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TATTICHE SINISTRE

Gli “artisti” e i signori della propaganda

Ora che Trump combatte contro l’aborto e taglia i fondi alle multinazionali che ci speculano, la sinistra americana corre ai ripari con la sua migliore arma: la propaganda. E lo fa servendosi dei soliti “artisti” (vedi campagna «Bans off my body») che sarebbero ostracizzati se non si prestassero al gioco. E succede così dappertutto.

Attualità 06_09_2019

Ora che alla Corte Suprema americana c’è, grazie a Trump, una (risicata) maggioranza conservatrice e la famosa sentenza Roe vs Wade che nel 1973 introdusse l’aborto negli Usa rischia per la prima volta di essere seriamente messa in discussione, ora che l’odiato Trump ha tagliato di brutto i finanziamenti statali alla multinazionale Planned Parenthood e ha mandato a dire a quelli dell’Onu che la sua amministrazione per «salute riproduttiva» intende altra cosa, ecco che la sinistra americana corre ai ripari mettendo in campo la sua solita, e migliore, arma: la propaganda. Nella quale è maestra senza rivali, visto che l’hanno inventata i suoi bisnonni giacobini. Così, ha ordinato alla sua corte di «artisti» di mobilitarsi.

È dunque partita la campagna «Bans off my body», che in italiano sta suppergiù per «via i divieti dal mio corpo». Hanno aderito, per ora, in centoquaranta, e i nomi sono i soliti: Lady Gaga, Ariana Grande, Miley Cyrus, Dua Lipa eccetera. Poiché chi di propaganda ferisce di propaganda perisce, se uno solo di costoro si azzardasse a defilarsi partirebbe l’ostracismo. Costoro, infatti, devono tutto al continuo «essere in onda» su qualunque mezzo di comunicazione. Se uno di questi ultimi, o più o magari tutti, li ostracizzano, per loro è finita. E come farebbero fronte alle spese di villa con piscina, auto, colf, estetisti, personal trainer, divorzi e, perché no, pusher?

Nessuno di loro ha un mestiere precedente, e decente, a cui eventualmente tornare, visto che lo showbiz li ha reclutati giovanissimi. E li ha reclutati perché rispondevano a caratteristiche precise, del resto basta dare un’occhiata ai loro video. I quali sono tutti sovrapponibili, stesso agitarsi, stesse musiche, stesso balletto mezzo afro. Qualcuno si chiederà che cosa ci trovino i  giovani  americani in questa roba, ma la spiegazione è che non c’è alternativa, non hanno mai visto altro, questo passa il convento e questo si mangia.

L’impero americano ha un’industria dello spettacolo senza uguali al mondo per potenza e numero di addetti. Ha così plagiato tutto l’Occidente e non solo. Ciò era ancora relativamente positivo quando c’era la Cortina di Ferro e i giovani sovietici rischiavano il carcere per l’agognato possesso di un paio di jeans, che per loro erano simbolo di libertà. Ma poi il tessuto umano degli “artisti” e l’autocooptazione con cui quel mondo si perpetua ha fatto sì che si arrivasse alla situazione odierna.

A Hollywood, tanto per dirne una, c’è un solo  regista non di sinistra, uno solo, Clint Eastwood, che trova produttori per la sola ragione che i suoi film sono campioni d’incassi. Ma ha quasi novant’anni, i liberals devono solo aspettare. Fanno tenerezza, mi si permetta l’espressione, quelli di diverso orientamento che credono di poter cambiare quel mondo dall’interno, penso a Mel Gibson e Jim Caviezel o Everardo Verastegui. Infatti, Gibson è tornato a lavorare grazie alla sua amicizia personale con Jodie Foster (la quale, peraltro, è di ben altra parrocchia). Gli altri due sono semplicemente spariti dalle scene, compaiono solo come testimonial in qualche incontro di evangelici. Non se ne esce.

Per un esempio diverso ma analogo, in Italia l’outsider Salvini ha creduto di potersi misurare con i maestri della politica e i signori della propaganda solo perché votatissimo dal popolo. Illuso.

Dice il Vangelo che i figli della luce sono, nel trattare i loro affari, molto meno accorti di quelli delle tenebre, perciò non c’è partita. L’unica speranza verrebbe dalla preghiera: l’Austria si liberò dei sovietici nel 1953 e l’Italia dal fare la stessa fine nel 1948 a colpi di processioni e Rosari pubblici. Ma oggi, col clero che ci ritroviamo, non è un’opzione praticabile. Resterebbe la famosa Opzione Benedetto, ritirarsi nei santuari e preparare tempi migliori come, appunto, fecero i benedettini nello sfacelo dell’Impero Romano. Ma correremmo il rischio di essere stanati anche da lì. Da orde Lgbt capitanate da certi vescovi.