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COMMISSIONE D'INCHIESTA

«Fuori tutta la verità sul Forteto». Ma il Pd vota no

Una commissione di inchiesta parlamentare sulle coperture politiche che la comunità per minori Il Forteto ha goduto per quasi trent’anni, diventando così un infernale lager di abusi e violenze sessuali. La richiesta viene dall'onorevole di Fi Deborah Bergamini. Ma il Pd ha già detto di no e ha fatto slittare la decisione.

Politica 09_07_2015
Deborah Bergamini, responsabile della comunicazione di Forza Italia

Al Pd la violenza sui bambini non interessa, almeno quella che per quasi trent’anni è stata esercitata sui ragazzi della comunità Il Forteto”, diventata un infernale lager di abusi e violenze sessuali.  Vuole oscurare la verità politica anche dopo la sentenza che ha riconosciuto colpevoli di abusi sessuali e maltrattamenti il fondatore, Roberto Fiesoli (condannato in primo grado a 17 anni e mezzo di carcere)  altri 15 tra i suoi più stretti collaboratori. É la denuncia di Deborah Bergamini, responsabile della comunicazione di Forza Italia dopo il rinvio da parte delle Camera della mozione nella quale l’onorevole chiede al governo di «porre in essere ogni iniziativa per accertare e definire responsabilità e manchevolezze politiche e istituzionali», sollecitando il commissariamento della cooperativa Il Forteto «in modo tale da dissociarla dalla precedente gestione». Rinvio dovuto alla contrarietà manifestata dal Pd che con Franco Vazio, ha già annunciato il voto contrario alla mozione. Posizione duramente commentata dalla Bergamini: «Dopo la sentenza di Firenze e il lavoro svolto dalla Commissione regionale d’inchiesta, le istituzioni dovrebbero essere unite nel sancire una  discontinuità e una sincera ricerca delle responsabilità in una vicenda così grave. Il Pd sembra voler continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto». 

Sul caso Forteto, il ministero della Giustizia ha chiesto alla Procura e al Tribunale di Firenze la trasmissione degli atti relativi al processo. Dunque, la questione è sul tavolo del premier Renzi che dovrà decidere se continuare a far finta di nulla o se schierarsi con chi, invece, vuol fare piena chiarezza su una vicenda terribile che coinvolge un pezzo di magistratura toscana insieme ad esponenti di rilievo della sinistra. Responsabilità che coinvolgono direttamente anche la cooperativa agricola, dove Fiesoli mandava i ragazzi a lavorare. Quando la magistratura avviò le indagini, il governo dispose (agosto di due anni fa) una verifica ministeriale: nel verbale finale i due ispettori governativi confermavano gravi anomalie nella gestione della cooperativa, chiedendone il commissariamento. Ma il governo Renzi lo respinse, mettendo così la sordina all’inchiesta. Ora, però, ci sono le pesanti condanne del Tribunale di Firenze a Fiesoli e soci: abbastanza per motivare l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta. 

Ma se la disponibilità del Pd è quella manifestata dal suo rappresentante in commissione, c’è ben poco da sperare. Insomma, il Forteto continua a rappresentare un incubo per il Pd: gli stretti legami economici (attraverso la Lega delle cooperative guidata dall’attuale ministro del Lavoro Poletti) con la cooperativa, ma soprattutto per il credito politico elargito  generosamente a Fiesoli, riconosciuto come il “Profeta”. Nella comunità di Vicchio del Mugello è passata tutta la dirigenza prima ex Pci e oggi Pd: parlamentari, membri della segreteria, esponenti di primo piano e assessori, tutti lì a lodare il modello di assistenza per i ragazzi disagiati inventato dal Profeta. In realtà, un confuso mix di pseudo teorie educative e violente pratiche correttive fondate sulla pedofilia e la libertà sessuale. Avvallate pure dal silenzio di assistenti sociali, giudici del Tribunale dei minori, funzionari di Asl e amministratori “distratti” o interessati.

Solo il coraggio e la tenacia dei parenti delle vittime alla fine hanno rotto il muro di omertà, battendosi fino a che le ripetute denunce non sono diventate precisi atti di accusa sfociati poi nel processo.  E oggi la vicenda giudiziaria si arricchisce di un nuovo capitolo: la Procura di Firenze sta infatti indagando sugli affidi fatti negli anni alla cooperativa mugellana. Agenti della polizia giudiziaria hanno sequestrato una consistente mole di documenti per capire se i controlli che competevano agli assistenti sociali siano stati fatti secondo le regole o se invece, come sostengono alcune vittime, in qualche modo condizionati e pilotati.