Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
LEGGE APPROVATA

Eutanasia, il Portogallo pro life spera nel presidente

Dopo l'approvazione della legge sull'eutanasia, i pro life portoghesi auspicano la decisione di rinviare il testo alla Corte Costituzionale e si appellano al presidente della Repubblica, il cattolico Rebelo de Sousa. Intervista al leader pro life Pinheiro Torres

Vita e bioetica 03_02_2021

Il Parlamento portoghese ha approvato la legge sull'eutanasia anche se nel paese si è registrata a gennaio la peggiore diffusione e numero di morti dall’inizio della pandemia (i morti da inizio 2021 sono stati più di 5600, nell’intero anno 2020 erano stati 6972). La priorità del Governo Socialista e delle Sinistre è stata l’eutanasia e così hanno votato 218 deputati (sono 230) e il voto è stato: 136 a favore, 78 contro e 4 astenuti.

L’iter della legge, osteggiato da centinaia di gruppi e associazioni pro life e pro family e da tutti i leaders religiosi e Vescovi del paese, era iniziato per volere dellla maggioranza Socialista, Ambientalista e della Sinistra lo scorso 20 febbraio 2020.  Ora la legge sarà sottoposta al cattolico Presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa (rieletto la scorsa settimana) che potrà promulgarla, porre il veto politico (e poi il parlamento potrebbe rivotarla) o mandarla alla Corte Costituzionale.  

Questa ultima decisione è la più auspicabile per le centinaia di organizzazioni pro life e pro family che da anni si battono perchè venga rispettata la dignità umana del malato ed incrementate le cure palliative.

I Vescovi Portoghesi hanno reagito alla approvazione della legge esprimendo “tristezza e indignazione”, ribandendo l’impegno “a salvare più vite possibili”, riaffermando la inconsituzionalità della legge, la necessità di potenziare le cure palliative e sfidando “l’involuzione culturale senza precedenti” che affligge il paese. La Bussola ha intervistato Antonio Pinheiro Torres, Vice Presidente della “Federação Portuguesa pela Vida”, che raccoglie decine di associazioni e gruppi pro life del paese.

Tutti i movimenti Prolife, tutti i leader religiosi e centinaia di migliaia di cittadini hanno inviato una chiara richiesta di referendum sull'eutanasia, ma è stata rifiutata. Cosa pensate della loro decisione e quali saranno le vostre prossime iniziative?
Come è stato detto in molti articoli sulla stampa negli ultimi giorni, questo atteggiamento dei membri del parlamento (decidere di legiferare in materie non presentate nei programmi elettorali alle ultime elezioni, rifiutare la richiesta popolare di un referendum e ora approvare questa legge) mostra due aspetti preoccupanti: l'imperio dell'ideologia sulla realtà e un approfondimento della distanza tra l'ambiente politico e la vita della gente comune. Siamo preoccupati anche perchè in uno dei maggiori partiti politici del Portogallo (il partito socialdemocratico, membro del PPE) il 18% dei deputati ha votato a favore dell'eutanasia in aperto contrasto con il proprio programma politico.

A questo punto, quale decisione auspicate dal Presidente della Repubblica?
La decisione migliore sarebbe quella di inviarla alla Corte Costituzionale. Infatti, una sentenza della Corte che decidesse per l'incostituzionalità di una parte o di tutta la norma, sarebbe l'unico modo per porre fine alla legge o limitarne gli effetti maligni. Noi sosteniamo che le disposizioni della legge siano chiaramente incostituzionali, non solo quelle che riguardano la protezione della vita umana ("La vita umana è inviolabile" si dice nell'articolo 24 della Costituzione) ma anche per la parte che riguarda i doveri del governo verso i cittadini: protezione della sua integrità fisica e psichica, diritto alla salute, sostegno ai più fragili, diritti della famiglia, ecc. Tutto ciò è contraddetto dalla legge approvata.”

Dalle vostre iniziative dell'anno scorso contro l'eutanasia, è nata una collaborazione ampia ed interreligiosa straordinaria.
La cooperazione interreligiosa è uno dei punti che ci rende più felici in queste campagne. È bello vedere come la semplice amicizia e il fare insieme iniziative politiche contribuisca a capirsi meglio. Ci troviamo tutti come una cosa sola e questo rende evidente per tutti che questa unità nasce dalla grande importanza della questione: la dignità di ogni uomo dal concepimento alla morte naturale.

Quale partito politico potrebbe rappresentare meglio le ragioni prolife e pro-family e cosa si aspetta per le prossime elezioni...?
È la domanda più delicata e fondamentale. Il movimento prolife è indipendente dai partiti, ma non c'è interesse ad avere un partito prolife. Dobbiamo invece coinvolgere più persone prolife nei partiti e far crescere la presenza e l'influenza delle nostre ragioni nei partiti. È necessario anche cambiare il sistema elettorale (ora si votano le liste bloccate di ogni partito), dobbiamo passare ad un proporzionale con preferenza e liberare il voto democratico nel paese per le prossime elezioni locali (2021) e politiche (2023).