Podemos ed è stato  consulente del Governo Chavez dal 2005 al 2010. Nelle scorse settimane, come già accennato in precedenza, la Procura Generale della Bolivia ha chiamato come testimoni nelle indagini contro Morales ed i suoi ministri, tre esponenti e fondatori di Podemos: Iglesias, attuale Vice Presidente del Governo, Monedero ed Errejon (ora a capo di un nuovo partito spagnolo marxista e populista). Il sospetto è che i legami tra il regime di Morales e Podemos risalgano sin dal 2014, quando lo stesso Morales sostenne pubblicamente il movimento politico di Podemos definendolo, durante una conferenza tenutasi a Roma,  “la miglior speranza per i fratelli spagnoli”. La Procura Generale della Bolivia, non è l’unica ad indagare, lo scorso fine settimana si è appreso che anche la Giustizia di Brasile e Venezuela starebbero indagando su diverse vicende legate al finanziamento ricevuto, direttamente o indirettamente, dai leaders di Podemos Iglesias e Monedero.

Giuramento e nomina dei nuovi ministri del Governo Spagnolo non hanno placato né gli scandali, né gli animi della opposizione iberica che, in questi giorni, ha chiesto formalmente e all’unisono che si faccia piena chiarezza su tutte le vicende che riguardano i finanziamenti ricevuti da Podemos dai ‘regimi’ latinoamericani’. Le preoccupazioni mosse dalle opposizioni e che stanno facendo breccia anche nella opinione pubblica spagnola, nonostante i silenzi di taluna stampa allineata, sono molteplici: quale autonomia possiede Podemos, nei confronti di regimi come quelli di Morales e Maduro? Perché una valente collaboratrice di Garzon, oltreché politica socialista, è stata nominata alla Procura generale del paese? E’ possibile che l’accordo Sanchez-Iglesias includa la fine di ogni collaborazione giudiziaria con i paesi latino americani che stanno indagando i leaders di Podemos? Quale è la vera ragione dell’attacco durissimo di Iglesias, a seguito del primo Consiglio dei Ministri di martedì, verso il Consiglio Generale del potere giudiziario ,organo indipendente simile all’italiano CSM, e l’intera giustizia spagnola sulle vicende per le sentenze del Tribunale Supremo contro i secessionisti catalani?

Ed infine, tema mai realmente chiarito, i finanziamenti ricevuti negli anni dai paesi socialisti di Nicaragua, Venezuela, Bolivia ed Ecuador (forse dall’Iran)  erano trasparenti e dichiarati? Ieri nuovi documenti sono emersi dalle indagini in Bolivia e Venezuela, altri 300 mila dollari da Morales e ben 17.000 documenti (ancora da analizzare) sui legami tra Chavez e Podemos. Il Partito Vox ed il suo leader Abascal, a seguito di queste nuove carte, ieri hanno presentato una denuncia all’Anticorruzione spagnola perché si avviino al più presto indagini e, in caso, si agisca senza indugio. Nel pieno delle polemiche sulla rivoluzione antropologica, sociale e civile che il Governo ed i Ministri di Sanchez stanno avviando, lo scandalo e le richieste di chiarimenti sulla storia e l’attività di Podemos e dei suoi leaders ‘rivoluzionari’,  apre un nuovo fronte di scontro nella politica e nella società spagnola. L’ennesimo tunnel buio che , questo sì, la società spagnola e di molti paesi latino americani (Bolivia in primis) spera venga illuminato al più presto.