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PERUGIA

Educazione porno-gay a scuola, vietato protestare

Il tribunale di Perugia dispone il sequestro di una pagina web del Forum delle famiglie con il video di una conferenza in cui si mostrano i volantini diffusi dall'Arcigay in un liceo del capoluogo. Denunciato Simone Pillon, che aveva portato il caso del Liceo Alessi di Perugia come esempio della rieducazione gender in atto nelle scuole.

Educazione 20_01_2015
Il volantino diffuso al Liceo di Perugia

29 giugno 2014, Assisi: si tiene la conferenza dal titolo “Sarà ancora possibile dire mamma e papà?”. Tra i relatori c’è Simone Pillon, portavoce del Forum delle Associazioni familiari dell’Umbria e membro del direttivo nazionale; tra i presenti in sala l’arcivescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino.

Tra i mille esempi di “assedio” gender nelle scuole, Pillon cita il caso del Liceo scientifico Alessi di Perugia dove il 18 aprile 2012 un attivista dell’associazione Arcigay Omphalos – invitato per tenere una relazione su Identità di genere e omofobia – aveva messo a disposizione dei ragazzi di terza liceo (16-17 anni) un volantino dal contenuto porno-gay, a insaputa del preside. Pillon mostra il volantino e ne legge alcune parti a mo’ di esempio, poi si sofferma sulla parte delle iniziative a cui vengono invitati gli studenti, una vera e propria promozione dell’omosessualità. Tra queste c’è il Welcome Group, gruppo di benvenuto, e – visti i contenuti precedenti – Pillon dice ironicamente “…Non voglio entrare nei dettagli su come sarà il benvenuto…”.

A questo punto ci si potrebbe aspettare qualche denuncia da parte dei genitori, la cui responsabilità educativa garantita dalla Costituzione è stata palesemente violata al Liceo Alessi; una ispezione del Ministero dell’Istruzione per la diffusione di materiale pornografico a minorenni all'interno della scuola. Niente di tutto questo. Al contrario le denunce partono contro Simone Pillon, non appena il video della conferenza – nei giorni successivi – viene caricato sul sito del Forum umbro delle famiglie. L’accusa è diffamazione a sfondo omofobo.

E il bello – si fa per dire – è che i giudici perugini hanno dato ragione all’associazione Omphalos e disposto il sequestro della pagina web con il video incriminato. Secondo i giudici infatti l’intervento di Pillon è effettivamente «offensivo e lesivo della reputazione dell’associazione Ompholos Arcigay-Arcilesbica», perché «nel corso dell’intervento, colorito da una sferzante ironia, Simone Pillon ha in primo luogo diffuso notizie non corrispondenti al vero sull’attività di informazione e di prevenzione svolta dall’associazione», che sarebbe quella di «prevenzione delle malattie veneree, come per altro risulta chiaramente da una corretta e non dolosamente distorta lettura dei volantini». Il giudice poi rimprovera a Pillon di avere descritto il volantino in questione come un tentativo di avviare all’attività omosessuale, cosa che non sarebbe vera.

In realtà, e anche tenendo conto che il tema dell’incontro non era la prevenzione delle malattie veneree, basta dare un’occhiata alle due facciate del volantino per capire di cosa si tratta: già le figure sono esplicite, con due ragazzi nudi in posa ammiccante da una parte e idem due ragazze dall’altra. E poi le istruzioni sono in alcuni casi riferibili anche a prevenzione per la salute, ma altre sono chiaramente finalizzate a suggerire tecniche per raggiungere un maggiore piacere erotico. «Puoi aumentare l’eccitazione della tua partner usando lubrificanti rigorosamente a base acquosa», tanto per fare un esempio, non pare proprio un’indicazione per prevenire le malattie veneree. In ogni caso, afferma Pillon, «resta il fatto che i dettagli impiegati per spiegare l’uso dei presidi era talmente dettagliato da descrivere di fatto particolari tecniche omosessuali e giochi erotici».

Inoltre nella conferenza «nessuno ha eccepito circa l’astratta liceità giuridica delle attività proposte da Omphalos. Il problema posto è sulla liceità morale e l’opportunità di diffondere tali pubblicazioni tra persone minorenni in un contesto formativo, sotto l’egida di un ente educativo come il liceo scientifico Alessi e senza il consenso dei genitori».

Ma per il giudice questi evidentemente sono dettagli insignificanti, soprattutto è la testimonianza che ormai il disegno di legge Scalfarotto viene già applicato anche se non è sato approvato in Parlamento. La libertà di espressione vale solo se si stampano vignette con la Santissima Trinità in atti sodomiti, mentre una semplice ironia sulle proposte omosessuali, più che giustificata dal contesto è meritevole di censura.

È un fatto gravissimo, segnale di una deriva totalitaria che pare inarrestabile, con l’avverarsi di quanto già prefigurava papa Francesco parlando di scuole ridotte a campi di rieducazione gender. Al punto che il senatore Carlo Giovanardi ha presentato ieri una interpellanza al ministro della Pubblica Istruzione e al ministro della Giustizia (analoga iniziativa è stata annunciata dall'on. Eugenia Roccella) nella quale – dopo aver ricordato l’inaudita sentenza perugina – chiede «quali iniziative intenda intraprendere per contrastare questo assedio alle scuole italiane da parte di alcune associazioni gay e garantire a chi dissente la libertà di pensiero, critica e “sferzante ironia”, cardine delle nostre libertà costituzionali». Risponderà qualcuno?