Esce in Italia il libro di Padre Martin "Un ponte da costruire"
Esce in Italia il libro di Padre Martin "Un ponte da costruire" a favore dell'omosessualità con prefazione dell’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi.
Il 24 maggio uscirà in Italia il libro di Padre James Martin, consultore del Segretariato per le Comunicazioni, "Un ponte da costruire", traduzione del suo “Building a Bridge” che sta facendo molto parlare di sé perché espone tesi chiaramente a favore dell’omosessualità. L’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi ha scritto la prefazione al libro.
Il Corriere della Sera ha intervistato Padre Martin. Il giornalista Gian Guido Vecchi gli domanda quale è l’accusa più ingiusta che ha ricevuto il suo libro. Padre Martin risponde: “Che il libro vada contro gli insegnamenti della Chiesa. Assolutamente no! Non vengono messi in discussione gli insegnamenti circa le relazioni o il matrimonio con persone dello stesso sesso”. Ma poco dopo l’intervistatore lo provoca nel seguente modo: “Il Catechismo parla di ‘inclinazione oggettivamente disordinata’. Lei scrive che l’espressione ‘appare come una crudeltà gratuita’”. E Martin così ribatte: “Molte persone Lgbt mi hanno riferito che questa frase ferisce profondamente. Certo, dobbiamo capire che è una terminologia teologica con un significato preciso che viene dalla filosofia tomista. Ma per una persona Lgbt vuol dire che una parte essenziale di sé — quella che ama, anche se con un amore mai espresso sessualmente — è disordinata”. E dunque per non infastidire la coscienza delle persone omosessuali la Chiesa dovrebbe tacere in merito al giudizio da dare sulle inclinazioni omosessuali e non esprimersi in modo limpido? Lo stesso non si potrebbe predicare sulle altre pulsioni che spingono a compiere il male?
E poi in merito al giudizio sulle relazioni omosessuali Martin aggiunge: “Alcuni vescovi europei hanno indicato che stanno riflettendo su come riconoscere il buono che esiste in queste relazioni. Dobbiamo ascoltare queste intuizioni.[…] Un mio amico gay per vent’anni si è preso cura del suo compagno. È questa, senza dubbio, una forma di amore”. Ma se la relazione omosessuale è intrinsecamente disordinata non si può trovare nulla che in quella stessa relazione sia buona. Bene dunque se il conoscente di Padre Martin avesse accudito il compagno per spirito di amicizia, male se gli atti di accudimento fossero stati innervati da un affetto omosessuale. Nel primo caso potremmo parlare di amore di amicizia, nel secondo caso non si potrebbe usare la parola “amore”.
Dunque ci sono abbastanza prove, già in questa intervista senza nemmeno andarsi a leggere il libro, per dire che le tesi di Padre Martin sono inconciliabili con la dottrina cattolica.