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Islam

Forse il governo turco dietro il sequestro di due coniugi cristiani

Un parlamentare avanza l’ipotesi che la scomparsa di due coniugi, ultimi cristiani di un villaggio del sudest, rientri nella politica governativa contro il ritorno dei cristiani nei luoghi di origine

C’è una nuova ipotesi in merito alla vicenda dei coniugi cristiani, Houmouz Diril e la moglie Simoni, scomparsi l’11 gennaio dal villaggio di Meer, nel sud est della Turchia. Il 20 marzo era stato rinvenuto il cadavere della donna, ai margini di un torrente. Del marito tuttora non si hanno notizie. Subito era circolata la notizia, poi smentita, che fossero stati sequestrati da membri del partito indipendentista curdo PKK. In una recente intervista rilasciata all’agenzia di stampa Bianet il parlamentare del partito di opposizione Partito democratico dei popoli Tuma Çelik ha dichiarato che i due anziani coniugi sono vittime della politica dello stato che vuole impedire ai cristiani di tornare nei loro luoghi di origine. “Abbiamo come l’impressione – dice il parlamentare – che persone potenti dell’apparato statale vogliono impedire una nuova presenza cristiana dell’area mediante l’arresto di abitanti dei villaggi, della nostra gente, ivi compresi i sacerdoti”. Il riferimento è all’arresto del monaco assiro Sefer Bilecen, della chiesa di Mor Yakup, avvenuto il 9 gennaio scorso. Il sacerdote era stato rilasciato alcuni giorni dopo, ma contro di lui è stata formalizzata l’accusa di complicità con organizzazione terroristica per aver aiutato e dato copertura a esponenti del PKK. Houmouz Diril, 71 anni, e la moglie Simoni, 65 anni, erano tornati da circa dieci anni a Meer, il loro villaggio di origine. Erano gli ultimi due cristiani del villaggio, rimasti nonostante le ripetute richieste delle autorità di andarsene. L’agenzia AsiaNews ricorda che nella regione ci sono molti villaggi di tradizione siriaca e cristiana, i cui abitanti erano stati cacciati durante la guerra fra turchi e indipendentisti curdi. Con l’inizio del periodo di de-escalation e il processo di pace – spiega Tuma Celik – era iniziato il loro ritorno: “in risposta le autorità turche hanno promosso una campagna di intimidazioni e attacchi, per scoraggiare il rientro delle popolazioni cristiane e la coppia di coniugi Diril è stata una delle prime, e delle poche, a sfidare i divieti imposti dall’alto”.