Fontana in mostra a Milano
Nella sede della Regione Lombardia in mostra tre vie Crucis realizzate nell'arco di dieci anni in cui l'autore si misura con la morte e l'eternità.
Per chiunque desideri visitare la mostra allestita a Palazzo Lombardia, nuova sede del governo regionale, che riunisce le tre Vie Crucis realizzate da Lucio Fontana nell’arco dei dieci anni successivi al suo ritorno in Italia, la più suggestiva chiave di lettura è offerta da quanto scritto da Giovanni Testori su Il Corriere della Sera del 2 ottobre 1988, in occasione dell’esposizione di una di esse a Parma che celebrava, così, i venti anni dalla morte del maestro.
“Ben più che in altre opere sacre di Fontana l’eterna verità dell’ actus tragicus del Golgota sembra qui appartenere, tutta, al nostro tempo, proprio perché mira sempre ad uscirne; forse per catturare quello spazio incommensurabile e indicibile, in cui, avendo compiuta la volontà del Padre, il Cristo è tornato.” Il "qui" cui si riferisce lo scrittore milanese sono le prime quattordici stazioni, quelle del 1947, l’anno del rientro dall’Argentina, suo paese natale, e del Primo Manifesto dello Spazialismo con il quale l’artista proponeva il superamento della tradizionale distinzione tra pittura e scultura, contestualmente professando l’eternità dell’arte ma non la sua immortalità. L’arte è eterna, in quanto gesto, e mortale, in quanto materia.
E con la morte e l’eternità si misura Fontana affrontando il tema della Passione, suggerito, in questo caso, non da una specifica committenza ma da un’esigenza propria dell’artista, spinto, per citare sempre Testori, “da una sua privatissima tensione”. Si tratta di un’opera a tutto tondo, perfetto esempio del suo periodo barocco, nella quale una prorompente energia attraversa la materia e la plasma, in un processo di continua metamorfosi. La ceramica, caratterizzata da un acceso cromatismo, prende così forma espandendosi in un spazio tutto suo, completamente autonomo.
Il secondo approccio al medesimo soggetto sacro risale agli anni 1955 – 1956 ed è il complesso scultoreo per la Casa Materna Asili Nido Ada Bolchini Dell’Acqua, acquisito da Regione Lombardia e da quest’ultima lasciato in deposito presso il Museo Diocesano del capoluogo lombardo a partire dal prossimo mese di maggio.
La terza e ultima, in ordine di tempo, è, invece la via Crucis conservata oggi presso la Cripta della Chiesa di San Fedele di Milano ma realizzata nel 1957 per l’ istituto di beneficenza delle Suore Carline. Non essendo stato possibile, per motivi logistici, esportarla, in mostra essa è resa fruibile attraverso l’ausilio di schermi multimediali.
Il percorso espositivo evidenzia la diversità delle soluzioni elaborate nel giro di soli dieci anni dall’artista. Se nelle prime stazioni l’elemento plastico è decisamente predominante, quelle successive, pensate entrambe in rapporto ad un ambiente specifico ed entrambe parti di una decorazione più ampia che invadeva, caratterizzandola, l’architettura, sono altorilievi su uno sfondo. La prossimità temporale dell’esecuzione non comporta un’analogia formale: gli ovali in terracotta di San Fedele sembrano negare qualsivoglia dimensione spaziale, proponendo in primo piano le figure e i simboli della Passione che acquisiscono, così, una forte valenza evocativa. Dalle sagome ottagonali della Via Crucis cosiddetta “bianca”, per il colore prevalente della ceramica, emergono, invece, segni che incidono, graffiandolo, lo spazio, conferendo alle immagini un’intensa drammaticità.
Dall’ammirazione di queste opere si evince l’evoluzione della ricerca scultorea di Fontana indirizzata sempre più verso risvolti concettuali: essa diventa, via via, pensiero, un pensiero che oltrepassa il limite contingente, la fisicità e plasticità della materia, arrivando ad identificarsi in puro rapporto con lo spazio e, quindi, inevitabilmente, con l’infinito.
LUCIO FONTANA: VIE CRUCIS
1947 - 1957
Milano, Palazzo Lombardia
17 marzo - 30 aprile 2011
Orario: da martedì a domenica 10 – 19, giovedì 10 – 20. Lunedì chiuso
Ingesso libero
info: 800.318.318