Embrioni brevettabili? Le possibili alleanze
La Corte federale stabilisce che è "contrario all'etica pubblica". La richiesta era arrivata dall'associazione ambientalista Greenpeace.
E’ un’evidenza: quando si ragiona ci si allea. Magari non si sarà d’accordo su tutto, ma le alleanze sono possibili, ben al di là di quanto sbandiera il laicismo più sfrenato che vorrebbe le visioni etiche ridotte a tifoserie. E’ il caso della brevettabilità della vita umana embrionale: c’è chi vorrebbe usare gli embrioni umani come medicine, e ovviamente, in quanto farmaci come gli altri, brevettarli e farci i soldi. No, ha detto la Corte Federale tedesca nel 2006: gli esseri umani non si brevettano! Perché “contrario all’etica e alla politica pubblica”. E quello che da una parte stupisce ma anche dà speranza, è che la richiesta non sia stata fatta da gruppi religiosi, ma da Greenpeace, la nota e laicissima associazione ambientalista.
Dunque non per forza siamo diversi e dunque separati: ci si può incontrare, e collaborare.
Già collaborai col noto ambientalista Enzo Tiezzi, Premio Prigogine per l’ecologia, e da lui ricevetti e ricevemmo tutta la solidarietà nella lotta contro la manipolazione genetica degli esseri umani e la fecondazione in vitro. Dunque non mi risulta strana questa comunanza con gli ambienti “verdi” sui temi della vita e della manipolabilità della stessa. Ora, la rivista Nature riporta che la corte di giustizia della Comunità Europea dovrà giudicare il ricorso verso questa sentenza tedesca, sollevato da alcuni ricercatori. Speriamo che in Europa siano così lungimiranti come in Germania, e che l’Italia dia man forte per confermare la sentenza tedesca.
Si tratta in fondo di riconoscere kantianamente che “nessun essere umano può essere considerato uno strumento per altri umani”, ma deve essere sempre e solo visto come un fine in sé. E usare gli embrioni, piccolissimi esseri umani secondo la fede e la scienza, per curare qualcuno è inaccettabile. Tanto più brevettarli come fossero delle macchinine.
In qualunque libro di scuola media si insegna correttamente che l’inizio della nostra vita è l’unione delle due cellule che formeranno l’embrione; e come potrà un ricercatore o un politico lasciare insegnare al proprio figlio questa verità, che ha la stessa validità del teorema di Pitagora e le tabelline, e infatti sono entrambe insegnate a scuola…. e giustificare al figlio stesso che quando servono a qualcuno queste vite umane cessano di essere vite umane? Per magia? Rendiamo relative anche le tabelline e Pitagora?
Seguiremo la vicenda europea e invitiamo chi in Europa ha responsabilità a seguirla con attenzione e cura, perché ne va della dignità di ciascuno di noi, e della vita di tanti nostri piccoli simili. Invitiamo anche gli amici di Greenpeace a dialogare su questo tema, perché non vogliamo mettere bandiere su nulla, ma solo cercare insieme a loro verità, dignità umana e rispetto dell’ordine naturale, che anche a loro sta a cuore, con tutte le legittime differenze e proprie distinzioni. Per questo merita lavorare insieme.