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AVEVA 96 ANNI

È morto Georg, il fratello di Benedetto XVI

Monsignor Georg Ratzinger è morto all'età di 96 anni nella sua Ratisbona, città in cui fu direttore del coro delle voci bianche della Cattedrale dal 1964 al 1994 e dove rimase a vivere anche dopo.

Borgo Pio 01_07_2020

Se n’è andato pochi giorni dopo l'anniversario più importante, quello dei 69 anni dall'ordinazione sacerdotale avvenuta nella Cattedrale di Freising il 29 giugno 1951. Monsignor Georg Ratzinger è morto all'età di 96 anni nella sua Ratisbona, città in cui fu direttore del coro delle voci bianche della Cattedrale dal 1964 al 1994 e dove rimase a vivere anche dopo. Suo fratello Joseph, prima ancora di diventare papa, scrisse di sé: "non è per nulla facile dire dove io sia di casa". Georg, invece, non ebbe dubbi; non si allontanò mai dalla città bavarese e dalla casa in Luzengasse dove il fratello 93enne gli ha fatto visita per l'ultima volta due settimane fa. 

Per la comunità cattolica bavarese, il primogenito maschio dei Ratzinger fu una leggenda vivente della musica sacra, capace di guadagnarsi autorevoli riconoscimenti internazionali per le sue esecuzioni di Monteverdi, Vivaldi e Bach. Il 28 maggio del 1977 diresse i suoi Domspatzen nella cerimonia per l'ordinazione episcopale dell'amatissimo fratello, nel Duomo di Monaco. Appena un anno dopo, il coro ebbe l'onore di esibirsi durante la visita ufficiale della regina Elisabetta II. 

Monsignor Georg, quindi, non ha vissuto all'ombra del fratello più famoso, ma semmai l'ha accompagnato costantemente nelle tappe più importanti, dalla scelta del seminario al trasferimento all'università di Ratisbona, dall'imprevista partenza per Roma per guidare l'ex Sant'Uffizio all'elezione come successore di San Giovanni Paolo II. Il sacerdote e musicista divenne di casa anche al monastero Mater Ecclesiae, dove in questi sette anni soggiornò per brevi periodi per rimanere al fianco del fratello divenuto ormai papa emerito.

Al momento dell'elezione di Benedetto XVI al soglio pontificio nel 2005, Georg rimase incredulo, sorpreso con la testa tra le mani dalla perpetua che lo assisteva nella casa bavarese poi presa d'assalto dai corrispondenti di mezzo mondo. Ai giornalisti, accolti con la consueta disponibilità, l'attonito maestro in pensione confessò candidamente che per il familiare avrebbe preferito una vecchiaia più tranquilla non alle prese con l'enorme peso della responsabilità derivante da quell'incarico.

I suoi viaggi romani divennero frequenti, ma sempre nella convinzione di non abbandonare la Baviera perché nella Città eterna "gli affitti sono troppo alti" e dell'italiano conosceva solo "qualche parola". Lo shock dell'elezione fece tramontare per sempre il sogno custodito nel cassetto dei Ratzinger sin dal 1969, quando Joseph accettò la cattedra di teologia della nuova università di Ratisbona proprio per riunirsi con il fratello ed acquistò il terreno su cui venne costruita la villetta di Pentling. Nei loro piani, questa residenza immersa nel verde - tuttora di proprietà del papa emerito - avrebbe dovuto diventare la dimora di famiglia in cui trascorrere la vecchiaia insieme alla sorella Maria.

Nel 1974, non a caso, i Ratzinger decisero di traslare le salme dei genitori da Traunstein al vicino cimitero di Ziegetsdorf. Un progetto sfumato nel 1981 con la chiamata di Giovanni Paolo II che volle l'esimio teologo tedesco come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Un incarico che, come disse lo stesso Wojtyla nel 50esimo anniversario dell'ordinazione sacerdotale del suo fidatissimo custode della dottrina della fede, fece sì che si ritrovasse "direttamente vincolato alla collaborazione con la Sede Apostolica".

E con lui, indirettamente, anche gli altri componenti della famiglia. Un vincolo poi intensificato dall'esito del Conclave del 2005 e che non si è estinto con la rinuncia del 2013. È nella tomba di Ziegetsdorf, dove riposa anche la primogenita scomparsa nel 1991 e dove Benedetto XVI si è raccolto in preghiera due settimane fa in un'emozionante ultimo saluto ai luoghi a lui più cari, che probabilmente sarà sepolto anche monsignor Georg. L'ex direttore della Cattedrale di Ratisbona merita di essere ricordato, prima ancora che come punto di riferimento nella vita di un protagonista della storia della Chiesa, come eccellente musicista e soprattutto come sacerdote; un percorso esistenziale di cui fu chiara l'opportunità sin dal giorno della comune ordinazione dei due fratelli, con il volo ed il cinguettio dell'allodola che si alzò dall'altare maggiore, interpretato da entrambi come un segno d'approvazione dall'alto per la scelta fatta.

Per salutare il viaggio di monsignor Georg verso la sponda della Vita, vale la pena riproporre un passaggio dell'omelia pronunciata da Benedetto XVI in occasione del funerale di una delle persone a lui più care, la Memor Domini Manuela morta tragicamente nel 2010: "È entrata nella festa del Signore (...) perché era vissuta non nella superficialità di quanti dimenticano la grandezza della nostra vocazione, ma nella grande visione della vita eterna, e così era preparata all’arrivo del Signore". (Nico Spuntoni)