È l'aborto il vero distruttore della pace
Una preghiera per la pace è monca se non arriva a giudicare il male che l'aborto procurato provoca non solo al bambino, ma anche alla madre e alla società. A tal punto che - come disse San padre Pio da Pietrelcina - «basterebbe un giorno senza nessun aborto e Dio concederebbe la pace al mondo fino al termine dei giorni».
Caro Direttore,
a proposito dell'articolo sull'incontro tra leader religiosi ad Assisi, mi ha fatto pensare la tua affermazione: “Si è persa una grande occasione per mostrare l’origine e il fine del dialogo per la pace”.
Certo, perché noi cristiani cattolici confessiamo che Cristo è il Signore, che Lui è il Principe della Pace, che Lui solo è il vincitore della morte, e dopo la sua risurrezione ha salutato gli Apostoli: “Pace a voi”. Siamo certi che in Lui soltanto è la nostra pace, quella individuale, quella familiare e quella mondiale.
Ma poiché domenica ero in un antico santuario, Madonna di Crea, il cuore della nostra diocesi casalese, ad invitare i fratelli e le sorelle dopo ogni eucarestia al nostro convegno ("Diritto all'aborto o diritto al consenso informato?", ieri 23 settembre e oggi 24), ho avuto un’altra percezione del grande e mai risolto problema della “Pace”. Il solerte e caro diacono, prima di darmi la parola mi dice: “Aspetta un momento, devo fare un annuncio importante. Il Santo Padre, Papa Francesco, invita tutti i cristiani ad una personale e comunitaria preghiera per la pace martedì 20 settembre!”.
Per il mio carattere piuttosto irruento ho avuto da combattere per trattenere il mio impulso, avrei voluto annunciare con S. Padre Pio, che nei lontani anni ’60, molto prima del dilagare dell’aborto procurato dopo la famigerata legge 194 ebbe a dire: “Basterebbe un giorno senza nessun aborto e Dio concederebbe la pace al mondo fino al termine dei giorni" (San Padre Pio, risposta ad una domanda del dott. Lotti).
Capisci quale potenza distruttrice ha l’aborto nel mondo?!
E se non basta questa premonitrice profezia del Santo di Pietralcina, ascoltiamo il suo dialogo con P. Pellegrino, un suo caro confratello che però aveva un’idea della misericordia molto lontana da quella che esercitava Padre Pio nel suo confessionale.
«P. Pellegrino un giorno disse al nostro Santo: “Padre, lei stamattina ha negato l’assoluzione per procurato aborto ad una signora. Perché è stato tanto rigoroso con quella povera disgraziata?”. Rispose P. Pio: “Il giorno in cui gli uomini, spaventati dal, come si dice, boom economico, dai danni fisici o dai sacrifici, perderanno l’orrore dell’aborto, sarà un giorno terribile per l’umanità. Perché è proprio quello il giorno in cui dovrebbero dimostrare di averne orrore”.
Poi, afferrato con la mano destra l’interlocutore con il saio, gli calcò la sinistra sul petto, come se volesse impadronirsi del suo cuore, e riprese con un fare molto perentorio: “L’aborto non è soltanto omicidio, ma pure suicidio. E con coloro che vediamo sull’orlo di commettere con un solo colpo l’uno e l’altro delitto, vogliamo avere il coraggio di mostrare la nostra fede? Vogliamo recuperarli sì o no?!”. “Perché suicidio?”, domandò p. Pellegrino. Assalito da una di quelle, non insolite furie divine, compensate da uno sconfinato entroterra di dolcezza e di bontà”, P. Pio rispose: “Capiresti questo suicidio della razza umana, se, con l’occhio della ragione vedessi ‘la bellezza e la gioia’ della terra popolata di vecchi e spopolata di bambini: bruciata come un deserto. Se riflettessi allora sì che capiresti la duplice gravità dell’aborto: con l’aborto si mutila sempre anche la vita dei genitori”».
Mi colpisce la visione della terra “popolata di vecchi e spopolata di bambini, bruciata come un deserto”. Mai profezia fu più azzeccata: è sotto i nostri occhi. Si è realizzata in toto.
Egli parla, oltre che di omicidio, anche di “suicidio”; e che cosa è se non il suicidio di una nazione la negazione della nostra realtà di popolo e la nostra attuale situazione demografica? Ma se non bastassero le parole del Santo Frate, possiamo riascoltare S. Madre Teresa di Calcutta nel suo discorso in Svezia (11 dicembre 1979) al conferimento del Premio Nobel. In un solo capoverso per tre volte ripete: “L’aborto è il più grande distruttore di pace nel mondo!”.
Dimmi, caro Direttore, non siamo forse un “popolo dalla dura cervice”? il Padre ci manda dei profeti a far luce sulla nostra situazione di umanità in via di autodistruzione, e noi, con la forza del nostro sempre presente e dominante orgoglio, cerchiamo la soluzione in vie impercorribili.
Tutto questo avrei voluto aggiungere alla fervente preghiera del nostro diacono domenica, ma il mio angelo mi ha molto ben custodita ed ho quindi presentato con calma e “serenità” il nostro Evento di fine settimana: che su un altro versante conferma la profezia del Santo Padre Pio.
L’aborto procurato è l’uccisione dell’innocente, ma è anche il suicidio della madre che, forse disinformata, va incontro alla negazione della sua natura di donna fatta per l’accoglienza della vita e del figlio. E la natura … non perdona..
Illustrando le conseguenze fisiche e psichiche dell’aborto non vogliamo certo concludere che allora tutto è perduto per questa nostra generazione che ha abbondantemente usato di questa legge infame, forse ritenendo che ciò che è legale è anche morale; fino a passare dalla percezione dell’aborto come delitto all’aborto come diritto. Lasceremo il convegno con le parole di speranza di Madre Agnes Donovan, fondatrice delle Sisters of Life, e con il messaggio di San Giovanni Paolo II “A voi donne….”, perché esiste “una via di risurrezione dall’aborto” (Giuseppe Garrone, Dalla morte alla vita, Ed. Gribaudi)