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CULTO SENZA CONFINI

Così Maria abbatte le frontiere dell'islam

Da Istanbul a Sednaya in Siria, sono tanti i santuari in cui i musulmani pregano la Vergine, che nel Corano è citata come nessun'altra donna.

Cultura 29_03_2011
Sednaya È una realtà poco conosciuta dagli stessi cristiani: anche nella religione musulmana è diffuso il culto di Maria e nel Corano vi è un capitolo (sura) intestato proprio alla Vergine. Come dimostra il libro di Luigi Bressan, Maria nella devozione e nella pittura dell’Islam (Jaca Book, pp.231, euro 34).

Nel Corano la Madonna è chiamata per nome 34 volte, un onore altissimo che non è toccato a nessun altra donna. Maria-Maryam è una creatura eccezionale in quanto madre di Gesù, (“Isa” nel Corano) e questi viene sempre menzionato come Gesù, figlio di Maria. Numerose sono anche le raffigurazioni della Madonna nell’arte islamica, di cui si presenta nel libro una selezione di opere, con pitture provenienti spesso da collezioni private.

C’è però anche da sfatare un luogo comune, quello che la religione musulmana proibisca la raffigurazione umana o religiosa. L’unica immagine proibita è quella di Dio, che non può essere riprodotto in quanto essere supremo e irraggiungibile. Così per l’esigenza di combattere l’idolatria, nessuna edizione del Corano può contenere immagini. Ecco spiegato il motivo di tanto virtuosismo e abilità nelle decorazioni geometriche e vegetali nell’arte islamica.

Le più antiche raffigurazioni
di Maria oggi da noi conosciute vengono dalla Siria e risalgono al XIII secolo, in piena epoca delle crociate e sono di difficile interpretazione. A chi erano destinate, forse soltanto ai cristiani? O queste opere erano frutto di un esercizio estetico? Difficile capirne il senso se non tenendo presente l’interscambio culturale che ha sempre caratterizzato la storia dell’umanità. Interessante come, qualche secolo più tardi, in Persia venga raffigurata da un’artista musulmano in una pittura la nascita di Gesù. Maria si trova da sola nel deserto e ha partorito il bimbo sotto una palma. Secondo ciò che le ha detto l’angelo, ella scuote la pianta e una pioggia di datteri freschi sfama lei e Gesù: Davanti ai loro piedi sgorga all’improvviso un ruscello per dissetarli. Tutto ciò è segno che nulla è impossibile a Dio. Un’iconografia che si ripete anche in un altro dipinto. La palma per gli antichi è un albero simbolo, tant’è vero che ancora oggi noi la associamo alla vittoria.

Un’altra produzione artistica islamica che utilizza figure cristiane è quella indiana sotto la dinastia dei raffinati imperatori Mogul. Perfino nelle raffigurazioni della corte imperiale alle pareti del palazzo appaiono -quadri nel quadro- miniature della Madonna dipinte sulle pareti. Altrove è lo stesso imperatore -musulmano- vestito di splendidi ornamenti ad apparire con un ritratto di Maria nella mano destra. “Il grido di ogni nascituro quando viene al mondo è provocato dal tocco di Satana” dice Maometto in un suo “hadith” (detto), "solo Maria e Gesù sfuggono a questa regola".

La venerazione per la Vergine purissima si rivela tuttora agli occhi dei moderni frequentatori di importanti luoghi di culto, come nella moschea Blu di Istanbul. Ella è presente soltanto con il pronome “Lei” raffigurato con un elegante arabesco sopra il “mihrab” la nicchia di preghiera protesa verso la Mecca. Maria è anche la donna dell’incontro tra le differenti religioni, per una conoscenza reciproca e un dialogo tra diversità. Per questo il suo fascino attira la devozione di tanti credenti anche nei paesi islamici. Come al santuario nazionale di Maryamabad in Pakistan dove si recano molti fedeli, anche musulmani, dai loro villaggi a piedi e in bicicletta in pellegrinaggio nel mese di settembre.

Dopo Gerusalemme il santuario più frequentato in Oriente è quello di Sednaya, vicino a Damasco: vi si venera un’immagine di Maria che si dice sia dipinta dall’evangelista Luca. In Egitto a Samallut vi è un santuario mariano sul monte Al-Tir. In questo luogo avrebbe soggiornato- si dice per 12 anni- la Sacra Famiglia: la ricorrenza di fede molto sentita viene ricordata in maggio. La geografia dei luoghi mariani si chiude in Turchia, dove molti musulmani si recano a pregare in un luogo in montagna sopra Efeso chiamato Meryem Ana. Qui in una casetta di pietra in un bosco, stimata dagli archeologi del primo secolo dopo Cristo, avrebbe vissuto gli ultimi anni della sua vita la Vergine.