Due cristiani uccisi in Pakistan
Le vittime sono Asif Raza, ucciso da integralisti islamici, e Arsalan Masih, uno studente picchiato a morte dalla polizia

Arriva dal Pakistan la notizia di due aggressioni mortali di cui due cristiani sono stati vittime. A darla è stata la rivista “Bitter Winter”. La sera del 23 settembre Asif Raza, un cristiano di 32 anni residente a Munwar Town Bhatta, nella provincia del Punjab, stava tornando a casa dal lavoro quando sette musulmani affiliati a un gruppo integralista locale lo hanno aggredito ferendolo gravemente alla testa. Subito soccorso e portato all’ospedale, il poveretto è morto poco dopo per le ferite riportate. L’organizzazione non governativa Voice of Pakistan Minority e fonti locali affermano che Asif non è stato scelto a caso, ma è stato preso di mira proprio perché era cristiano. L’altra vittima è Arsalan Masih, uno studente cristiano residente a Bahu Chowk, sempre nella provincia del Punjab. A ucciderlo sono stati degli agenti di polizia il 9 ottobre. Erano stati chiamati per una lite scoppiata tra Arsalan e un compagno di scuola musulmano che insisteva affinché rinunciasse alla sua fede. Arrivati alla Ideal Science Academy, la scuola frequentata da Arsalan, hanno afferrato il ragazzo, lo hanno portato fuori e lo hanno preso a pugni e calci, intimando ai presenti di non intervenire. Farhan Ali, un insegnante, ha provato a fermarli, ma è stato a sua volta picchiato. Gli agenti hanno continuato a infierire su Arsalan, colpendolo anche con il calcio del fucile e della pistola finché il ragazzo è morto. Poi hanno abbandonato il suo corpo sul ciglio della strada. “Gli omicidi di Asif Raza e di Arsalan Masih sono emblematici di una crisi più ampia – commenta “Bitter Winter” – la comunità cristiana del Pakistan, stimata in circa l’1,27% della popolazione, è da tempo vittima di discriminazione sistemica, esclusione sociale e persecuzione violenta. Le leggi sulla blasfemia, spesso usate come arma contro le minoranze, hanno creato un clima di paura. In molti casi, le accuse vengono mosse senza prove e la violenza della folla precede qualsiasi procedimento legale. Il governo pakistano ha più volte ribadito il proprio impegno a tutela dei diritti delle minoranze, ma in pratica spesso le sue promesse si disperdono nel silenzio. La reazione della polizia locale alla violenza settaria spesso è lenta, arriva in ritardo oppure è inefficace. Le indagini si bloccano, i procedimenti giudiziari si inceppano e le famiglie delle vittime sono lasciate al loro lutto senza un esito”.