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IL CONCISTORO

Francesco crea cinque nuovi cardinali

Andate dietro a Gesù, «decisamente sulla sua via». Questo l'invito che Papa Francesco ha rivolto ai cinque nuovi cardinali, creati ieri nel concistoro pubblico annunciato con sorpresa lo scorso maggio. Li chiama dalla fine del mondo, pastori delle periferie geografiche per attuare quella decentralizzazione della Chiesa che papa Bergoglio ha come punto importante del suo “programma”.

Ecclesia 29_06_2017

Andate dietro a Gesù, «decisamente sulla sua via». Questo l'invito che Papa Francesco ha rivolto ai cinque nuovi cardinali, creati ieri nel concistoro pubblico annunciato con sorpresa lo scorso maggio. Li chiama dalla fine del mondo, pastori delle periferie geografiche per attuare quella decentralizzazione della Chiesa che papa Bergoglio ha come punto importante del suo “programma”.

I CINQUE NUOVI CARDINALI

L'unica berretta cardinalizia consegnata a un presule di un paese tradizionalmente cattolico è quella a Juan José Omella, 71 anni, arcivescovo di Barcellona in Spagna, un vescovo molto impegnato nella pastorale sociale e sul fronte della solidarietà, lontano dalle espressioni di piazza per le battaglie culturali sulla vita e la famiglia. Le altre porpore sono pastori di chiese piccole o comunque periferiche nella cattolicità.

Sono Jean Zerbo, 73 anni, arcivescovo di Bamako (Mali), il carmelitano Anders Arborelius, 68 anni, vescovo di Stoccolma (Svezia); Luis Marie-Ling Mangkhanekhoun, 73 anni, vicario apostolico di Paksé (Laos) e Gregorio Rosa Chávez, 74 anni, vescovo ausiliare di San Salvador (El Salvador).

SRADICARE IL PECCATO DEL MONDO

Il Papa nella sua breve allocuzione indica ai neo cardinali, ma parla a tutti quelli presenti in S.Pietro, il cammino di Gesù verso Gerusalemme, nell'orizzonte della Croce. Il Cristo, dice Francesco, «sa bene che cosa lo attende e ne ha parlato più volte ai suoi discepoli. Ma tra il cuore di Gesù e i cuori dei discepoli c’è una distanza (…) [i discepoli] Non guardano la realtà! Credono di vedere e non vedono, di sapere e non sanno, di capire meglio degli altri e non capiscono…».

Per questo bisogna tenere di fronte «la realtà», che è quella «che Gesù ha presente e che guida i suoi passi. La realtà è la croce, è il peccato del mondo che Lui è venuto a prendere su di sé e sradicare dalla terra degli uomini e delle donne».

Con la berretta i neo cardinali hanno ricevuto anche l'anello cardinalizio e il titolo, cioè l'assegnazione a una chiesa di Roma. Dopo il concistoro i cinque, insieme a Francesco, si sono recati al monastero Mater Ecclesia per incontrare Benedetto XVI, in quella che è ormai divenuta una consuetudine.

LA FISIONOMIA DEL FUTURO CONCLAVE

Il gruppo di cardinali elettori comincia a prendere sempre più la forma gradita a Papa Francesco, più periferie, meno Europa e, soprattutto, sempre meno uomini della curia romana e presuli italiani. Anche vecchie consuetudini sono saltate, e sedi tradizionalmente cardinalizie, ad esempio Venezia o Philadelphia, non sono più sufficienti per entrare nel collegio cardinalizio. Dei 121 elettori, 49 li ha creati Francesco seguendo in modo preciso le sue convinzioni, molto più di quanto non abbiano fatto Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.

CHAVEZ IL COLLABORATORE DEL BEATO ROMERO

Un'altra rivoluzione è stata quella della creazione a cardinale di Gregorio Rosa Chávez, perchè si tratta di un vescovo ausiliare. Per la prima volta nella storia della Chiesa, infatti, ci sarà una diocesi, San Salvador, in cui si troverà un vescovo titolare che ha come ausiliare un cardinale. Ma la sintonia tra Chavez e Francesco è tanta, tra l'altro il neo cardinale è stato stretto collaboratore del beato vescovo Oscar Romero, l'arcivescovo dei poveri ucciso nel 1980 mentre celebrava messa. Chavez condivide in pieno la scelta evangelica per i poveri e l'impegno per la pace, al punto che, si legge nella biografia distribuita ieri dal Vaticano, «continuerà a risiedere tra i poveri senza modificare il suo stile di vita».

Proprio il neo cardinale sud americano ha rilasciato una dichiarazione molto eloquente sull'azione del papa venuto quasi dalla fine del mondo. «Siamo in un momento meraviglioso della Chiesa, il Papa vuole che sia irreversibile», ha dichiarato Chavez. «Ci possiamo chiedere da che parte andrà questa corrente ma nessuno può fermarla. Francesco è il nuovo Giovanni XXIII. Siamo in un momento incredibile della Chiesa».

IL CASO ZERBO

Peraltro, anche Omella nel suo indirizzo di saluto iniziale a nome di tutti e cinque i nuovi cardinali ha sottolineato la loro volontà di seguire le indicazioni della rivoluzione pastorale del Papa. «Non vogliamo essere una Chiesa autoreferenziale. Vogliamo essere», ha detto utilizzando quasi le stesse parole ripetute più volte da Francesco, «una Chiesa pellegrina per le strade del mondo alla ricerca di tutti».

L'arcivescovo di Barcellona ha tenuto il discorso iniziale di ringraziamento, nonostante secondo consuetudine tutti si aspettavano lo tenesse il primo dell'elenco, cioè l'africano Zerbo; ma il neo porporato del Mali è stato soggetto di alcune controverse vicende. E per qualcuno questo inusuale cambio di programma iniziale potrebbe essere legato proprio a queste curiose voci. Secondo un'inchiesta di Le Monde, il cardinale Zerbo sarebbe titolare insieme ad altri vescovi di un conto svizzero con 12 milioni di dollari di cui non sarebbe chiara origine e destinazione, ma i vescovi respingono le accuse dichiarando la totale «trasparenza» dei conti della conferenza episcopale malese. Ma, imbarazzi a parte, le cose forse meritano di essere ancora approfondite. A ciò si è aggiunto il balletto circa la partecipazione di Zerbo al concistoro, secondo alcune notizie, fatte arrivare anche in Segreteria di Stato, il presule non avrebbe presenziato per problemi di salute, poi, invece, è regolarmente arrivato a Roma.

DUE CHIESE PERIFERICHE

Luis Marie Mangkhanekhoun, vicario apostolico di Paksè, è il primo cardinale del Laos, un paese in cui i cattolici sono meno dell'uno per cento su 7 milioni, qualcosa come una piccola diocesi italiana. Nel gennaio scorso ha raccontato la sua storia al Papa, una storia fatta anche di carcere perchè accusato di “far propaganda a Gesù”.

A suo modo è una chiesa periferica anche quella del neo cardinale di Stoccolma, Anders Arborelius, visto che si trova in un paese secolarizzato e in cui il cattolicesimo è minoritario. E' il primo vescovo cattolico di origine svedese dai tempi della riforma luterana e primo cardinale dei Paesi nordici europei. Accolse il Papa durante il discusso viaggio che Francesco, nell'ottobre scorso, ha intrapreso in Svezia per la commemorazione ecumenica dei 500 anni dalla riforma luterana.