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LIBIA

Gheddafi dal bunker: "In piazza i criminali di Al Qaeda"

Il Colonnello: nessuna rivolta, è messa in scena di Bin Laden

Attualità 24_02_2011


Mentre si continua a sparare sui manifestanti a Tripoli e a Zawia , Gheddafi torna a parlare. Nella città di Zawia «ci sono infiltrati di Al-Qaeda» che dovrebbero essere «arrestati», ha detto il leader libico in collegamento telefonico con la tv di stato. Secondo il colonnello, i seguaci di Osama Bin Laden «hanno fornito droga» ai giovani della città che protestano contro il governo. «Non c’è nessuna rivolta nel Paese - ha aggiunto Gheddafi - ma è tutta una messa in scena di Al-Qaeda, che vuole mettere le mani sul Paese» . Secondo il Colonnello Al Qaeda «vuole creare un emirato islamico in Libia».

Nel suo discorso tv in collegamento telefonico con l’emittente di Stato, il leader libico ha però messo in guardia da un «intervento militare americano» «con la scusa di combattere i terroristi di Bin Laden». Il Paese «è vittima di un malocchio», ha aggiunto riferendosi alla proteste. «Se la situazione peggiorerà si interromperà anche il flusso del petrolio», ha continuato. Gheddafi ha lanciato un appello al popolo:  «I vostri figli vengono utilizzati per raggiungere uno scopo. Disarmateli e catturateli! Genitori, fratelli, uomini di chiesa, intellettuali, avete una responsabilità: dovete parlare con loro e arrestare chi li ha manipolati».

Forze filo governative hanno attaccato i ribelli che protestavano vicino alla città di Misurata. Vi sarebbero molte vittime. Un bagno di sangue nelle strade: il numero dei morti continua a salire. La Ue, intanto, si tiene pronta ad un intervento militare umanitario in Libia. Lo riferiscono fonti diplomatiche a Bruxelles, precisando che si tratta di «un’opzione possibile». I testimoni oculari lanciano allarmi disperati: «Le milizie di Gheddafi stanno bombardando Zawia, è una strage, la gente sta morendo». «E' un massacro, ed è difficile stimare il numero di morti» ha confermato un ex ufficiale all’emittente Al Arabiya. Il leader libico sarebbe asserragliato con una decina di uomini della sicurezza a lui fedeli in un bunker sotterraneo della caserma di Bab al Aziziya, sobborgo meridionale di Tripoli. Lo riferisce la tv panaraba al Arabiya.

La Libia è un Paese spaccato. Tripoli e le zone intorno alla capitale sono in mano a Gheddafi, il resto del Paese, Cirenaica soprattutto, è ormai controllato dai ribelli. E adesso gli insorti alzano il tiro annunciando di voler marciare verso la capitale. Furibondi per la feroce repressione scatenata dal regime nella Libia occidentale, in larga misura ancora sotto il controllo governativo, i rivoltosi che si sono impadroniti praticamente di tutta la parte est del Paese, fino alla frontiera con l’Egitto.

«Il nostro obiettivo è Tripoli. Se non riesce a liberarsi da sola», ha puntualizzato uno dei leader della protesta, durante un’assemblea pubblica tenutasi nel Municipio di Beida, terza città libica per importanza, e presieduta da alcuni generali che hanno disertato per passare con i dimostranti. Ognuno degli ufficiali è stato applaudito a lungo non appena ha preso la parola. «Ho lasciato il mio lavoro e sono venuto a Beida per solidarietà con il mio popolo», ha proclamato per esempio Salah Mathek, già in forza al comando anti-crimine della polizia.  

Secondo il New York Times anche migliaia di mercenari africani sarebbero in marcia per sostenere il regime. Il rais «ha richiamato» le forze speciali guidate dai figli, segmenti dell’esercito fedeli alla sua tribù e i loro alleati, mercenari africani addestrati in questi anni e che hanno probabilmente già combattuto in Sudan, spiega il quotidiano statunitense. La presenza di queste forze è visibile nella capitale, dicono i testimoni citati dal Nyt: «Sembra la Somalia», dozzine di posti di blocco sono stati istituiti sulle strade principali da mercenari e uomini in borghese. «Chiedono non solo i documenti, ma anche di dimostrare il proprio sostegno a Gheddafi, altrimenti sono problemi», ha raccontato un testimone. «I comitati rivoluzionari stanno cercando di uccidere tutti coloro che si oppongono a Gheddafi».

Intanto l'emergenza immigrazione spaventa l'Europa. L'Ue teme l'arrivo di un milione e mezzo di profughi nel Mediterraneo. Dalla Libia può arrivare un’ondata di immigrazione di «proporzioni catastrofiche» e l’Europa non può «lasciare l’Italia da sola», ha detto il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, all’arrivo al Consiglio europeo Affari Interni a Bruxelles. Il ministro ha parlato di una vera e propria «emergenza umanitaria» e ha ricordato che «esiste il pericolo Al Qaida». L’Alitalia ha sospeso i voli di linea con Tripoli.