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Islam

Cristiani sotto minaccia in Pakistan

Centinaia di musulmani, convinti che i pastori di una chiesa presbiteriana avessero commesso sacrilegio, hanno tentato di distruggere una chiesa e le abitazioni di decine di famiglie cristiane

Lo scorso 7 agosto decine di famiglie cristiane sono state messe in fuga da un folto gruppo di musulmani che in piena notte hanno tentato di distruggere la loro chiesa e le loro abitazioni a Karim Nagar, Daroghawala, Lahore, Pakistan. Informato del pericolo, il pastore Gulzar Gill, della Chiesa presbiteriana del Pakistan, si è subito rivolto alle forze dell’ordine e poi si è recato sul posto. Quando padre Gill ha raggiunto la chiesa, ha trovato centinaia di persone che stavano cantando slogan contro i cristiani e pro Islam. Solo l’intervento della polizia che è sopraggiunta pochi minuti dopo ha salvato la chiesa. Secondo la polizia a rendere furiosi i musulmani era stato un seminario svoltosi quel giorno, destinato ai giovani, intitolato “Falsi profeti”. Il titolo non faceva riferimento a Maometto, ma evidentemente era stato frainteso e interpretato come sacrilego. Gli agenti di polizia hanno individuato il capo del gruppo e gli hanno chiesto di ordinare alla gente di andarsene pacificamente cosa che poco dopo i presenti hanno incominciato fare. Intanto però molti cristiani avevano mandato via mogli e figli temendo il peggio e le persone fuggite sono tornate a casa solo dopo essere del tutto sicure di non correre pericolo. La chiesa presbiteriana è l’unica nella zona dove vivono circa 250 famiglie cristiane, la maggior parte delle quali abitano lì da anni e dicono che una cosa del genere non era mai successa. Per questo, anche se i leader musulmani e cristiani hanno firmato un accordo alla presenza della polizia, tutti hanno paura. Ci vorrà del tempo perché il fatto sia dimenticato e tutto torni alla normalità. Napoleon Qayum, attivista dei diritti umani, ha manifestato apprezzamento per l’intervento una volta tanto tempestivo della polizia, senza di che – ha detto – poteva succedere il peggio.