Dove la dea Iside lasciò il posto alla Vergine Maria
Montisola è una delle più belle località del lago d’Iseo, il cui nome deriva dalla dea Iside un tempo qui adorata. Nella seconda metà del V secolo, in questo territorio arrivò la fede cristiana e il culto alla dea pagana venne sostituito con la devozione a Maria. A Lei è dedicato il santuario della Madonna della Ceriola.
Salita recentemente agli onori delle cronache grazie alla fortunata, in termini di presenze, installazione dell’artista bulgaro Christo, Montisola è una delle più belle località del lago d’Iseo, il cui nome deriva dalla dea Iside un tempo qui adorata. Fu merito di San Vigilio, vescovo di Brescia nella seconda metà del V secolo, se in questo territorio arrivò, infine, la fede cristiana e se il culto alla dea pagana venne sostituito con la devozione a Maria.
Nel punto più alto dell’isola, appoggiato su uno spuntone di roccia, a 600 metri di altitudine, il santuario della Madonna della Ceriola sembra avere preso il posto di una cappella voluta già da San Vigilio che la intitolò alla Purificazione della Vergine. Questo primitivo edificio, che fu la prima chiesa del lago a essere dedicata a Maria, era stato a sua volta eretto sopra un tempio intitolato al dio pagano Fauno, come documenta un’iscrizione sul basamento della colonna in facciata.
L’edificio attuale fu costruito tra Quattro e Cinquecento. Dopo la visita pastorale dell’arcivescovo Carlo Borromeo, nel 1580, il complesso architettonico fu ampliato e restaurato; la struttura originaria venne, così, modificata acquisendo una conformazione particolare. Un nuovo volume, infatti, fu addossato all’antica facciata che scomparve. Sul lato ovest si aggiunse un pronao quadrangolare, aperto sui due lati, per consentire l’ingresso alla chiesa. Solo più tardi, nel 1750, fu elevato il massiccio campanile di granito.
All’interno il presbiterio è preceduto da una cancellata di ferro battuto per dividere la zona sacra da quella riservata all’assemblea dei fedeli. Lo spazio è a navata unica sormontata da una volta a botte che sostituì, alla fine del Cinquecento, la copertura a capriate lignee. Gli elementi decorativi - lesene, capitelli, fregi ed ornamenti della volta e della cupola - in stucco o a fresco, sono di gusto barocco. Classico, invece, è l’altare maggiore in marmo bianco e nero.
Qui trovano posto i simulacri in legno dorato dei santi Faustino e Giovita, patroni del capoluogo di Montisola, che dal Seicento affiancano la venerata Madonna della Ceriola, così denominata perché ricavata da un ceppo di cerro. Risalente al XVI secolo la statua, cui gli abitanti del luogo sono molto devoti, rappresenta la Vergine seduta su uno scranno, avvolta in un ampio manto, con il Bambino seduto sulle Sue ginocchia. Nel 1924 fu solennemente incoronata con una corona di oro ricavato dai gioielli donati dai fedeli.
Al Romanino, affermato pittore bresciano attivo nel '500, è attribuito l’affresco in controfacciata che raffigura l’Ecce homo, legato ad una colonna e coronato di spine. Medaglioni seicenteschi ritraggono sulle pareti della navata le scene mariane dell’Incoronazione della Vergine, l’Assunzione e l’Annunciazione. Al santuario si arriva percorrendo a piedi un sentiero che parte dalla via litoranea, lungo cui, tra il 1960 e il 1970, furono collocate quindici cappelle di pietra dedicate ai Misteri del Rosario.