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L'INTERVISTA/ BEATA KEMPA

Fermare la deriva europea, Ue sempre più super-Stato

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Debito comune, per le emergenze. Poi una politica fiscale comune, infine un bilancio comune? Ue sempre più super-Stato. Parla Beata Kempa, deputata polacca.

Esteri 24_02_2024
Beata Kempa (al centro)

Beata Kempa è un politico polacco di lungo corso: per 15 anni nel Parlamento polacco, ex capo della Cancelleria dei primi ministri della Polonia Szydlo i Morawiecki e dal 2019 deputato del Parlamento Europeo, del partito Polonia Sovrana (Suwerenna Polska). Negli ultimi anni passati tra Bruxelles e Strasburgo ha potuto conoscere bene la situazione nei centri di potere dell’Ue e i meccanismi della politica comunitaria. Ne abbiamo parlato con l’on. Kempa.

Per lottare contro le conseguenze della pandemia di Covid-19 a Bruxelles si è deciso di fare il debito comune dei Paesi dell’Unione Europea. Doveva essere un caso eccezionale, una mossa “forzata” causata dalla pandemia. Ma si scopre che lo stesso meccanismo è stato applicato al programma d’aiuto all'Ucraina.

Onorevole, davanti ai nostri occhi si sta formando un'unione fiscale?
Bisogna chiarire una cosa: le regole dell'Unione Europea non prevedevano la possibilità di creare un debito comune o di sostituire bilanci dei Paesi membri con un bilancio centrale. Invece questo si sta facendo e ciò ogni mese crea nuovi problemi. Da qui l’improvvisa svolta verso il fiscalismo.

Perché l’Ue ha bisogno sempre di più soldi?
Perché chi governa oggi l’Ue ha tendenze megalomani e ha creato il grande buco nel bilancio comunitario. Prendiamo per esempio la “svolta” verde. Si sapeva dall’inizio che non ci sono soldi per realizzare il pacchetto Fit for 55: la Commissione europea ne era consapevole fin dall'inizio ma, furbescamente, ha voluto scaricare i costi del pacchetto sui Paesi membri.

L’unione fiscale è un altro passo verso la centralizzazione dell’Ue?
Senz’altro. Vediamo cosa sta succedendo. Sempre più ambiti della nostra vita sono subordinati alle decisioni di Bruxelles. Qualsiasi motivo è buono per centralizzare le decisioni nell’UE. Ora si sono aggrappati al fatto della guerra tra Russia e Ucraina e le decisioni devono essere prese più velocemente. Magari da 15 persone che tengono il potere. Ogni pretesto è buono per procedere sulla strada di costruzione del superstato oligarchico europeo.

E l'unione fiscale sarà uno dei primi passi?
Penso che la Commissione Europea ci farà indebitare tutti, ma questi enormi prestiti dovranno essere ripagati. E alla fine diranno: le cose sono andate molto lontano, abbiamo un debito comune, comune bilancio, piani comuni per il futuro, quindi dobbiamo accettare la formazione di un superstato. Inoltre, per realizzare questo scopo Bruxelles vuole costringere tutti i Paesi a introdurre la valuta Euro.

E abolire il diritto di veto?
L’oligarchia di Bruxelles combatte molto duramente il potere di veto dei Paesi membri. La sua abolizione viene percepita come una priorità. Oggi le decisioni riguardanti bilancio e le questioni fiscali devono essere sempre unanimi. Se riesce ad attuare il piano di abolire il potere di veto, non c'è niente e nessuno che fermerà Bruxelles ad introdurre nuove tasse. Col tempo – e non è fantascienza – verranno aboliti i bilanci nazionali.

Ma tutto questo vuol dire cambiare radicalmente l’Unione Europea, stravolgere i Trattati…
È ovvio che a Bruxelles vogliono cambiare i Trattati dell’Ue nel senso di federalizzazione o addirittura di centralizzazione. Ma si fa tutto questo quasi alla chetichella. In Polonia e Ungheria vogliamo sensibilizzare i nostri connazionali sul problema della federalizzazione dell’Ue perché la gente ha diritto di sapere in quale direzione sta andando l’Europa. Purtroppo, noto che in altri Paesi dell’Ue non c'è stata una discussione sull'argomento, quali azioni vengono intraprese riguardo alle modifiche del Trattato.

Sembra una congiura non soltanto dei politici ma anche dei media…
Ogni volta che veniva sollevata la questione del cambiamento dei trattati, facevamo un’analisi approfondita dei media europei. E – attenzione! – soltanto i media polacchi e ungheresi erano veramente interessati a questo problema. Temo che la gente si sveglierà a cose fatte, quando si renderanno conto che i loro Paesi hanno perso la loro sovranità e loro vivranno in un superstato europeo.

Ma la gente sembra svegliarsi: basta vedere gli scioperi degli agricoltori in tutta l’Europa che hanno capito che i primi nemici della agricoltura europea siedono nelle istituzioni dell’Ue…
E hanno ragione. Le folle politiche verdi di Bruxelles colpiscono prima di tutto loro. Ma volevo sottolineare un altro fatto: l’Ue è un moloch assetato sempre di soldi. Ogni fonte di denaro è buona ma si provvede anche a tagliare i fondi come quello per la politica agricola comune. Questo si può vedere chiaramente: il Parlamento Europeo e la Commissione chiedono agli agricoltori di ridurre la loro attività e allo stesso tempo si progettano accordi con gli altri Paesi extra Ue e organizzazioni internazionali che porterebbero alla distruzione dell’agricoltura. L'implementazione del pacchetto Fit for 55 è accompagnato da una campagna di propaganda che presenta gli agricoltori come inquinatori del pianeta (l'allevamento e colture che emettono gas serra). Per ora Bruxelles chiede agli agricoltori di ridurre parte della loro attività, dopo taglierà i programmi di aiuto all’agricoltura. Allora hanno regione gli agricoltori indicando le politiche dell’Ue come causa dei loro guai.

Come si può fermare questa deriva dell’Ue?
Soltanto con le prossime elezioni per il Parlamento europeo che, secondo me, saranno le più importanti nella storia dell’Ue allargata.