Escalation continua senza un negoziato Usa-Cina
L’impressione è che Pechino incoraggi l’escalation militare di Pyongyang con l’obiettivo di indurre gli USA a un negoziato bilaterale che coinvolga tutte le questioni strategiche aperte nel Pacifico Occidentale: dal nucleare nordcoreano alle tensioni circa le armi fornite da Washington a Taiwan fino all’espansionismo cinese a spese degli altri Stati rivieraschi negli arcipelaghi contesi.
Mosca ritiene che i tentativi degli Stati Uniti di spostare la responsabilità per il programma missilistico nucleare di Pyongyang su Russia e Cina siano insostenibili. Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri russo, resa nota in un contesto di forte tensione bilaterale in cui alle nuove sanzioni USA la Russia ha risposto con l’espulsione di 755 diplomatici statunitensi.
“Riteniamo che siano in corso tentativi per sostenere che Mosca e Pechino avrebbero un atteggiamento indulgente nei confronti della Corea del Nord. Biasimo per questa indulgenza che si basa su un'accusa insostenibile".
Si tratta solo dell’ultima conseguenza del secondo lancio di un missile balistico intercontinentale Hwasong-14 da parte del regime nordcoreano. Il test, effettuato il 28 luglio era peraltro atteso dall’intelligence americana il giorno prima, in occasione del 64° anniversario dell’armistizio della Guerra di Corea.
Il lancio, il 14° da inizio anno, è avvenuto dalla provincia settentrionale di Jagang e il missile ha percorso poco più di mille chilometri raggiungendo una quota di circa 3mila chilometri. Lo Hwasong 14 è accreditato di un’autonomia di almeno 10 mila chilometri se lanciato con traiettoria operativa tesa a raggiungere la massima distanza e sui accredita quindi come un missile balistico intercontinentale in grado di colpire anche il territorio statunitense.
L’agenzia di stampa nordcoreana KCNA ha precisato che il missile intercontinentale ha percorso 998 chilometri in circa 47 minuti, raggiungendo un’altitudine massima di 3.724 chilometri. “Kim Jong-Un ha espresso grande soddisfazione per il test perfettamente riuscito”, ha riportato ancora l’agenzia aggiungendo che “il leader ha dichiarato con orgoglio che il test ha anche confermato che il territorio degli Stati Uniti è alla nostra portata di tiro” e che il missile è in grado di imbarcare testate atomiche.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Stati Uniti e Corea del Sud hanno condotto esercitazioni militari congiunte e una coppia di bombardieri B-1 dell’Usaf è decollata da Guam per sorvolare Giappone e Corea del Sud. Il Pentagono ha reso noto che sta considerando “le possibili opzioni di una risposta militare” contro la Corea del Nord.
Intanto il test ha avuto l’effetto di accelerare il dispiegamento del sistema di difesa missilistica americano THAAD che aveva sollevato tante contestazioni a Seul e che fa infuriare Pechino per la capacità del suo radar di penetrare in profondità lo spazio aereo cinese.
La reazione di Mosca citata in apertura è dovuta al fatto che Stati Uniti e Giappone hanno concordato sulla necessita che Cina e Russia contribuiscono nell'esercitare pressione diplomatica su Pyongyang. In una nota la Casa Bianca ha riaffermato "il ferreo impegno" per difendere il Giappone e la Corea del Sud da ogni attacco e che Pyongyang costituisce una "grave e crescente minaccia" rivolta a Washington, Seul e Tokyo.
Forte irritazione era stata espressa anche dall'ambasciatore Usa all'Onu, Nikki Haley per la quale "è finito il tempo di parlare di Corea del Nord" mentre il vicepresidente Usa, Mike Pence, ricorda che “tutte le opzioni sono sul tavolo”.
Domenica Donald Trump si è detto “molto deluso dalla Cina. I nostri passati governanti hanno permesso alla Cina di fare centinaia di miliardi di dollari all'anno col commercio, ma la Cina non fa niente per noi con la Corea del Nord, solo parole. Non permetteremo più che questo continui. La Cina potrebbe risolvere facilmente questo problema".
Pechino ha condannato il test nordcoreano e ha invitato Washington a non mischiare le questioni commerciali con gli aspetti strategici ma è evidente che potrebbe premere su Pyongyang in modo più incisivo poichè la sopravvivenza della Corea del Nord dipende dai rifornimenti cinesi.
L’impressione è che Pechino incoraggi l’escalation militare di Pyongyang con l’obiettivo di indurre gli USA a un negoziato bilaterale che coinvolga tutte le questioni strategiche aperte nel Pacifico Occidentale: dal nucleare nordcoreano alle tensioni circa le armi fornite da Washington a Taiwan fino all’espansionismo cinese a spese degli altri Stati rivieraschi negli arcipelaghi contesi del Mar Cinese Meridionale e Orientale.
Un negoziato globale tra grandi potenze in cui Pechino potrebbe cercare di barattare con Washington il disarmo nucleare e missilistico della Corea del Nord con l’accettazione del dominio cinese sugli arcipelaghi della cosiddetta “lingua di bue”.