E ora il nudo in San Pietro: in Vaticano la sicurezza è una priorità?
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Prima l'attivista che danneggia il gruppo del Laocoonte, poi appena due settimane fa lo squilibrato che riesce ad entrare nel cortile di San Damaso eludendo i posti di blocco. E adesso l'esibizionista che profana l'altare di San Pietro, per cui sarà urgente una riparazione immediata. Evidentemente la sicurezza non sembra essere una priorità del Vaticano. Oggi celebrata una Messa di riparazione.
La notizia e l’immagine hanno fatto il giro del mondo. Un oltraggio che mai si sarebbe dovuto verificare. Giovedì sera, poco prima della chiusura della Basilica di San Pietro, un uomo di circa trent’anni è entrato nella basilica, si è spogliato ed è salito in piedi sull’altare maggiore, sotto il ciborio del Bernini, con indossate solo le scarpe. Sulla schiena una scritta facilmente leggibile: “Save the children in Ukraine”.
Sarebbe interessante sapere chi, i sampietrini e la gendarmeria vaticana, pensassero fosse quell’uomo: il Discobolo che correva a recuperare il suo disco? Fatto sta che l’uomo è riuscito a salire sull’altare, mettersi comodamente in posa, per farsi fotografare e riprendere. L’immagine che si sta diffondendo ovunque mostra molte persone attente a non farsi scappare la scena con i loro telefonini, ma nessun cenno di presenza degli addetti alla basilica.
Che l’uomo fosse o meno in pieno possesso delle facoltà mentali, ai fini della dissacrazione conta poco: salire in piedi sull’altare, con le scarpe e in costume adamitico, è un atto estremamente grave, che richiede una pronta e adeguata riparazione, come previsto dal can. 1211 del Codice di Diritto Canonico: «I luoghi sacri sono profanati se in essi si compiono con scandalo azioni gravemente oltraggiose, che a giudizio dell'Ordinario del luogo, sono tanto gravi e contrarie alla santità del luogo da non essere lecito esercitare in essi il culto finché l'oltraggio non venga riparato con il rito penitenziale, a norma dei libri liturgici». Ci si augura che in Vaticano esista ancora un minimo di senso non solo del luogo sacro, ma anche e soprattutto dell’altare, dove viene celebrato il Santo Sacrificio.
Il sito Silere non possum parla, a ragione, dell’«effetto Argentina», ovvero, in perfetto stile peronista, l’esilio di persone capaci e la scalata degli incompetenti. Da quando, alla fine del 2020, il Conventuale P. Mauro Gambetti è stato scelto da papa Francesco come Arciprete della Basilica di San Pietro e Presidente della Fabbrica, ci si è dati al “risparmio francescano”: i sampietrini hanno iniziato a diminuire e il decoro, la pulizia e la sicurezza della Basilica pure.
E che dire della Gendarmeria Vaticana? Appena due settimane fa, un uomo con la sua auto aveva superato il blocco della Gendarmeria a Porta Sant’Anna. Nel pietoso comunicato di Matteo Bruni, risulta che un gendarme non è nemmeno riuscito a centrare una gomma dell’auto, permettendo all’uomo di arrivare al Cortile San Damaso e di scendere indisturbato dalla sua auto. E se avesse avuto in mano un’arma da fuoco?
E il prossimo 12 giugno ci sarà probabilmente la sentenza per l’episodio che ha danneggiato irreparabilmente il Gruppo del Laocoonte, custodito nel Museo Pio-Clementino. Anzi, incustodito. Perché un uomo di circa sessant’anni e una donna di ventitré, attivisti di Ultima generazione, il 18 agosto dell’anno scorso si erano incollati alla scultura marmorea. Evidentemente la sicurezza non sembra essere una priorità del vaticano. D’altra parte da quelle parti interessano i ponti, mica i muri.
Altra esibizione di scelte “curiose” da parte del Pontefice. Messa in latino ha dato notizia delle nuove nomine del Papa, con decorrenza 1° gennaio 2024, per la Corte di Cassazione dello Stato della Città del Vaticano. Ricordiamo che, il 13 maggio scorso, papa Francesco aveva promulgato una nuova Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, terzo Motu Proprio di questo Pontificato sul tema. Andrea Gagliarducci aveva giustamente fatto notare che suona piuttosto strana «la necessità di “aggiustare” continuamente leggi analizzate e valutate secondo esigenze ad hoc. E lo è anche il fatto che queste riforme vanno spesso in due direzioni: o un ulteriore accentramento o un annullamento del lavoro svolto in passato».
In sostanza, il Motu Proprio aveva separato il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica dalla Cassazione vaticana, riservando al primo solo questioni di diritto canonico, e aveva stabilito che i quattro membri della Cassazione dovessero essere nominati direttamente dal Papa. In questo modo, il Papa ha sostanzialmente sotto controllo l’ultima Corte d’appello dello Stato Vaticano.
Ora sono stati resi noti i nominativi degli eletti: Presidente della Corte di Cassazione, il Cardinale Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, e Giudici della medesima Corte, i Cardinali Matteo Maria Zuppi, Augusto Paolo Lojudice, e Mauro Gambetti. Il primo, Vicario generale dell’allora card. McCarrik, non si era accorto di nulla di quanto l’Arcivescovo di Washington stava combinando: un’ottima qualità per il Presidente di una Corte d’Appello quella di “non accorgersi” di crimini che gli capitano sotto il naso.
Ma c’è un altro grosso problema: il Presidente della Corte non ha alcuna qualifica nel campo del Diritto Canonico né di quello civile. E non l’hanno nemmeno gli altri tre giudici nominati dal Papa: Lojudice, nonostante il cognome, ha semplicemente conseguito la licenza in Teologia alla Gregoriana (Teologia fondamentale), Gambetti la medesima alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale (Antropologia Teologica) e Zuppi nemmeno quella.
Il Papa conferma così la sua totale avversione (o indifferenza) nei confronti del diritto, che in effetti risulta un po’ ingombrante per chi ritiene di dover esercitare l’autorità in modo assolutistico (l’état, c’est moi!). Ed anche la sua volontà di avere nei posti giusti (ormai quasi tutti) persone che dimostrino più fedeltà al capo che competenza. Sarà, come scriveva Hanna Arendt, che «i regimi totalitari sostituiscono invariabilmente le persone di talento […] con eccentrici e imbecilli, la cui mancanza d’intelligenza e di creatività offre dopotutto la migliore garanzia di sicurezza»?
Avrei volentieri mitigato i termini, ma le citazioni sono citazioni.
AGGIORNAMENTO 3 GIUGNO:
Questa mattina alle 12 l’arciprete della Basilica di San Pietro, cardinale Mauro Gambetti, ha celebrato un rito penitenziale con i canonici di San Pietro presso l'Altare della confessione, in seguito ai fatti accaduti giovedì sera. Lo riferisce Vatican News citando la Sala Stampa vaticana.