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INTERVISTA AL LEADER DEL FRENTE FAMILIA

«Così sfidiamo la polizia messicana del pensiero unico»

Difesa del matrimonio dagli attacchi della polizia del pensiero unico Lgbt e gender e un grande movimento di popolo. Così il Frente Nacional por la Familia ha compiuto un piccolo miracolo portando 1 milione e mezzo di messicani in piazza. E ora lancia la sfida al governo. La Nuova BQ ha intervistato il suo leader.

Famiglia 03_10_2016
La marcha por la familia

E’ un piccolo miracolo. In pochi mesi il popolo messicano è riuscito a scendere i piazza ben due volte per protestare contro il matrimonio omosessuale e l’ideologia di genere nelle scuole. Merito di un vasto movimento di popolo che si è raggruppato attorno al Fronte Nazionale per la famiglia. I due family day di settembre hanno mostrato al presidente Enrique Pena Nieto quanto sia grande e variegato il popolo che si batte per la famiglia naturale fondata sul matrimonio.

E il Frente adesso lancia una nuova sfida, forte del sostegno di piazza conquistato città dopo città: fermare la legge federale che introduce le nozze gay in tutto il Messico. Come fecero i cristeros al grido di Que viva Crist Re, anche il Frente è caratterizzato da una forte motivazione cristiana, ma se al suo interno trovano ospitalità molte confessioni, unite tra di loro dall’importanza della difesa della famiglia. La Nuova BQ ha intervistato Fernando A. Guzman Pérez Pelaez. Avvocato, docente di Diritto, sposato e padre di famiglia, vive a Guadalajara. E’ stato professore universitario, articolista e autore di vari libri. Attualmente è vicepresidente nazionale del Frente Nacional por la Familia.

Signor Guzman quando è nata l’esperienza del Fronte?

Il Fronte nasce in risposta al pacchetto di iniziative contro il matrimonio e la famiglia naturale annunciato dal presidente Enrique Peña Nieto il 17 maggio 2016.

In che cosa consiste questo pacchetto di iniziative legislative?

Si tratta di leggi sul matrimonio fra persone dello stesso sesso, l’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali, divorzio veloce, cambio di sesso attraverso una semplice richiesta dell’interessato nell’atto di nascita o nel passaporto.

E di fronte a questa offensiva che cosa chiedete?

Fare in modo che venga riconosciuto il diritto dei padri di famiglia a educare i propri figli e uscire dalla pretesa dello Stato di sostituirsi a loro nell’educazione. 

Quanto pesa l’ideologia di genere in tutto questo?

Molto. Lo Stato vuole introdurre l’indottrinamento di genere già dall’età di 4 anni. Il nostro obiettivo è impedire che il Messico resti nel gruppo di 19 Paesi che promuovono presso l’ONU la diversità sessuale attraverso l’ideologia di genere. 

Come vi state muovendo dopo la marcha imponente del 24 settembre scorso che ha radunato oltre 500mila persone? 

Nel Frente rifiutiamo questo pacchetto di iniziative autoritarie e esigiamo che il presidente Enrique Peña Nieto le ritiri, anche perché come lui stesso ha detto le ha presentate sulla base delle sue convinzioni personali e senza consultare il popolo messicano. 

Ma la battaglia si deve svolgere in Parlamento…

Infatti sosteniamo la prima iniziativa di riforma costituzionale nella storia del Messico presentata da ConFamilia al Senato il 23 febbraio 2016 tre mesi prima di quella del presidente. Ha ricevuto il sostegno di più di 240mila firme in tutti e 32 gli stati federali. 

Come vive la popolazione questa offensiva?

Il popolo messicano è stanco della situazione che si incontra nel Paese a causa dei problemi di corruzione, insicurezza, violenza, povertà, mancanza di educazione di qualità, difficoltà economiche e ha reagito di fronte all’attacco diretto contro la famiglia. 

Che cosa chiedete alla politica?

Chiediamo ai legislatori di tutti i partiti di votare contro l’iniziativa presidenziale e approvare l’iniziativa di legge popolare che sosteniamo. 

Che cosa prevede?

Proteggere il matrimonio naturale tra uomo e donna e la famiglia che nasce dallo stesso; riconoscere il diritto dei padri di famiglia di educare i propri figli conformemente ai loro valori e condizioni, riconoscere il diritto dei bambini in situazioni di abbandono o orfani a essere adottati da un papà e una mamma; promuovere politiche pubbliche per la protezione della famiglia naturale, base della società e scuola di buoni cittadini. 

Quando avverrà lo scontro?

In questo mese di ottobre e il prossimo di novembre. 

Come è strutturato il Frente?

Nel Frente partecipano associazioni di diversa estrazione, come ad esempio ConFamilia che raggruppa 95mila cittadini e che promuove l’iniziativa di legge popolare. E ancora: L’unione nazionale dei padri dei famiglia, che nel 2017 compirà 10 anni di vita, Red Familia, raggruppa più di 400 associazioni. In più movimenti e organizzazioni locali o nazionali. 

Com’è la partecipazione dei vescovi cattolici messicani?

I vescovi cattolici non partecipano alla struttura del Frente, però hanno sostenuto pubblicamente le attività e la marcia, così come lo hanno fatto i gruppi e le associazioni di diverse confessioni.

Avete una struttura comunicativa molto incisiva.

La nostra comunicazione si realizza attraverso internet e le piattaforme delle oltre 1000 associazioni che partecipano alle attività del Frente. Attraverso queste associazioni avviene a che il finanziamento.

Molti pensano che a seguito del successo dei Family Day nazionali si debba costituire un partito politiche ad hoc. Che cosa pensate voi?

Non abbiamo intenzione di formare un nuovo partito politico, ma piuttosto che i politici di tutti i partiti ascoltino la voce della società e delle famiglie per sostenere e votare le iniziative e rafforzino presso le istituzioni, l’istituzione più importante che è la famiglia. 

Quali ostacoli avete incontrato?

Abbiamo chiesto di essere ricevuti dal presidente e che cessino le azioni persecutorie del Conapred (National Council to Prevent Discrimination) che sta operando come una polizia che pretende di imporre un pensiero unico, l’ideologia di genere, violando l’articolo 3 della Costituzione che stabilisce che l’educazione debba essere su base scientifica non ideologica.