Fiducia supplicans vista da Melloni
In un articolo dedicato al conclave lo storico, capofila della scuola di Bologna, menziona la controversa Dichiarazione. E la boccia.
Fiducia supplicans non piace nemmeno a "sinistra". Malgrado i funambolismi dottrinali, forieri di non poche controversie e di sconcerto nel mondo cattolico, i progressisti non la ritengono sufficientemente progressista. E la bocciano, beninteso per ragioni diametralmente opposte a quelle espresse qui su La Bussola, e a maggior ragione non prive di interesse.
Alberto Melloni, capofila della "Scuola di Bologna", vi dedica alcune dense e impietose righe (che riportiamo per intero) nel più ampio contesto di un articolo dedicato alle possibili riforme del conclave, menzionando, appunto «il maremoto provocato da Fiducia supplicans – l’istruzione della Dottrina della fede sulla benedizione delle coppie “irregolari” che», scrive Melloni, «passerà agli annali come inutile (chi lo faceva continuerà, chi è ostile la negherà), inefficace (se l’obiettivo era silenziare il dibattito nel Sinodo tedesco questo è stato mancato), controproducente (la descrizione dell’amore fra persone dello stesso sesso fornita in quell’atto è più astiosa e ingiusta di quella del catechismo) e volgare (la raccomandazione di contenerla in 15 secondi che è un sesto di quella dedicata a una stalla)».
Un maremoto inutile, inefficace, controproducente e persino volgare. Lo dice Melloni, non certo ascrivibile ai "critici del Papa" che per qualcuno costituiscono il problema principale della Chiesa odierna.