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FALLISCE IL FRONTE TRASVERSALE

Deputati Pinocchio, ve lo meritate l'utero in affitto

In meno di due mesi si è sciolto come neve al sole il fronte trasversale nel parlamento italiano formatosi per chiedere al governo Renzi di impegnarsi per la persecuzione della disumana pratica dell’utero in affitto. Decisive la fratture in Maggioranza. Domani a Verona il popolo del Family Day in piazza per dire No alla "dittatura" dell'agenda Lgbt.

Famiglia 25_11_2016
Il fronte trasversale che si è riunito alla Camera

In meno di due mesi si è sciolto come neve al sole il fronte trasversale nel parlamento italiano formatosi per chiedere al governo Renzi di impegnarsi, a livello nazionale e internazionale, per la persecuzione della disumana pratica dell’utero in affitto.

Lo scorso 4 ottobre la petizione di Provita che impegnava l’esecutivo ad adoperarsi in sede internazionale, perché questa pratica venga dichiarata – come lo ha già fatto al Consiglio d’Europa – contraria alla dignità della donna,  aveva raccolto il sostegno anche di Laura Bianconi di Ap (Ncd-Udc) e Donella Mattesini del Pd. Le due senatrici avevo dato la loro disponibilità, a nome dei partiti di appartenenza, a dar vita a un’iniziativa politica comune che individuasse nuove strade per rendere operativo un divieto già sancito dalla legge 40 del 2004, ma aggirato dall’azione impunita in territorio italiano di agenzie specializzate nella vendita di gameti e di maternità surrogata e attraverso alcune sentenze della magistratura che, de facto, hanno legittimato l’adozione per coppie eterosessuali e omosessuali che hanno ottenuto un bambino all’estero grazie al servizio di queste agenzie.

Per settimane i senatori di Forza Italia Lucio Malan e Maria Rizzoti hanno provato a trovare un accordo con i gruppi di maggioranza senza ricavarne nemmeno un dichiarazione di intenti. I parlamentari dem e di Area Popolare hanno tenuto le  bocche cucite: sembra infatti che l’ordine di scuderia sia stato quello di non trattare il tema prima del referendum.

L’associazione ProVita è quindi tornata nell’aula Nassirya di Palazzo Madama, insieme ai senatori Malan, Rizzoti e Giovanardi, per denunciare l’inerzia della coalizione di governo di fronte al tentativo di far passare per via giurisprudenziale la maternità surrogata e per presentare un Disegno di legge che equipara l’utero in affitto praticato all’estero allo sfruttamento della prostituzione. Ovvero vengono chieste le stesse pene previste per il turismo sessuale anche per il turismo riproduttivo.

"Il tentativo di creare un fronte trasversale contro la barbara pratica dell'utero in affitto è fallito”, ha detto per l'Associazione ProVita onlus, il presidente Toni Brandi. "Del resto – ha aggiunto - anche al Consiglio Provinciale di Trento il PD e i 5 Stelle hanno bocciato una proposta di risoluzione contro l'utero in affitto presentata dai Consiglieri Borga e Civettini perché parlava del diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà".

La senatrice Rizzotti, riferendosi al senatore del Lo Giudice, si è detta "disgustata dal fatto che un suo collega festeggi la nascita della seconda figlia [acquistata in California, come il primo, attraverso la pratica dell'utero in affitto, n.d.R.] con tracotanza e arroganza", considerando che “un Senatore della Repubblica  non dovrebbe dare l'esempio di come si viola la legge penale italiana”.

Il senatore  Giovanardi ha illustrato i "sette miserabili imbrogli del Governo italiano" perpetrati in occasione dell'approvazione della legge Cirinnà, fra questi successivi decreti legislativi che introducono, la possibilità di celebrare in punto di morte e per gli italiani all’estero di avvalersi del diritto del Paese di residenza, quindi laddove è previsto anche dell’adozione. Giovanardi ha poi denunciato la censura operata su uno spot contro l’utero in affitto trasmesso nelle Sale cinematografiche Uci Cinema, ma su questo tema torneremo con un articolo dedicato.

Infine il senatore Malan ha illustrato due azioni concrete intraprese dall'opposizione: un'interrogazione al Ministro della Giustizia in cui si esorta una risposta all’interrogazione che chiede il perché dell’inerzia della Procura della Repubblica di Milano di fronte alla denuncia dettagliatissima e provatissima della commercializzazione e della pubblicizzazione in Italia della pratica dell’utero in affitto. In secondo luogo un disegno di legge, che verrà presto presentato, specifica in modo chiaro ed inequivocabile il divieto di adozione da parte di coppie omosessuali (anche nella forma della stepchild adoption), il divieto di iscrizione all'anagrafe di "genitori" dello stesso sesso, l'estensione delle pene già previste dal codice penale per la tratta, la riduzione in schiavitù, lo sfruttamento sessuale di donne e bambini a chi pratica promuove o favorisce l'utero in affitto e il commercio dei gameti, nonché la perseguibilità di chi abbia compiuto tali fatti all'estero, ma poi venga a risiedere in Italia.

Alla luce dell’impossibilità di trovare un accordo con la maggioranza su questi temi, i sentori dell’opposizione e ProVita hanno indicato in maniera ancora più decisa il referendum del 4 dicembre come il vero spartiacque  della deriva antropologia in Italia. “Abbiamo visto come le unioni civili sono passate a colpi di fiducia e come stanno cercando di far passare la legalizzazione del doghe – ha spiegato Tony Brandi – se passa questa riforma con un parlamento monocamerale, guidato da un partito solo, tutte le leggi contro la famiglia saranno approvate alla velocità della luce”.

Parole che fanno il paio con l’appello del presidente del Family day, Massimo Gandolfini, che domani mattina a Verona riunirà le famiglie del movimento pro-family italiano in una grande manifestazione di piazza, come chiusura del lunghissimo tour di incontri tenutisi in tutta Italia per illustrare le ragioni del NO al referendum Costituzionale.

“La decisione di votare No non è una vendetta, ma la logica conseguenza di due fatti – ha detto Gandolfini motivando l’impegno referendario - il governo ha mostrato una vocazione autoritaria per il modo con cui ha voluto riscrivere ideologicamente l’antropologia della famiglia italiana con due voti di fiducia, impedendo il dibattito parlamentare e senza ascoltare le voci del popolo; la lettura del testo della riforma mostra che il filo rosso che la attraversa è l’accentramento dei poteri nelle mani dell’esecutivo”

“Un esecutivo – ha aggiunto Gandolfini - che ha già mostrato la sua vocazione autoritaria nell’approvazione della legge sulle unioni civili e che preannuncia di voler approvare le adozioni per tutti, la regolamentazione della maternità surrogata, l’educazione gender nelle scuole, la legalizzazione della cannabis, l’eutanasia, eccetera, va contrastato e non assecondato. La riforma darebbe al premier più poteri per fare tutto questo”.