Da Gazeta Wyborcza al governo Tusk, ora di religione sotto attacco
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Prima il regime comunista, ora le proposte restrittive del governo Tusk. Nel mezzo una campagna di screditamento da parte dei media liberal, con in testa Gazeta Wyborcza: oltre cinquemila articoli in trent’anni contro l’ora di religione. La Bussola intervista don Mateusz Wójcik, autore di un libro sul tema.
Nei Paesi comunisti si combatteva sempre l’insegnamento della religione a scuola. Anche in Polonia: così era nel periodo staliniano, così è stato negli anni Sessanta, quando la catechesi fu abolita per legge. La situazione si ripete oggi, quando al potere c’è la squadra del primo ministro Donald Tusk e il Ministero dell’Istruzione è guidato da Barbara Nowacka, la quale, come i comunisti del passato, vuole garantire il carattere “aconfessionale” delle scuole pubbliche, che in pratica significa l'eliminazione della religione dalla scuola. Dopo i cambiamenti democratici del 1989, l’ora di religione fu ripristinata nelle scuole polacche, ma da allora tante forze, non solo politiche, hanno continuato a lottare contro l’ora di religione nelle scuole pubbliche. Tra loro ci sono anche i media della sinistra liberale, guidati dal quotidiano Gazeta Wyborcza (La Gazzetta Elettorale). Delle attività di questo importante organo mediatico, rappresentativo della secolarizzazione della società polacca, scrive don Mateusz Wójcik, nel libro pubblicato recentemente: “Insegnare la religione cattolica romana nelle scuole polacche alla luce degli articoli di stampa della Gazeta Wyborcza dal 1990 al 2019”. Don Wójcik è direttore della Casa Polacca a Roma. La Nuova Bussola lo ha intervistato.
Don Mateusz Wójcik, come mai, nell'ambito del suo lavoro scientifico, ha iniziato ad analizzare migliaia di articoli della Gazeta Wyborcza riguardanti l’ora di religione a scuola?
Nel settembre 2017, quando stavo già preparando la tesi del dottorato, ho ascoltato una conferenza dell'arcivescovo di Cracovia, Marek Jędraszewski, dal titolo: “Catechesi, insegnare la religione nello spazio sociale”. Ed è stato sotto la sua influenza che ho guardato il tema dell’ora di religione nelle scuole da una prospettiva completamente diversa e ho deciso che sarebbe stato l'argomento della mia tesi di dottorato.
E lei ha esaminato la questione dal punto di vista di Gazeta Wyborcza. Com’è stata descritta nel corso di trent’anni l'ora di religione nella scuola polacca da questo quotidiano anticlericale?
Bisogna sottolineare una cosa fondamentale: tutto quanto veniva pubblicato sulla Gazeta Wyborcza non descriveva oggettivamente la realtà dell'insegnamento religioso nelle scuole polacche. Al centro dell'attenzione c'erano costantemente una dozzina di argomenti polemici. Citerò solo i più importanti: la critica dei catechisti presentati come non qualificati, spaventati e soli; la scarsa efficacia della catechesi scolastica; l’ora di religione come prova della clericalizzazione, dell'indottrinamento e dell'intolleranza nelle scuole polacche; le richieste della scuola laica; gli scandali legati agli insegnanti di religione; il finanziamento dell’istruzione religiosa come spreco di denaro pubblico; presunti abbandoni di massa degli studenti nell’ora di religione; la promozione dello studio della religione (studi religiosi) invece della catechesi; discussioni sull'introduzione illegale della religione nelle scuole e della mancanza di controllo sulla catechesi.
Dei 5.816 articoli che ho analizzato, solo l’8% è positivo, tutti gli altri servivano a creare un’immagine negativa dell’insegnamento religioso nelle scuole polacche. L'idea è quella di imporre alla società un'opinione distorta sui catechisti e sulla religione a scuola. Grazie a tale attività mediatica, una parte significativa della società polacca ha sposato questa prospettiva distorta offerta dai media e non ha idea della realtà oggettiva del fenomeno. E in questa prospettiva non c’è spazio per descrivere la realtà di milioni di bambini e ragazzi che studiano religione a scuola, che si impegnano in vari concorsi, che lavorano nei circoli di volontariato e nella Caritas. Gazeta Wyborcza tace anche su migliaia di catechisti: laici, suore, sacerdoti che insegnano la religione con passione e dedizione. Ci sono solo storie di catechisti che hanno commesso degli errori (e gli errori non li commette chi non fa nulla) e che vengono usate strumentalmente dai media.
In epoca comunista, la gente sapeva che i media del regime mentivano, quindi erano critici nei confronti delle informazioni pubblicate. Com’è potuto accadere che oggigiorno le persone abbiano smesso di essere critiche nei confronti dei media liberali, teoricamente liberi ma che in realtà, purtroppo, manipolano i fatti, distorcono la realtà, ricorrono a mezze verità, se non addirittura a bugie?
Penso che l'accettazione della narrativa di Gazeta Wyborcza sull'insegnamento della religione nelle scuole polacche sia dovuta al fatto che molti lettori non si preoccupano di confrontare ciò che leggono con la realtà, perché altrimenti dovrebbero fare lo sforzo di cercare una verità che differisce dalla realtà creata dal giornale.
Perché i genitori di milioni di bambini non dovrebbero lasciarsi manipolare dai media ostili alla Chiesa e dovrebbero difendere l’ora di religione a scuola?
L'offerta di lezioni di religione nelle scuole pubbliche risulta dalla Costituzione della Repubblica di Polonia (articolo 53, paragrafo 4), che garantisce il diritto alla libertà religiosa, consentendo agli studenti di praticare la propria fede nell'ambito dell'istruzione scolastica. Attualmente la catechesi nelle scuole è condotta da 24 chiese e associazioni religiose registrate nella Repubblica di Polonia. E bisogna ricordare che insegnare la religione a scuola è uno standard europeo!
La religione è parte integrante della cultura e della storia. Insegnare la religione nelle scuole può aiutare gli studenti a comprendere meglio il loro patrimonio culturale. Non è possibile negare la storia e dire che le radici dell'Europa e della Polonia non sono cristiane. Inoltre, i corsi di religione sostengono lo sviluppo morale ed etico dei giovani, promuovendo valori come l’amore per il prossimo, la giustizia, l’onestà e la solidarietà. Probabilmente nessun’altra materia sostiene la funzione educativa della scuola tanto quanto l’ora di religione.
Dopo decenni di attacchi alle lezioni di religione a scuola e critiche ai catechisti, ora il nuovo governo, il più anticlericale dal 1989, propone di limitare le lezioni di religione e di unire i bambini di classi diverse, cosa che alla fine potrebbe portare all’eliminazione dell’ora di religione dalle scuole polacche. E questa è una violazione dei diritti costituzionali dei genitori. Come valuta queste azioni del Ministero dell'Istruzione?
Questi piani del Ministero dell’Istruzione sono molto dannosi per i bambini e i giovani. Ripeto: l'insegnamento della religione a scuola fa parte degli standard europei, e la tolleranza e il rispetto della dignità e dei diritti dei credenti dovrebbero valere anche per l'attuale governo. Tanto più che gli stessi che oggi governano e violano i diritti garantiti dalla Costituzione, ne reclamavano costantemente il rispetto quando erano all'opposizione.