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(BASSA) POLITICA

E Renzi "paga" Alfano in poltrone

Mossa prevedibile, ma assai spudorata. Renzi fa un rimpasto di governo e premia il Ncd di Alfano con un ministro e 4 sottosegretari. Così si assicura anche il voto del partitino sul ddl Cirinnà e puntella il governo in un passaggio difficile. Ma il "poltronismo" di Alfano è troppo smaccato per non avere conseguenze elettorali.

Politica 30_01_2016
Renzi e Alfano

Mossa prevedibile, ma assai spudorata. La scelta di Renzi di formalizzare il rimpasto di governo due giorni fa è tutt'altro che casuale. Così come non lo è l'individuazione dei profili selezionati per le caselle da riempire. Il premier doveva risarcire il Nuovo Centrodestra dopo il siluramento dell'ex Ministro dei trasporti e delle infrastrutture, Maurizio Lupi, premiarlo per l'appoggio leale e quasi acritico su Italicum e riforme costituzionali, e ipotecare la sua fedeltà per il prossimo futuro.

Aumentare da 56 a 64 il numero di poltrone di questo esecutivo, far salire a 12 il numero di rappresentanti del Nuovo Centrodestra è il prezzo che Renzi deve pagare per non correre rischi nelle prossime votazioni al Senato e per non consegnarsi mani e piedi al ricatto di verdiniani e minoranza dem. Ma la posta in gioco è soprattutto una: la legge sulle unioni civili.

In questo momento di difficoltà, nazionali e internazionali, il Presidente del Consiglio non può permettersi la bocciatura del ddl Cirinnà. Il partito di Alfano, con la sua trentina di senatori, potrebbe quindi risultare determinante. E a questo punto cosa farà il partito di Angelino? Come potrà mettere i bastoni fra le ruote a un premier che l'ha gratificato con un nuovo ministero (gli Affari regionali a Costa) e con varie poltrone da sottosegretario? E allora per salvare capra e cavoli, incarichi di governo e formale difesa del valore della famiglia naturale, ecco l'escamotage: accettare che la legge sulle unioni civili passi, magari con il contentino di qualche modifica sulle adozioni, pur di non mettere a rischio la tenuta dell'esecutivo; partecipare al Family Day per galvanizzare i cattolici e la propria base elettorale (ammesso che ci sia ancora); rinviare lo scontro sui valori fondamentali a un referendum abrogativo di quella legge, tutto da preparare e da far digerire all'opinione pubblica, che,nei prossimi 12 mesi, sarà già chiamata alle urne per le elezioni amministrative e per il referendum confermativo sulla riforma Boschi, senza escludere l'ipotesi di una fine anticipata della legislatura.

In altri termini, sfilare in piazza per difendere la famiglia naturale e annunciare un referendum abrogativo della legge sulle unioni civili consente al Nuovo Centrodestra di lavarsi la coscienza rimanendo incollato alle poltrone. E l'interesse di Renzi, oltre che dello stesso Alfano, è di puntellare un partitino accreditato dai sondaggi di un misero 3%, che perde pezzi in sede nazionale e soprattutto sul territorio, e che fa fatica perfino a presentare proprie liste alle prossime elezioni amministrative.

Il Ministro dell'Interno riesce con questo rimpasto a spegnere, o quanto meno a congelare per un po', i malumori interni al suo partito, distribuendo poltrone di governo. Confida così di preservare la compattezza, peraltro comunque incerta, dei suoi gruppi parlamentari e il loro sostegno leale al governo. La verità è che Ncd è ormai in un vicolo cieco: Renzi sembra quasi vergognarsi dell'alleanza con quel partito, perché i sondaggisti dicono che fa perdere voti al Pd. La minoranza dem, già insofferente verso la linea neocentrista del premier, difficilmente accetterebbe un'alleanza organica con Ncd alle prossime politiche. Nel centrodestra, ormai a brandelli,c'è il veto salviniano sugli alfaniani e quindi non ci sono margini di ricomposizione. Ncd governa con Lega e Forza Italia in Lombardia e in altre realtà territoriali, mentre alle prossime amministrative sta cercando di fare accordi col Pd nelle principali città, proprio per testare su base locale l'alleanza di governo.

Ma quanto può durare con questo "strabismo" un partito che, sommato al vecchio Udc, rischia di non raggiungere neppure la soglia del 3% prevista dall'Italicum? Non sarà che, appannandosi la "ragione sociale" di un partito a prevalente ispirazione cattolica, cioè la difesa di valori come la famiglia e la vita, il suo elettorato possa sentirsi scarsamente invogliato a rivotarlo? Forse nel breve periodo il "poltronismo" paga e regala briciole di potere, ma fra qualche anno chi si ricorderà di Gentile e degli altri neosottosegretari dell'ultima infornata alfano-renziana?