È possibile parlare di Cristo risorto
Se andiamo a ricercare i segni della risurrezione nel gran campo del mondo, tutto sembra soccombere nella voragine del male assoluto. Ma il Figlio di Dio, disceso a raccogliere l’umanità fino all’estremo confine della perdizione, risorge per portare a compimento l’opera di ricostruzione dell’umano. Cristo risorto non si è rifugiato nel trono dei cieli ma entra nelle nostre case.
Come parlare di Cristo risorto? Appena tenti di toccarlo, Egli svanisce come davanti alle mani protese della Maddalena; appena gli occhi si aprono a intravvederlo, non lo vediamo più alla nostra tavola, come i discepoli di Emmaus.
Se andiamo a ricercare i segni della risurrezione nel gran campo del mondo, tutto sembra soccombere nella voragine del male assoluto. La mamma che vede partire il figlio per la gita scolastica a Parigi nel giorno in cui un aereo viene scagliato contro le montagne, vive un incubo fino a quando il figlio non rientra a casa. Il cuore umano è un mistero di male e di bene. Il male si accanisce contro uomini e donne e bambini, rapiti e uccisi; contro chiese e case, e musei che custodiscono il passato e aprono il futuro; contro bimbi appena concepiti nel grembo; contro il sentimento amoroso di padri e madri; corrompe avvenimenti e persone nella menzogna delle parole e delle promesse, e rinchiude ciascuno nel cerchio di un’ingorda soddisfazione.
Nello stesso tempo, il cuore umano freme per la voglia di vivere: i fiori di primavera ci spuntano sotto i piedi. Un gesto di accoglienza e di perdono, accolto o trasmesso, risana la vita. Vedi fidanzati decisi a una dedizione duratura; sperimenti la grata compagnia di sposi fedeli; ti sorprendi per la pazienza infinita della donna accanto al marito malato. Dio è qui, Trinità che ci ha creati a sua immagine e somiglianza; siamo specchio dell’intelligenza e dell’amore divino.
È possibile parlare di Cristo risorto perché la risurrezione non è l’incantato risveglio di un uomo che s’era pacificamente addormentato nella morte. Risorge il Crocifisso, colui che è entrato nel prodigio e nel dramma della nostra umanità, nella tragedia del rinnegamento e del tradimento, della sofferenza e della morte. Il Figlio di Dio, disceso a raccogliere l’umanità fino all’estremo confine della perdizione, risorge per portare a compimento l’opera di ricostruzione dell’umano. Continua a percorrere le strade del mondo, cerca e ama ciò che era perduto; risana l’uomo ferito dai malfattori e perdona la donna perduta. Cristo risorto non si è rifugiato nel trono dei cieli ma entra nelle nostre case, semina misericordia e raccoglie il frutto della speranza.
Ci fa suoi amici e continua a condividere la vita con noi. Nella fatica e nel dolore dei giorni, una grazia dirompente ci accompagna, rianima i cuori affranti e guarisce le anime ferite. Riporta a bellezza i volti delle persone e ricostruisce ogni giorno le mura della nuova Gerusalemme, la Chiesa, dove Egli ci convoca perché lo testimoniamo al mondo.