Giovani innovate. Il Vaticano lancia le sue startup
Giovani, innovate. L'appello è stato lanciatoi da Papa Francesco qualche giorno fa durante la presentazione del primo incubatore di startup in Vaticano. Gli incubatori sono realtà di imprenditori che dedicano spazio e capitali all'avvio di piccole società. L'incubatore presentatio in Vaticano si chiama Scholas.Labs.
Da sempre esiste il pregiudizio che lo sviluppo tecnologico-scientifico e la Chiesa cattolica non siano in buoni rapporti. Da sempre, gli ambienti più laicisti - e, a dire il vero, tanto sentimento comune - imputano al Vaticano la chiusura mentale che ha mosso il Santo Uffizio e l’Inquisizione, sbandierando il caso di Galileo Galilei (e, per i più informati, anche quello di Giordano Bruno) a titolo di esempio. Eppure, è notizia di pochi giorni fa l’iniziativa di papa Francesco di aprire un incubatore di start up - Scholas.Labs (clicca qui) - tra le mura del Vaticano. A dirlo è lui stesso in occasione del IV Congresso Mondiale Educativo delle Scholas Occurrentes (clicca qui), un’organizzazione non governativa nata dall’allora arcivescovo di Buenos Aires Bergoglio che coinvolge 400mila scuole sparse nei cinque Continenti, tutte connesse da tre punti cardine: lo sport, l’arte e, appunto, la tecnologia.
Gli incubatori di startup sono realtà, spesso private, di imprenditori i quali, forti di una profonda conoscenza del business tecnologico o semplicemente affascinati da esso, dedicano spazi e capitali per la creazione di piccole società, appunto startup, che fanno crescere e maturare all’interno delle loro mura. Di quelle iniziative che, effettivamente, riescono a essere vendute perché maggiormente capaci di creare profitti, l’incubatore si tiene una parte del denaro necessario all’acquisto, forte della propria partecipazione azionaria al capitale iniziale. Pertanto, è nell’interesse dell’imprenditore selezionare quelle realtà che più di altre promettono sviluppi elevati e in brevi tempi
Rispetto a queste realtà, Scholas.Labs si segnala per un punto di distacco. Le iniziative, che verranno valutate da una giuria di livello mondiale e, pertanto, parteciperanno alla fase di accelerazione della propria impresa, pescano nell’ambito della tecnologia ambientata all’educazione. La prima volontà non è, quindi, quella di creare profitto, quanto di sostenere la creazione di realtà che si propongono di aumentare l’ampiezza dell’educazione e la sua qualità tramite supporti tecnologici e digitali.
Una valorizzazione che, in Italia almeno, non è nuova. Tra gli incubatoti segnaliamo il Talent Gatden (Tag) (clicca qui) di Davide Dattoli, che tra le sue schiere vanta la presenza di uidu.org (clicca qui), una piattaforma che consente di mettere in contatto Onlus e volontari. Oppure Starteed, una delle più importanti piattaforme di crowdfunding (ovvero di finanziamenti per piccole donazioni) che si adopera per il finanziamento di iniziative anche culturali e sociali (clicca qui), e ha sede all’interno del Tim Working Capital (clicca qui) di Milano. Esiste anche H-Farm (clicca qui), a Roncade, famosa per aver ospitato il Matteo Renzi dopo pochi giorni dalla sua “ascensione” al titolo di premier. Qui, ha sede il Madee di Digital Accademia (clicca qui), un pilastro nell’evoluzione dell’istruzione in ambito digitale.