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LA FIGURA

Ester, la regina che salvò il suo popolo

A rischio della sua stessa vita, con la sua intercessione presso il re, salvò gli ebrei esuli in Persia. Ecco la vicenda di Ester, prefigurazione di Maria, che mostra come chi confida in Dio non resti deluso.

Ecclesia 09_05_2022

Insieme a Giuditta, è l’eroina più nota dell’Antico Testamento. Il nome di Ester è legato a quello dell’omonimo libro biblico, nonché a una delle festività ebraiche più importanti, la festa di Purìm, o “delle Sorti”, che si celebra il 14 e 15 del mese di Adar, in ricordo della salvezza - come narrata nelle Scritture - degli ebrei perseguitati in Persia.

Sono state tramandate due diverse versioni del Libro di Ester, una in ebraico (preservata dai Masoreti), e l’altra più lunga, in greco, nella versione dei Settanta. Le due versioni si differenziano per più particolari (nomi, numeri, date, ecc.), nonché per sensibilità religiosa (il riferimento a Dio rimane implicito nel testo ebraico, mentre è esplicito nel testo greco), ma la Chiesa le considera entrambe ispirate. Diamo uno sguardo al testo greco, che a seguito del Vaticano II ha recuperato la preminenza liturgica che aveva nella Chiesa cattolica di lingua latina prima della Vulgata di san Girolamo (il quale tradusse il testo ebraico).

Siamo nel regno di re Artaserse (Assuero nel testo ebraico). Contro di lui viene ordito un complotto, sventato da Mardocheo, un esule giudeo che presta servizio alla corte del re. In quello stesso periodo un’altra ebrea, Ester, cugina di Mardocheo e sua figlia adottiva, viene scelta per entrare nell’harem del re. Mardocheo le raccomanda di non rivelare a nessuno di essere giudea. Lei obbedisce. Per la sua grande bellezza e grazia, Ester viene infine scelta tra tutte le fanciulle e incoronata regina (in luogo della ribelle Vasti).

Per gli ebrei sembra che la vita proceda tranquilla. Ma ecco che il re innalza grandemente un suo alto funzionario, Aman, fino a ordinare che tutti a palazzo si prostrino davanti a lui quando lo incontrano. Mardocheo - per non peccare di idolatria - non si prostra. Aman, insuperbito, pianifica di uccidere lui e tutti i giudei in terra di Persia. E per scegliere il giorno dello sterminio, getta le sorti: queste cadono sul 14 del mese di Adar. Con l’assenso del re, e il sigillo reale, Aman manda lettere a tutte le 127 province sotto il dominio di Artaserse, ordinando il massacro di tutti i giudei nel giorno fissato.

Non appena venuto a conoscenza del piano malvagio, Mardocheo si straccia le vesti, indossando un sacco e cospargendosi di cenere. Informa quindi Ester, la cui origine ebrea è ancora ignota alla corte, dell’editto contro di loro e le chiede di andare dal re per intercedere per il suo popolo. Ma la regina, che da trenta giorni non è chiamata alla presenza di Artaserse, esita per un motivo preciso: chiunque vada nel palazzo interno del re, senza essere chiamato, rischia la vita. Mardocheo manda allora un messaggero a riferirle queste parole: «Ester, non dire a te stessa che tu sola potrai salvarti nel regno, fra tutti i Giudei. Perché se tu ti rifiuti in questa circostanza, da un’altra parte verranno aiuto e protezione per i Giudei. Tu e la casa di tuo padre perirete. Chi sa che tu non sia diventata regina proprio per questa circostanza?».

Convintasi, Ester manda a dire a Mardocheo: «Va’ e raduna i Giudei che abitano a Susa e digiunate per me: per tre giorni e tre notti non mangiate e non bevete. Anch’io e le mie ancelle digiuneremo. Allora, contravvenendo alla legge, entrerò dal re, anche se dovessi morire». Mardocheo fa come gli è stato chiesto, eleva la sua preghiera al Signore e tutti gli Israeliti si mettono a invocare Dio con tutte le loro forze. Ester si toglie le vesti lussuose, vestendo abiti miseri e a lutto. Si riempie la testa di ceneri, umiliando il suo corpo per tre giorni. Piena di contrizione, eleva dunque un’intensa preghiera di lode e di supplica a Dio.

Al terzo giorno, fattasi splendida, si presenta al re, che - alzando il viso - «al culmine della collera la guardò». Ester sviene e cade a terra. Ma «Dio volse a dolcezza l’animo del re», che la prende tra le braccia e infine le chiede: «Che cosa vuoi, Ester, e qual è la tua richiesta? Fosse pure metà del mio regno, sarà tua». La sua richiesta vera e propria sarà esplicitata al secondo banchetto da lei organizzato, presente Aman. Il re rinnova la sua domanda ed Ester dice: «Se ho trovato grazia davanti al re, sia risparmiata la vita a me, secondo la mia domanda, e al mio popolo, secondo la mia richiesta. Infatti siamo stati venduti, io e il mio popolo, siamo stati venduti per essere distrutti, uccisi e fatti schiavi, noi e i nostri figli, per diventare servi e serve; ma io finsi di non udire, perché quel calunniatore non è degno del palazzo del re». In breve, Aman viene impiccato al palo che il perfido funzionario aveva fatto preparare per Mardocheo. Il resto, dopo le nuove lettere con il sigillo reale mandate alle 127 province, è la vittoria dei Giudei nel giorno che avrebbe dovuto segnare la loro rovina.

La Chiesa venera Ester come santa e negli antichi martirologi latini la sua festa è fissata all’1 luglio. La sua figura è anticipatrice di colei che la divina Grazia ha innalzato a Regina dell’universo. Come disse Benedetto XVI nel 2006: «La Chiesa orante ha visto in questa umile regina [Ester] che intercede con tutto il suo essere per il suo popolo che soffre, una prefigurazione di Maria, che suo Figlio ha dato a tutti noi come Madre; una prefigurazione della Madre che protegge col suo amore la famiglia di Dio che peregrina in questo mondo».