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Spagna

Curia rimuove una catechista che ha "sposato" una donna

La diocesi di Minorca rimuove una catechista che ha "sposato" una donna. «Contrarre un matrimonio civile con una persona dello stesso sesso implica il non poter insegnare la fede cristiana».

Gender Watch 19_11_2020

La diocesi di Minorca in Spagna ha deciso di rimuovere una catechista che ha "sposato" una donna. Queste le motivazioni indicate dalla curia.

«Nella comunità ecclesiale con l'aumentare della responsabilità dei suoi membri, è richiesto un maggior grado di impegno. Oltre ad avere qualità oggettive da parte di chi ricopre una posizione, è molto apprezzata anche la vita esemplare, che deve essere un chiaro riferimento per gli altri. Siamo tutti chiamati alla santità e a vivere in comunione all'interno della Chiesa, ma quando si aderisce ad un'associazione o si esercita una posizione di maggiore responsabilità, viene richiesta una credibilità aggiuntiva da parte della persona che deve assumere una funzione specifica, affinché la missione che le è stata affidata sia feconda e che la persona specifica non possa provocare alcun tipo di scandalo nei fedeli. Siamo nel campo della coerenza e dei principi; non di sanzioni o esclusioni».

Poi il comunicato aggiunge: «dire a una persona che non può essere catechista o presidente di una confraternita, ecc.  non significa che si considerino [quelle persone] separate dalla Chiesa, poiché nonostante le loro particolari circostanze continuano a far parte della famiglia ecclesiale come battezzati e come tali possono e devono partecipare».

Con questa scelta si finisce per essere «nel campo dell'incoerenza, poiché contrarre un matrimonio civile con una persona dello stesso sesso significa non accettare pubblicamente l'insegnamento della Chiesa sul matrimonio [e dunque], a nostro avviso, implica il non poter insegnare la fede cristiana ai più giovani».

Infine la diocesi tiene a sottolineare che «essere catechista è una missione che la Chiesa affida a certe persone affinché, in suo nome, insegnino la fede che la Chiesa professa. Non esiste un diritto prioritario di essere catechista, spetta alla Chiesa valutare le qualità che un catechista deve possedere prima di affidare o ritirare questa missione, senza che ciò implichi discriminazione o esclusione». In questo contesto di «credibilità e coerenza, ci sentiamo responsabili di garantire ai fedeli che la dottrina impartita nella nostra catechesi corrisponde al pensiero e al sentimento della Chiesa. I fedeli hanno il diritto di chiederci catechisti ben preparati e coerenti con ciò che insegnano».