Gli ecopeccati sono arrivati: “Quante volte hai usato il detersivo?”
«Confessiamo i nostri detergenti, i nostri cosmetici, i nostri vestiti sintetici». In piena follia da ecopeccati a Massa hanno già iniziato a confessare comportamenti inquinanti. Coprendosi di ridicolo, ma anche avvicinandosi alla "purezza" giacobina che ghigliottinava i virtuosi.
Un amico mi ha inviato la foto di tre foglietti in cui c’è una lunga Confessione da recitarsi dai Fedeli guidati da un Lettore. Nel preambolo c’è una bella incisione antica e si legge: 3 ottobre, cattedrale di Massa, in occasione del beato transito del Serafico Padre (che sarebbe san Francesco d’Assisi). Par di capire che detta Confessione deve essere stata declamata durante la funzione.
Dopo una specie di prefazione, il Lettore (il prete? boh) si rivolge al Signore del Creato, che sarebbe il vecchio Creatore, invocandolo come «Dio di misericordia e giustizia». Poi, scorrendo le risposte alle invocazioni, si trova: «Tutti: confessiamo il nostro abuso di mezzi di trasporto». Non c’è spazio qui per riportare anche le invocazioni del Lettore, ma già avete capito in che cosa è stato coinvolto il solito san Francesco. Limitiamoci alle risposte corali: «Confessiamo i nostri detergenti, i nostri cosmetici, i nostri vestiti sintetici».
Sì, perché, spiega il Lettore (sempre rivolgendosi a Dio), il peccato su cui si invoca misericordia e giustizia è stato perpetrato «ignorando che le loro invisibili microsfere di plastica (dei detergenti, dei cosmetici, dei vestiti sintetici, ndr) finiscono nei corsi d’acqua e negli oceani». Continua la confessione generale: «Confessiamo le nostre discariche, i cumuli di ciò che gettiamo via, confessiamo il nostro iperconsumo di cibo ed energia». E il Lettore torna a invocare: «Convertici dalle nostre pratiche maledette». Addirittura! Qualcuno, scherzando, dopo aver letto l’enciclica ecologica di papa Francesco, Laudato si’, ha ipotizzato che, continuando l’uscita della «Chiesa in uscita» si sarebbe finiti per uscire dall’altra parte e ritrovarsi ben oltre le periferie, a errare (verbo che, non a caso, ha due significati) sperduti.
E che i peccati ecologici sarebbero saliti in cima alla lista nel sacramento della Riconciliazione («Ho sputato il chewing-gum sul marciapiede». «Quante volte, figliolo?»). Scherzava, sì, ma non aveva tenuto conto del famoso clericalismo. Il quale vizio tende spesso ad anticipare i desiderata di chi in quel momento comanda, trasformandone i portatori in quelli che i colti chiamavano «più realisti del re». Certo, chi scrive è ormai vecchio e credeva di averne viste tante.
Ma mai avrebbe immaginato di dover andare all’Inferno perché porta i calzini di nylon. Santa Greta Thurnberg da Stoccolma, intercedi per noi, perché questi cominciano con la misericordia e finiscono con la giustizia. Non a caso, ai tempi di Robespierre, si celebrava la Virtù ghigliottinando quelli che «virtuosi», a parere di chi comandava, non erano. Molti preti non l’hanno dimenticato e, per non finire «refractaires», giurano sulla Costituzione dell’Anno 2019 prima ancora che glielo chiedano. Ahò, e l’a detto er papa! E chi siamo noi per giudicare? Sant’Antonio de Curtis da Napoli, scampaci.