Decine di cristiani arrestati in India dall’inizio di luglio
Per tutti il pretesto è l’accusa è di conversioni forzate al Cristianesimo che nello stato dell’Uttar Pradesh sono punite da una legge entrata in vigore lo scorso febbraio
Cresce in India l’intolleranza nei confronti dei cristiani, in gran parte fomentata dagli integralisti indù, forti del fatto che il partito di governo è il Bjp, espressione del nazionalismo indù. Nel Chhattisgarh, Sunil Sharma, capo della polizia del distretto di Sukma, ha emanato a luglio una circolare con la quale incarica gli agenti di tutte le stazioni locali di mettere sotto stretta sorveglianza le attività dei missionari cristiani e dei tribali convertiti. “I missionari cristiani e i cristiani tribali – si legge nel testo che è pervenuto all’agenzia di stampa AsiaNews – si avventurano abitualmente nelle aree interne del distretto e persuadono i tribali non cristiani a convertirsi offrendo loro lusinghe. Per questo non può essere escluso che la situazione sfoci in contrasti tra i tribali locali e quelli convertiti al cristianesimo”. La circolare prosegue invitando a “mantenere una vigilanza coerente sulle attività dei missionari cristiani e dei tribali convertiti residenti nel distretto e segnalare se qualcuno dei loro atti viene percepito come sospetto”. Il capo della polizia si è giustificato dicendo che la circolare “è di natura preventiva piuttosto che repressiva” e nasce dal fatto che sono stati segnalati problemi nei distretti vicini a causa delle conversioni al cristianesimo. In un altro stato, l’Uttar Pradesh, 30 cristiani sono stati arrestati in località diverse con l’accusa di essere stati sorpresi a convertire al cristianesimo degli indù violando la legge votata lo scorso febbraio che proibisce di convertire tramite matrimonio, inganno, coercizione o attrazione. Sette cristiani sono stati arrestati a Gangpur il 18 luglio quando un gruppo di 25 radicali indù hanno interrotto un incontro di preghiera e ha chiamato la polizia sostenendo che erano in corso delle conversioni forzate. Il 21 luglio sono finiti in carcere un pastore che dirige un orfanotrofio, suo fratello e sua moglie. I bambini assistiti nella struttura sono stati presi in custodia dalla polizia.