Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Colombano a cura di Ermes Dovico
PENETRAZIONE CULTURALE

Fratelli Musulmani in Europa, la stampa se ne accorge

La pubblicazione del libro inchiesta francese Qatar Papers ha come risvegliato dal coma l'opinione pubblica europea su un problema che va avanti da decenni. Si tratta della penetrazione, sia politica che culturale, dei Fratelli Musulmani e della loro agenda di islam politico radicale. Il Qatar agisce neanche troppo nell'ombra per promuoverli

Esteri 30_08_2019
Il Corano

Anche la grande stampa italiana sembra essersi finalmente accorta che l'esistenza del progetto di conquista dell'Occidente da parte dei Fratelli Musulmani non è una congettura, ma una realtà di fatto che avanza sulla spinta dei finanziamenti del Qatar.

Il clamore suscitato dalla recente uscita in Francia del libro inchiesta Qatar Papers ha attirato una maggiore attenzione sul fenomeno, o per meglio dire minaccia, anche da parte d'importanti quotidiani e riviste nazionali. Su di questi si registra infatti la frequente pubblicazione di articoli e approfondimenti che denunciano le attività di proselitismo condotte dalla Fratellanza attraverso la sua rete capillare di moschee, associazioni, imam e militanti radicatasi ormai stabilmente in territorio europeo, Italia compresa.

L'ultimo della serie è l'articolo apparso su Il Foglio del 26 agosto dal titolo "Così il Qatar usa le banche di Londra per propagare l’islamismo", nel quale in sostanza si riassumono i contenuti di un editoriale del britannico Times risalente al 5 agosto (meglio lentamente che mai). "I qatarini stanno esportando l'islam politico in Occidente", ha titolato il Times e Il Foglio rilancia: "Il piccolo emirato è impegnato nell'islamizzazione dell'occidente". Cosa ne pensa il noto studioso Olivier Roy, che dai banchi del Meeting di Rimini ha recentemente dichiarato con incredibile leggerezza che "l'Islam politico è morto?". 

Il Times ha gettato luce sul ruolo dell'Al Rayan Bank, di proprietà del Qatar e basata nel Regno Unito, nel finanziamento di organizzazioni e individui implicati in attività terroristiche e legati ai Fratelli Musulmani. Un ruolo, occorre aggiungere, condiviso con la Turchia di Erdogan, divenuta una piattaforma dalla quale sono liberi di operare i Fratelli Musulmani non solo mediorientali ma del mondo intero. Nel mese di giugno era stato il Wall Street Journal, con ben due articoli, a denunciare l'aiuto ad aggirare le sanzioni del Consiglio di Sicurezza offerto dal Qatar a terroristi inseriti nella lista nera dell'ONU. Doha ha facilitato il loro accesso a conti bancari depositati presso la Qatar National Bank e congelati sulla base della Risoluzione 1267, sfruttando la presenza di lacune nelle procedure. 

D'altro canto, l'allarme lanciato dal giornalismo continua a non essere raccolto dalle autorità di governo e dai leader politici dei paesi occidentali, da cui non è giunto neppure un sussulto dopo la pubblicazione di Qatar Papers o degli articoli dei suddetti quotidiani. Orecchie e occhi serrati per non dover sentire e vedere quello che accade alla luce del sole, frutto di decenni d'indefesso lavoro di penetrazione del tessuto sociale, culturale e politico dell'Occidente da parte dei Fratelli Musulmani. Negli Stati Uniti, Trump ha accusato il Qatar di finanziare il terrorismo, a sostegno dell'embargo e della linea dura diplomatica adottati nei confronti di Doha dal Quartetto arabo anti-terrorismo. Il presidente americano si è spinto fino a esprimere l'intenzione di designare i Fratelli Musulmani come organizzazione terroristica, sull'esempio del Quartetto. Accuse e intenzioni, tuttavia, si sono dimostrate parole al vento al cospetto degli investimenti ultra-miliardari promessi dall'emiro Tamim Al Thani nella sua recente visita d'affari a Washington, che sono serviti letteralmente a ricomprare l'amicizia di Trump. 

"Pecunia non olet" vale tanto negli Stati Uniti quanto in Europa, con la differenza che nel caso americano almeno un sussulto c'è stato, per quanto inconcludente, mentre nel vecchio continente la passività della classe dirigente è davvero a dir poco sconcertante. Come se nulla fosse, l'islam politico, dato perfino per morto, prosegue nella sua espansione, riempendo i vuoti lasciati colpevolmente da leader indifferenti e spesso conniventi, perché attratti ideologicamente dai Fratelli Musulmani, che il PD in Italia considera "moderati", o perché più interessati al proprio tornaconto personale che a quello dell'Europa. Non stupisce, allora, il fatto che, come nota uno degli esperti intervistati dal Times, il Qatar non faccia nulla per nascondere il suo sostegno all'agenda fondamentalista della Fratellanza. Non deve prendersi neppure la briga di dissimulare, malgrado i ripetuti allarmi lanciati dai media. Quando i governi di Europa e Stati Uniti si assumeranno la responsabilità d'intervenire?