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MARINO PROTETTORE

Dopo le nozze gay, lo sfruttamento della prostituzione

Dopo il registro delle nozze gay, Ignazio Marino, sindaco di Roma, punta ora le luci (rosse) sull’esercito di prostitute e trans che giorno e notte sconvolgono il già inquieto vivere della capitale. Obiettivo: creare zone riservate alle lucciole e tassare la loro attività. Cioè: sfruttamento comunale della prostituzione.

Politica 12_11_2014
Il sindaco di Roma Ignazio Marino

Ignazio Marino, sindaco nel tempo libero e calamità comunale permanente di Roma, ne ha escogitata un’altra delle sue. No, niente a che vedere con i problemi della città, il traffico, la metropolitana nuova che si guasta appena viene inaugurata, le strade bucate vietate ad auto, cicli e motocicli (tanto lui le multe non le paga), e altre cosucce da niente che di solito occupano la giornata di un pubblico amministratore. Marino, è maestro nel cazzeggio ludico e politico: dopo aver rimpianto una gioventù sciatta e incolore mentre altri si sballavano con acidi e allucinogeni, pare aver finalmente scoperto che è meglio governare con la fantasia piuttosto che con l’intelligenza. Un po’ in ritardo sulla storia e anche sulla cronaca, ma tant’è. Esaurita la genialata del registro delle nozze gay e la guerra dei bottoni con il prefetto, Ignazio il Borgomastro punta ora i riflettori, anzi le luci (rosse) sull’esercito di prostitute e trans che night and day sconvolgono il già inquieto vivere della capitale. Obiettivo: ficcare un po’ di mano pubblica nel lucroso commercio di corpi e anime dominato dal racket delle bande dell'Est che si contendono il territorio a suon di pestaggi e revolverate. 

La grande idea del sindaco si chiama “zoning”, cosa che non c’entra niente con lo zapping, ma un poco ci assomiglia. Nel senso che i romani in cerca di sesso a pagamento potranno scegliere, saltando da una zona all’altra come si fa con i canali tv. Aree dove la prostituzione potrà essere legalmente esercitata on the road sotto il controllo di polizia e servizi sociali, cui sarà affidata la “manutenzione” sanitaria e ordinaria delle prestazioni sessuali. In particolare, il progetto di Marino prevede tre isole a luci rosse a ridosso dell’Eur, quartiere dove già oggi lucciole hanno i loro quartier generale, ma lontane dalle abitazioni. L’aveva già annunciato a maggio: «Sono favorevole a zone dove la prostituzione è consentita e zone dove non lo è», disse, facendo non poco arrabbiare gli abitanti del quartieri, soprattutto di quelli confinanti con la nuova zona rossa. Ma il sindaco non si è tirato indietro, perché «Il fenomeno ha raggiunto livelli di guardia e ora è tempo intervenire». Dalle parole ai fatti, cosa che a Marino di solito non capita. 

Recintare il “male”, renderlo invisibile senza sradicarlo, nel rispetto del comune senso del pudore e delle convenzioni sociali. Nella sua crociata, Marino può contare sul presidente della IX circoscrizione Andrea Santoro sicuro che la cosa funzionerà: «Lo zoning è già stato sperimentato in altre città italiane; vanno conciliati il diritto alla sicurezza dei cittadini con le garanzie di tutela sociale e sanitarie per chi esercita questa attività. All'Eur ci sono strade in cui la prostituzione viene esercitata alla luce del sole, noi vogliamo ridurre il fenomeno a tre aree a ridosso dei centri abitati». E se qualcuna sconfina? Santoro assicura: «Ci saranno maxi multe per chi viene sorpreso ad adescare in zone diverse». Dunque tolleranza zero per chi sarà beccato fuori area, mentre mignotte e trans saranno disponibili a kilometro zero nei luoghi mappati ad hoc. Prostituzione a zona, insomma, come la famosa dieta. 

Il progetto, che interessa 23 tra strade e piazze, ha pure un nome e un hastag: #Michela dal nome dalla prostituta romena miracolosamente uscita viva dalle torture dei suoi aguzzini, che nel 2012 dopo averle dato fuoco la abbandonarono in un campo. Sopravvissuta alla morte, la poveretta non poteva immaginare che il peggio doveva ancora venire: dare il suo nome ai ghetti del sesso. Solo una fantasia politicamente deviata poteva arrivare a intitolare alla ragazza violentata un progetto che autorizza la schiavitù sessuale. Forse Marino e il suo piccolo presidente hanno scordato che in Italia sfruttare la prostituzione è ancora reato.  Può essere, come scrive Il Fatto quotidiano, che, nonostante la crisi, la prostituzione pare non subire colpi perché «a certe spese non rinuncia neppure un cassintegrato». Ma questo non può bastare a rendere legale quello che non lo è, anche se Marino e i suoi assessori ci hanno abituato al disdicevole vizietto. 

Lo sa bene il prefetto che, dopo lo scontro sulla registrazione dei matrimoni gay, vede profilarsi un’altra grana istituzionale. «La Prefettura », ha chiarito, «non approva né respinge progetti, ma applica la legge». E la legge che autorizza lo sfruttamento della prostituzione ancora non c’è. La “zoning”, date queste premesse, rivela così la sua natura criminogena: una resa condizionata alle bande della prostituzione con quale le istituzioni vengono a patti. Per il bene dei cittadini (alcuni) e il reciproco guadagno: i criminali potranno fare affari in tutta sicurezza, il Comune esigerà dalle lucciole il pagamento della Tasm (Tassa sulle Mignotte) da aggiungere all'Imu e alla Tarsu, per far cassa e rimediare ai disastrati bilanci municipali. 

Così, mentre l’Europa chiude i quartieri a luce rosse e ne certifica il fallimento proprio sul fronte della sicurezza e del controllo della criminalità, il sindaco Marino scopre le improbabili virtù dello “zoning” puttanesco. E fa niente se in Olanda, per esempio, dove la prostituzione è legale dal 1830, i Red Light District, quartieri a luci rosse con le ragazze in vetrina sono in via di smantellamento. In Italia, la sinistra dei Marino, dei De Magistris e dei Merola, dimenticati operai, cassaintegrati e poveri cristi di ogni genere, ha tutto il tempo per andare al bordello, per trastullarsi con il baraccone gay, trans e gender elevandoli a nuovi diritti universali. Non solo, con le “zoning”, il sindaco Marino potrà candidare Roma a prima capitale europea finanziata con le partite Iva di escort e lucciole, del puttan tour fatturato e certificato ai fini delle detrazioni, delle marchette con lo scontrino fiscale on the road. Cosa non si fa per tenere alto il Pil e smosciare lo spread.